L'Isis minaccia Putin: "Aerei contro di te
Libereremo la Cecenia e tutto il Caucaso"

L'Isis minaccia Putin: "Aerei contro di te Libereremo la Cecenia e tutto il Caucaso"
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 20:58
​MOSCA - L'Isis minaccia anche Vladimir Putin. In un video diffuso ieri su Youtube i jihadisti dello Stato islamico accusano il leader del Cremlino di sostenere il regime del presidente siriano Bashar al Assad e promettono di scatenare una guerra nel Caucaso russo per liberarlo dai non islamici.

La procura generale di Mosca ha reso noto che è stato richiesto all'ente statale per il controllo dei media, Roskomnadzor di limitare l'accesso al video che contiene «minacce di atti terroristici».



Nelle immagini si vede un aereo militare russo consegnato - a dar credito a quanto affermano i jihadisti - da Mosca al regime del presidente siriano. «Questo messaggio è per te, Vladimir Putin, questi aerei che hai inviato a Bashar, noi li invieremo a te, se Dio lo vuole», dice uno dei fondamentalisti parlando in lingua araba e con sottotioli in russo. «Noi libereremo la Cecenia e tutto il Caucaso, se Dio vuole. Il tuo trono è minacciato e cadrà quando arriveremo a casa tua», aggiunge minaccioso l'uomo.



Dopo il collasso dell'Unione Sovietica e le guerre in Cecenia tra le forze federali russe e guerriglia separatista, la ribellione si è progressivamente islamizzata ed è debordata fuori dalle frontiere di questa piccola repubblica per trasformarsi negli anni Duemila in un movimento radicale islamico molto attivo in tutto il Caucaso del nord, dove i fondamentalisti ambiscono a dar vita a «un emirato». Ma miliziani islamici ceceni (e caucasici in generale) sono stati segnalati, dopo la sconfitta subita da Mosca in patria nell'ultimo conflitto, su tutti i fronti caldi della jihad mondiale, anche i più lontani: dall'Iraq all'Afghanistan.



L'Isis, che ha proclamato un cosiddetto califfato nelle vaste regioni conquistate negli ultimi mesi in Siria e in Iraq, ha seminato ovunque il terrore: in particolare contro le minoranze dei cristiani locali e degli yazidi. Ha poi rivendicato fra l'altro le barbare decapitazioni di due giornalisti Usa, James Foley e Steven Sotloff. E ha inoltre minacciato in questi giorni di uccidere un terzo ostaggio, il britannico David Cawthorne Haines.
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