Manovra, sì della Camera tra gli scontri
Marcegaglia: è tutta tasse e depressiva

Gli scontri a Montecitorio (foto Angelo Carconi - Ap)
Gli scontri a Montecitorio (foto Angelo Carconi - Ap)
8 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Settembre 2011, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 20:53

ROMA - Tensione di fronte alla Camera dei deputati dove polizia e carabinieri sono intervenuti per disperdere un gruppo di manifestanti dei Cobas e della sinistra radicale, che protestavano contro la manovra in discussione a Montecitorio. I manifestanti si erano radunati intorno alle 16 sulla piazza e per due ore circa si erano limitati a spiegare le ragioni della loro protesta con interventi a rotazione.

Intorno alle 18.30 la protesta è degenerata: sono stati fatti esplodere dei fuochi d'artificio e, in rapida successione, alcune bombe carta. I manifestanti hanno anche appiccato il fuoco ai candelotti fumogeni e una spessa coltre di fumo colorato ha avvolto la piazza. E' seguito un lancio di palloncini pieni di vernice colorata e infine una sorta di fuoco di sbarramento indirizzato verso i blindati delle forze dell'ordine schierate in assetto antisommossa, fatto da monetine, scarpe vecchie e interiora di animale, molto probabilmente cuori e fegati di maiale.

Le forze dell'ordine hanno reagito con una carica che ha disperso i manifestanti nelle vie adiacenti piazza Montecitorio e piazza Colonna. Allontanandosi i cobas e gli esponenti della sinistra radicale hanno gettato a terra moto e motorini parcheggiati di fronte l'ingresso principale della Camera e danneggiato alcune vetture in sosta. Poi è tornata la calma anche se la piazza è chiusa dai blindati di polizia e carabinieri messi di traverso agli accessi. Alcuni gruppi di agenti, scudo, manganello ed elmetto, controllano le strade intorno a Montecitorio.

I manifestanti si sono diretti in corteo verso il Colosseo. Alcune centinaia di persone hanno sfilato per Via dei Fori Imperiali, chiusa al traffico. La manifestazione è terminata poco dopo le 20. Fischi per la manovra ed insulti al governo che secondo i manifestanti deve andar via: «Oggi è successo qualcosa di grave - ha detto uno degli organizzatori dal megafono - e a nulla è servita l'indignazione che abbiamo fatto sentire in questi giorni sotto i palazzi del potere a Roma. La protesta non si deve fermare perchè il nostro futuro non è nelle mani di nessuno. Con queste piazze piene e con la nostra rabbia li manderemo tutti a casa».

Traffico in tilt nel centro di Roma. Gli effetti della manifestazione si sono sentiti pesantemente nel centro della capitale, dove il traffico è in tilt. Quando i manifestanti hanno deciso di spostarsi verso il Colosseo, i vigili urbani hanno bloccato l'accesso a via dei Fori Imperiali e anche su via del Teatro Marcello, dove ad aggravare la situazione ci sono dei lavori in corso. Il traffico viene deviato sul Lungotevere.

Un gavettone contro Andrea Ronchi. E' accaduto in precedenza, quando l'ex ministro si è diretto verso i contestatori dietro le transenne arrivando faccia a faccia con i manifestanti: «Io guadagno in un anno quello che tu guadagni in un mese non ti vergogni?» lo ha incalzato uno dei manifestanti. «È venuto qui a provocarci - ha continuato a gridare più volte una donna- e ci ha anche detto "cialtroni di m....siete la vergogna d'Italia"». Poi è partito il coro di 'buffone!' diretto a Ronchi che è stato colpito da un getto d'acqua probabilmente proveniente da una bottiglietta; Ronchi, visibilmente irritato, è poi stato scortato via da alcuni agenti della polizia.

L'Aula della Camera conferma la fiducia al governo sulla manovra economica. I sì sono stati 316, i no 302. Il via libera definitivo di Montecitorio alla manovra è arrivato in serata: il testo è stato approvato con 314 voti a favore e 300 contrari. Applicato il contributo di solidarietà, con trattenuta ai deputati. La manovra ammonta a 54 miliardi, con tasse e aumenti per scarpe, tv, auto e parrucchieri.

«Tutto bene voi? Cercate di inventare meno favole». Silvio Berlusconi, saluta così i giornalisti che lo attendono all'uscita dopo il voto finale sulla manovra bis.

E a chi nuovamente gli chiede se e quando vedrà i pm di Napoli risponde, dirigendosi verso la sala del governo, dove è convocato un consiglio dei ministri, «Andiamo un po'».

Via libera dell'Aula della Camera ad un ordine del giorno del Pd con cui il governo si impegna a rivedere l'articolo 8 sui temi del lavoro. Il rappresentante dell'esecutivo ha dato parere favorevole. L'approvazione è stata accolta con soddisfazione dai sindacati, mentre il ministro Sacconi ha ribadito che l'articolo 8 sarà modificato quando tutte le parti saranno d'accordo. E il Pd lo attacca, parlando di un ministro sconfessato dalla sua stessa maggioranza.

La Camera con 254 voti a favore, 185 contrari e 137 astenuti, soprattutto nelle fila di Lega e Pdl, ha approvato un ordine del giorno sulla manovra presentato dal deputato di Fli Enzo Raisi, per la revisione delle esenzioni fiscali di cui beneficia la Chiesa. Il testo dell'odg richiede di far pagare l'Ici sugli immobili della Chiesa destinati a «attività commerciali, anche se esercitate non in via esclusiva». Esenzione confermata, invece, solo per gli immobili destinati ad attività commerciali accessorie fino ad un fatturato massimo di diecimila euro annui. L'odg chiede «l'apertura di un tavolo di confronto con la Santa Sede per arrivare alla piena adesione dello Ior, la banca vaticana, alle norme in materia di evasione ed elusione fiscale, riciclaggio e frodi vigenti nell'Unione europea».

