Legittimo impedimento per Brancher
E' polemica, i finiani: non è un bel vedere

Brancher e Silvio Berlusconi
Brancher e Silvio Berlusconi
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Giovedì 24 Giugno 2010, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 23:58
ROMA (24 giugno) - Il neo-ministro del Decentramento Aldo Brancher utilizza il legittimo impedimento e chiede la sospensione per 4 mesi del processo milanese in cui imputato per un filone della tentata scalata di Antonveneta da parte di Bpi e in calendario dopodomani. Una scelta che per le opposizioni dimostra un totale sprezzo per le istituzioni. Ma anche i finiani polemizzano biasimando il fatto che «questo è il suo primo atto da ministro» quando ancora «non ha né uffici né deleghe».



«Non ho nulla da rimproverarmi, ho intenzione di proseguire il mio impegno», è la replica del ministro. Del resto la motivazione con cui la difesa di Brancher ha eccepito il legittimo impedimento sta proprio nella necessità di organizzare il nuovo ministero. «Io - spiega lo stesso Brancher - ho fatto questa richiesta a Milano presentando una serie di impegni che mi coinvolgono». Ma le opposizioni e i finiani non ci stanno e mettono in diretta correlazione la tempistica della "promozione" di Brancher con quella del processo. «La maschera è caduta: che a pochi giorni dalla sua nomina a ministro - attacca il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini - Brancher abbia fatto ricorso al legittimo impedimento per bloccare un processo, è la prova che la nomina aveva questa finalità». È un ministro «al legittimo impedimento», attacca anche la capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera Donatella Ferranti.



Ma anche dall'area vicina al presidente della Camera arrivano critiche. Sul sito di Generazione Italia, think thank vicino a Fini e sul quale l'altro giorno il primo inquilino di Montecitorio ha esternato le sue idee sulla Padania facendo infuriare Bossi, viene posto sulla vicenda Brancher un «problema quantomeno di natura estetica». «Votammo a favore del legittimo impedimento - vanno giù duri i finiani - per mettere al riparo l'Esecutivo dalle incursioni della magistratura politicizzata, non certo per favorire il sospetto che quella norma servisse a mettere al riparo dai processi autorevoli esponenti politici, promuovendoli a Ministri». Insomma, «non è un bel vedere», dice il direttore di Generazione Italia Gianmario Mariniello.



La necessità di organizzare il nuovo ministero. È questo il motivo del legittimo impedimento eccepito in base alla legge oggi a Milano dai legali di Brancher, imputato con la moglie in uno stralcio del processo per il tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi in calendario per dopodomani. Con il legittimo impedimento il ministro chiede la sospensione del processo fino al prossimo 7 ottobre e non per sei mesi. Per quella data, salvo altri impegni, Brancher potrà essere in aula.



Il giudice non stralcia posizione Berlusconi, processo Mediatrade sospeso. La strada era già segnata dai processi milanesi Mediaset e Mills. Ed è seguendo quella strada che il giudice Marina Zelante ha deciso di inviare gli atti alla Consulta perché valuti gli eventuali profili di incostituzionalità della legge sul legittimo impedimento, fermando ancora ai nastri di partenza l'udienza preliminare per tutti i 12 imputati, tra cui Silvio Berlusconi, coinvolti nella vicenda Mediatrade. Questa mattina il giudice, dopo aver preso atto dell'istanza di legittimo impedimento "ordinario" depositata sabato scorso dai legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, in quanto impegnato al G8 in Canada e di rientro in Italia il prossimo 4 luglio, ha sospeso l'udienza dicendo di voler consultare la sua agenda. L'obiettivo, almeno quello comunicato alle parti, era proporre una serie di date in modo da poter celebrare il procedimento.

Ma dopo oltre due ore, l'atteso rinvio se non al 27 luglio (data in cui il Presidente del Consiglio aveva dato la disponibilità) quanto meno alla fine di settembre si è trasformato in uno stop. Il giudice, senza nemmeno discutere con accusa e difese, prima ha eccepito d'ufficio l'illegittimità della legge varata lo scorso 7 aprile e che consente di sospendere i processi per le più alte cariche del governo per non oltre sei mesi e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, e poi ha deciso di non stralciare la posizione di Silvio Berlusconi dagli altri imputati, tra cui il figlio Pier Silvio e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.



In sostanza ha sospeso per tutti in attesa del parere della Consulta che dovrà valutare se la norma, come ha sostenuto il gup, viola l'articolo 138 della Costituzione. Infatti per il giudice Zelante «per l'istituzione di una nuova prerogativa per i membri del governo», è un passo della sua ordinanza, «è necessaria una legge costituzionale». Quanto invece alla decisione di non separare la posizione del capo del Governo, il gup ha sostenuto che «benchè la separazionesia la prassi e non l'eccezione, vincoli e connessioni probatori sono tali», anche «in considerazione di esigenze di economia processuale», da dover sospendere il processo e di conseguenza i termini di prescrizione per tutti.



Una mossa, quella di oggi, che tutti i legali si aspettavano, anche se non questa mattina ma più in là nel tempo. «È una decisione che appare al di fuori dai principi della Consulta sulla leale collaborazione», ha commentato l'avvocato del premier Niccolò Ghedini. «Indipendentemente dal non condividere l'ordinanza - ha aggiunto - il giudice si è dimenticato di valutare l'impedimento odierno, che era pacificamente legittimo, e che la difesa aveva offerto una data ravvicinata», circa la disponibilità del premier ad essere in aula. Ghedini ha inoltre sottolineato che era stato anche proposto «di articolare un adeguato calendario dopo la sospensione dei termini feriali. Da parte nostra quindi - ha concluso - c'era la massima disponibilità a fare il processo».



La stessa sorte del procedimento Mediatrade è toccata, qualche mese fa, ai processi sulle le presunte irregolarità nella compravendita dei diritti cinematografici e tv Mediaset e sulla vicenda della testimonianza, per l'accusa "comprata", dell'avvocato David Mills. Tutti sono fermi in attesa che la Consulta si pronunci.



È chiaro che questi giudici vogliono affossarmi. Non è possibile andare avanti così. La solita

magistratura politicizzata non vuole farmi governare, è stato lo sfogo di Berlusconi nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, a quanto raccontando diversi presenti, appena appresa la notizia che il gup di Milano, Marina Zelante aveva accolto l'istanza di legittimo impedimento presentata dai suoi avvocati decidendo però di inviare gli atti alla Corte costituzionale.
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