Minzolini la rimuove, il giudice no
Tiziana Ferrario reintegrata al Tg1

Tiziana Ferrario, conduttrice del Tg1 delle ore 20
Tiziana Ferrario, conduttrice del Tg1 delle ore 20
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Mercoledì 29 Dicembre 2010, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 00:27
ROMA (29 dicembre) - Il tribunale di Roma sezione lavoro, giudice Marrocco, accogliendo il ricorso in via d'urgenza della giornalista Tiziana Ferrario (assistita dagli avvocati Domenico e Giovanni Nicola D'Amati), ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi. Il giudice ha ravvisato nella rimozione di Tiziana Ferrario dell'incarico di conduttrice del tg della rete ammiraglia una «grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini».



«Da parte mia c'è grande soddisfazione
perchè è stata riconosciuta un'ingiustizia professionale», il primo commento di Tiziana Ferrario che ha aggiunto: «Mi fa piacere che sia stato affermato un principio fondamentale: la legge non dà il diritto a nessun direttore di emarginare i colleghi che non sono d'accordo con lui e che tutti devono concorre alla buona riuscita di un telegiornale, soprattutto se si tratta del servizio pubblico». La giornalista tiene a ricordare che non è l'unica, all'interno del Tg1 a trovarsi in questa situazione: «dunque una sentenza ancora più importante in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito il mio stesso trattamento, da Paolo Di Giannantonio a Massimo De Strobel, da Raffaele Genah a Bruno Mobrici alla stessa Maria Luisa Busi che con grande coraggio ha deciso di rinunciare alla conduzione del Tg1 perché non riteneva di essere più nelle condizioni di svolgere con serenità la propria professione». La Ferrario infine, in merito alla discriminazione politica a cui tra l'altro fa riferimento la sentenza, rileva: «una redazione è formata da tante identità culturali e il confronto è sempre e comunque necessario».



«Sono molto perplesso da questa sentenza in quanto il giudice è intervenuto con le sue motivazioni in decisioni sacrosante di qualsiasi direttore di una testata giornalistica». Così Augusto Minzolini, direttore del tg1. «Qua non c'è stata mai nessuna logica politica si è trattato di un normale avvicinamento che arriva dopo ben 28 anni di conduzione». Minzolini ricorda come «Bruno Vespa ha condotto il tg1 per 5 anni. Un giornalista del calibro di Paolo Fraiese per sette anni. Reintegrare la Ferrario alla conduzione è un esempio di gerontocrazia simile a quanto avviene con i baroni universitari ferocemente incollati alle loro poltrone». Il direttore del Tg1 pur definendo la Ferrario una «valida professionista» si chiede in tale contesto «quale spazio possono avere le nuove generazioni. Io - ha aggiunge - ho semplicemente esercitato i poteri di un direttore». Minzolini tiene quindi a ricordare come subito dopo il suo arrivo ha assunto ben diciotto precari «senza stare a controllare che tipo di pedigree politico avessero. In tal modo l'età media dei giornalisti della testata è calata da 63 a 59 anni, non sono pochi».



Garimberti: le sentenze non si commentano. Le dichiarazioni di Minzolini non sono state gradite da Paolo Garimberti, presidente della Rai: «Le sentenze si rispettano non si commentano». Analogo pensiero il presidente espresse all'epoca della sentenza Ruffini, direttore di Raitre reintegrato dal giudice al suo posto.



I sindacati: battuti Masi e Minzolini. Unanime il parere dei sindacati. Per Carlo Verna, segretario dell'Usigrai: «Il reintegro di Tiziana Ferrario è un grande successo di chi crede nei diritti di libertà. È una secca sconfitta di Masi e Minzolini, torniamo a chiedere con forza che entrambi se ne vadano». Per Franco Siddi, segretario della Federazione della Stampa «Il reintegro di Tiziana Ferrario conferma l'operazione rovinosa, fuori dalle regole del contratto di lavoro e dalle previsioni di legge, del direttore del Tg1, Minzolini, e dell'azienda Rai che ne avevano deciso, la rimozione».



Ovviamente divisa la politica. Il commento di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: «Oramai è evidente che i giudici in Rai decidono larga parte degli organigrammi interni come dimostra non solo quest'ultimo episodio della Ferrario, ma anche storie precedenti. Il fatto singolare poi è che questi interventi avvengono solo quando a essere spostati sono giornalisti di sinistra. Non è mai avvenuto in caso contrario quando l'Usigrai - direttamente o per interposta persona - faceva il bello e il cattivo tempo per quanto riguarda la Rai». Il Pd risponde con Matteo Orfini, responsabile dell'informazione e della cultura: «La sentenza sul reintegro di Tiziana Ferrario certifica qualcosa che purtroppo era già evidente: al Tg1 ci sono discriminazioni politiche che mortificano professionalmente chi la pensa diversamente dal direttore. L'azienda non ha nulla da dire su un direttore che si macchia di azioni di questa natura? O forse tutto questo è considerato normale e accettabile nella Rai di Berlusconi? Se davvero si ha a cuore il futuro della Rai, si ponga termine a questa stagione di auto-delegittimazione della principale testata dell'azienda».
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