Imu, la mappa degli aumenti
nei capoluoghi per le seconde case

Imu, la mappa degli aumenti nei capoluoghi per le seconde case
di Luca Cifoni
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Venerdì 13 Dicembre 2013, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 21:19
Si paga entro luned l’Imu per gli immobili diversi dall’abitazione principale. Ma si può facilmente prevedere che per almeno una parte dei contribuenti serviranno i tempi supplementari e dunque già partono le richieste di non applicare penali per eventuali piccoli ritardi. In ogni caso, per molti italiani il conto sarà salato, in particolare nelle città medie e grandi. Secondo gli ultimi dati elaborati dall’Ifel, sulla base delle delibere pubblicate dai Comuni fino a poche ore fa, sono 55 i capoluoghi di Provincia che applicheranno l’aliquota massima del 10,6 per mille: quasi la metà del totale.



I RISCHI PER IL 2014

Le difficoltà in cui si dibattono i centri più grandi risulta evidente se si confronta la loro scelta con quella della generalità dei Comuni, che hanno portato l’aliquota sugli altri immobili al valore massimo solo in poco più del 10 per cento dei casi. Tra i primi 15 capoluoghi per popolazione (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e così via) tutti hanno scelto l’incremento massimo salvo Padova che si è fermata poco più sotto, al 10,2.



La decisione di portare o mantenere il livello del prelievo al 10,6 per mille non avrà solo riflessi immediati, in termini di carico fiscale per i cittadini, ma condizionerà anche la politica finanziaria dei sindaci interessati anche il prossimo anno, in cui dovrebbe fare il suo debutto la nuova tassa sui servizi. Il meccanismo definito nella legge di stabilità, a meno di correzioni dell’ultimo momento, prevede infatti che per gli immobili diversi dall’abitazione principale la somma dell’aliquota Imu e di quella della Tasi (il cui livello standard è l’1 per mille) non superi proprio il 10,6 per mille: evidentemente i Comuni che già sono al massimo dovranno recuperare da qualche altra parte il gettito Tasi, che in teoria servirebbe a risarcirli dei mancati introiti per l’abitazione principale.



A proposito di prime case, ben 25 capoluoghi applicheranno virtualmente l’aliquota massima del 6 per mille, e in tutto 47 hanno un livello superiore a quello standard del 4 per mille: di conseguenza con altri 2.400 Comuni circa saranno costretti a gennaio a chiedere ai propri cittadini la mini-Imu, che riguarderà circa 10 milioni di cittadini. Una situazione che l’Anci definisce «inaccettabile».