Silvio Berlusconi si era recato stamani al Quirinale per riferire al capo dello Stato Giorgio Napolitano l'esito dei colloqui di ieri a Bruxelles e Strasburgo sulla manovra. Berlusconi era accompagnato dal sottosegretario di alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il presidente del Consiglio è poi andato in Aula alla Camera per votare la fiducia sulla manovra.

«Il consolidamento dell'euro è una priorità essenziale per l'Europa ma costituisce anche un interesse vitale per l'economia mondiale»: è quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della riunione romana del "Forum Eu-Us Legal Economic Affairs".

Confindustria all'attacco contro la manovra. La leader degli industriali Emma Marcegalia parla di «balletto imbarazzante» nella messa a punto della manovra economica, «tra varie manovre e varie iniziative che avevano lo spazio di un giorno». «È una cosa che ha fatto un grave danno alla credibilità dell'Italia perché un Paese sotto attacco dovrebbe mostrare un fronte compatto, non i conflitti interni».

«Questa manovra non è come l'avremmo voluta noi, non risolve i problemi dell'Italia: se non torniamo a crescere sarà insufficiente, e la manovra non ha nulla per la crescita», ha poi aggiunto. La manovra non ha nulla di strutturale se non poche cose. È tutta tasse. È chiaro che è depressiva». Servono «riforme profonde», o «il Paese rischia molto». «Non lo so, vediamo», ha risposto poi la presidente degli industriali a chi le chiede se ha fiducia nella possibilità che il Governo vari le misure per la crescita invocate dagli industriali. «Quello che so è che non c'è più tempo. Bisogna fare subito riforme profonde. Vediamo, o le fanno o non le fanno, il tempo è molto breve».

«E' impensabile andare avanti così, serve un gesto politico, come hanno fatto in Grecia e in Spagna». Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che, nonostante la manovra teme «che avremo ancora molto da fare». «Abbiamo alle spalle circa 14 decreti tutti "targati" per il risanamento o la crescita» ricorda il leader del Pd secondo il quale, ancora una volta, «siamo con questa manovra alle spalle ma con davanti altri guai». «Da italiano allora dico: serve un gesto politico come hanno fatto altri paesi. Solo noi non dobbiamo farlo?» si chiede Bersani secondo il quale «i mercati queste manovre le hanno già viste con chiarezza e non le trovano condivisibili perché non sono manovre giuste, né sono di stimolo alla crescita. Anzi - ha concluso - sono interventi fortemente depressivi».

«Ci vuole più amore e rispetto per l'Italia - dice il leader Udc Pier Ferdinando Casini - Sfido chi conosce i fatti degli uomini della politica e del mondo a cercare un altro paese dove in pochi giorni l'opposizione ha consentito di fare una manovra che non condivideva, rinunciando alle sue legittime rivendicazioni. Questa opposizione ha mostrato grande amore per l'Italia e gli italiani. Ieri mentre Berlusconi ci gratificava con i suoi epiteti, Pd e Terzo polo votavano insieme contro la pregiudiziale di costituzionalità su questa manovra. Qui l'unica cosa irresponsabile è l'atteggiamento della maggioranza». Secondo Casini «si è cercato di fare a luglio una manovra con il trucco, ma non è stata sufficiente. Ad agosto una manovra con 3-4 versioni con il risultato di una grande confusione. Una cattiva manovra in queste condizioni è meglio di nulla, ma questa deprime l'economia e mancano gli elementi strutturali. A questo si aggiungono i tagli agli Enti locali con aggravi sui cittadini. Ma tutto questo non lo diciamo noi che siamo all'opposizione ma i sindaci della Lega, ma anche Alemanno o la Polverini e Formigoni. Siamo a un bivio: c'è chi crede che siamo in un cataclisma mondiale e il problema italiano sia di risulta e chi crede che esiste una questione italiana. È chiaro che la situazione del ritardo italiano non dipende dal governo, ma adesso se qualcuno ritiene che in queste condizioni le cose possano andare avanti siamo all'irresponsabilità. Dietro c'è la Grecia. Quando la maggioranza non ascolta e non fa un doppio passo indietro, si assume la responsabilità di andare avanti su un percorso che temo sia molto accidentato per il paese».

Alemanno: mobilitati con i sindaci per cambiare la manovra. «Saremo in mobilitazione accanto a tutti i sindaci d'Italia fino a quando non ci sarà una sostanziale correzione della manovra». È quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «La nostra non è una protesta fine a se stessa, non è una protesta polemica, ma è una protesta istituzionale - ha proseguito - finalizzata a una correzione». E, in merito alla mobilitazione di giovedì, giorno in cui tutti i sindaci rimetteranno, simbolicamente, le deleghe all'anagrafe, Alemanno ha voluto puntualizzare che «non ci sarà interruzione di servizio ma dobbiamo avvertire i cittadini perché capiscano che ci sono servizi realmente a rischio».

«Tra Pil fermo al palo e debito pubblico ai massimi storici, arrivato a ben 1911,8 mld, che l'Idv aveva facilmente previsto, il governo sarà costretto a varare un'altra manovra che graverà sulle spalle degli italiani onesti. Tutto questo mentre l'Aula del Senato è ferma, costretta a discutere di Ruby Rubacuori e delle avventure galanti del presidente del consiglio». Lo dichiara il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.


© RIPRODUZIONE RISERVATA