Carceri, scontro Napolitano-M5s: «Ve ne fregate del Paese». «Indegno, dimettiti»

Carceri, scontro Napolitano-M5s: «Ve ne fregate del Paese». «Indegno, dimettiti»
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Martedì 8 Ottobre 2013, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 11:41
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede al Parlamento di intervenire sulla drammatica situazione delle carceri italiane. Il capo dello Stato, nel suo messaggio alle Camere sulla situazione dei penitenziari italiani, pone «con determinazione e concretezza la questione scottante» dell'emergenza «da affrontare in tempi stretti». Parla di «rimedi straordinari necessari» come l'aministia e l'indulto. E alle proteste del M5s che lo accusa di essere pro-Berlusconi replica: «Se ne fregano del Paese».



Fra i rimedi straordinari possibili, Napolitano indica amnistia, indulto e una «decisiva depenalizzazione». Il combinato disposto di amnistia e indulto potrebbe favorire una significativa riduzione della popolazione carceraria, afferma Napolitano, chiarendo che l'indulto inciderà sulla popolazione carceraria mentre l'amnistia può accelerare i tempi della giustizia e incidere anche sulla custodia cautelare.



Napolitano nel messaggio cita i dati ufficiali sulla popolazione carceraria nel suo messaggio alle Camere sottolineando che nel 2011 c'erano 64.758 detenuti con una capienza che invece arrivava solo a 47.615 posti.



Napolitano chiede al Parlamento di affrontare in tempi stretti l'emergenza. Una questione scottante che va affrontata con concretezza e determinazione, insiste il capo dello Stato, che parla di malfunzionamento cronico delle carceri in Italia definendola una questione «drammatica». Napolitano, contro il problema del sovraffollamento, propone anche un maggiore utilizzo delle pene alternative. Anche se la via maestra, aggiunge, è un rapido iter delle sentenze. Napolitano evidenzia poi come il sovraffollamento carcerario incida in modo assai negativo sul reinserimento dei detenuti.



«Sottopongo all'attenzione del Parlamento l'inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazione contestate all'Italia dalla Corte di Strasburgo. Esse si configurano come un'inammissibile allontanamento dai principi e dall'ordinamento si cui si basa l'integrazione europea», rileva Napolitano.



«La stringente necessità di cambiare la condizione delle carceri è un imperativo giuridico, politico e morale. Le istituzioni non devono scivolare nell'indifferenza convivendo con una realtà di degrado civile e sofferenza umana», continua il capo dello Stato spronando, nel messaggio alle Camera, a un intervento.



Alle violazioni dei diritti umani nelle carceri «si aggiungono quelle sulla durata non ragionevole dei

processi», scrive poi Napolitano.



«Ho dovuto mettere in evidenza come la decisione della Corte di Strasburgo rappresenta la mortificante conferma della perdurante incapacità del sistema italiano di garantire i diritti elementari e la sollecitazione pressante ad imboccare una strada efficace», ha sottolineato Napolitano nel messaggio.



«L'Italia viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti», scrive ancorra

Napolitano.



L'Italia «ha un anno per conformarsi» alla richiesta che arriva dalla Corte Europea. «Il termine annuale decorre da quanto il 28 maggio 2013 è stata respinta l'istanza presentata dall'Italia al fine di ottenere il riesame dalla sentenza: pertanto il termine scade il 20 maggio 2014», afferma ancora il presidente della Repubblica.



Napolitano indica delle soluzioni alternative alla carcerazione piena per ridurre il sovraffollamento, come la messa alla prova, i domiciliari, la riduzione dell'applicazione della custodia cautelare. Per gli stranieri, inoltre, la possibilità di scontare la pena nei loro paesi d'origine.



«La prima misura su cui intendo richiamare l'attenzione è l'indulto che non incide sul reato e può

applicasi ad un ambito esteso», afferma quindi il presidente della Repubblica Giorgio. Il capo dello Stato precisa che dall'indulto sono esclusi «alcune fattispecie di reato per evitare pericolose ricadute, accompagnando l'indulto con misure amministrative volte all'effettivo reinserimento dei carcerati».



«Il governo e il Parlamento devono fare riforme strutturali al fine di evitare che si rinnovi il fenomeno del sovraffollamento» e questo si traduce «con il mettere mano ad un opera i cui tempi sono maturi, e cioè il rinnovamento dell'amministrazione della giustizia», afferma poi il presidente della Repubblica.



Letta: governo pronto. «Il messaggio alle Camere del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla questione carceraria è ineccepibile.
Il capo dello Stato - commenta il premier Enrico Letta in una nota - centra una delle vere emergenze del nostro Paese. Se è vero che il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello delle proprie prigioni, l'attuale situazione mortifica la dignità dei detenuti e, con loro, dell'Italia intera. Le parole di Napolitano, che interpretano al meglio il dettato e lo spirito della Costituzione, indicano la strada per riscattarci. Per quanto di sua competenza, nel pieno rispetto delle prerogative del Parlamento come richiamate dallo stesso presidente della Repubblica, il governo continuerà a fare di tutto per recepire indicazioni e sollecitazioni giunte dal capo dello Stato», conclude.




Le reazioni della politica. «Il Presidente della Repubblica rimette davanti agli occhi di tutti noi la fotografia completa della drammatica situazione delle carceri. Tutto il Parlamento dovrebbe sentirsi umiliato per non aver posto finora i rimedi di propria competenza». Lo dice il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda che invita ad «accogliere e trasformare in legge il messaggio del Presidente Napolitano».



«Il discorso di Napolitano? Mi farò dare il testo scritto e lo leggerò con attenzione, ma posso dire fin da ora che se servirà per un discorso di pacificazione nazionale noi ci straremo. Se invece servirà per far uscire solo dei "tagliagole" o piccoli criminali voteremo contro». Così il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl).



L'attacco dell M5s. «Napolitano è sotto ricatto del Pdl: proponendo l'indulto o peggio l'amnistia diventa il padrino di un salvacondotto per Berlusconi». Lo scrive in un tweet il deputato M5S, Riccardo Fraccaro. Immediata la replica del ministro Cancellieri.



La replica del capo dello Stato. «Coloro i quali pongono la questione in questi termini vuol dire che sanno pensare a una sola cosa; hanno un pensiero fisso e se ne fregano degli altri problemi del Paese della gente». Così il presidente della Repubblica in merito all'attacco dei grillini. «Quelli che dicono così - ha aggiunto il capo dello stato - non sanno quale tragedia è quella delle carceri. Non ho altro da dire».



La contro-replica del M5s. Immediata e altrettanto dura la replica del movimento che definisce Napolitano «indegno» del suo ruolo e ne chiede le dimissioni.
«È lui che se ne frega delle opposizioni», gli risponde, ad esempio, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. «Napolitano contro il Movimento 5 Stelle», scrive Grillo sul suo blog che poi riporta le parole di Napolitano chiedendo ai suoi di commentarle. «Ps. Esprimete il vostro pensiero in maniera corretta. Evitate il vilipendio al Capo dello Stato», scrive il leader di M5S.