I finiani: «Governo con Fli, Casini, Rutelli
e “delusi del Pd”». No di Pdl e Lega

Bocchino e Fini (foto Danilo Schiavella - Ansa)
Bocchino e Fini (foto Danilo Schiavella - Ansa)
5 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Agosto 2010, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:40
ROMA (23 agosto) - Il finiano Italo Bocchino propone al premier Silvio Berlusconi un nuovo governo allargato, oltre che ai deputati di Fli, a Casini, Rutelli e ai moderati del Pd ormai delusi. Di tutt'altro avviso Umberto Bossi. L'unica possibilità sono le urne. Li polverizzeremo tutti questi qua. Non si può andare avanti così, non si può per ogni cosa che si fa pagare un dazio troppo alto» afferma il leader della Lega con chiaro riferimento a Fini e Casini, secondo quanto riporta il quotidiano La Padania martedì in edicola, e che nel titolo della prima pagina rilancia: «No al governo degli sconfitti. Subito al voto». Bossi ripete che se l'andazzo è questo «meglio il voto, e il prima possibile. Magari già a dicembre».



«A questo punto la partita per Berlusconi diventa veramente difficile - afferma Bocchino, capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, sul sito di Generazione Italia - se va alle urne rischia tutto e rischia molto, se sta fermo minacciando reazioni che non può fare rischia il logoramento nazionale e internazionale. L'unica strada che ha - sottolinea - è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi».



«Sappiamo che per Berlusconi questa strada è quasi impossibile da intraprendere perché dovrebbe sostituire la logica della monarchia aziendale con quella della democrazia repubblicana, condividere scelte con logiche politiche e dar vita a un esecutivo fatto di ministri politici che darebbero un'altra fisionomia al governo che oggi è semplicemente un "governo del Presidente". Sappiamo - conclude - che questa ipotesi gli fa accapponare la pelle, ma è l'unica che ha per sopravvivere alla crisi implosiva che ha aperto da solo».



Il no di Pdl e Lega. «Qua non è in ballo né la monarchia aziendale né la democrazia repubblicana, ma il mantenimento del patto fatto con gli elettori che nel 2008 votarono una precisa maggioranza della quale facevano parte anche i finiani di oggi. Questa ipotesi di una sorta di auto-ribaltone e di composizione e scomposizione di tutti gli schieramenti francamente sembra più un film che una seria ipotesi politica», ha replicato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «L'ipotesi di Bocchino che si aggiunge alle tante di governi tecnici, di larghe intese che hanno imperversato durante l'estate e continuano a farlo, rappresenta un'ipotesi impercorribile che contraddice il mandato ricevuto dagli elettori nel 2008», ha sottolineato in una nota il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni.



Bocchino: gli amici del Pdl non hanno capito lo spirito della proposta. «Invito gli amici del Popolo della libertà a rileggere la mia nota - replica Bocchino - dato che non hanno ben compreso lo spirito della mia proposta, che mira ad ampliare la maggioranza composta da Pdl, Lega, Fli e Mpa, allargandola a forze responsabili come Udc e Api, da tempo corteggiate dal presidente Berlusconi. Sottoscrivo inoltre la nota degli amici Moffa, Menia e Viespoli. Non è più tempo di alchimie, come quella di voler sostituire Fini con Casini, ma è piuttosto doveroso rilanciare il centrodestra, con un nuovo programma di governo aperto a forze moderate e responsabili».



«Gli scenari politici che disegnano Bocchino e Granata sono divertenti perché ogni giorno cambiano e quindi sono in continua evoluzione», ha dtto Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della Vigilanza Rai. «Oggi abbiamo appreso che sarebbe auspicabile una sorta di governo ammucchiata che vedrebbe anche la presenza dei moderati "delusi" del Pd. È una tesi curiosa e simpatica. Restiamo in attesa del prossimo scenario politico previsto, secondo copione, per domani sera» ha concluso Merlo.



Rutelli: l'Api è all'opposizione e lì resterà. L'Api sta all'opposizione e lì intende restare: lo assicura il suo leader, Francesco Rutelli. «Capisco la posizione di chi è molto preoccupato della forza e in qualche caso prepotenza della Lega - commenta Rutelli - C'è uno squilibrio politico, dunque capisco che chi fa parte della maggioranza si interroghi su come trovare un maggiore equilibrio. Noi siamo all'opposizione e lì rimarremo, ma lo faremo con uno spirito di impegno per il bene comune. Resta il fatto che tocca a chi ha vinto le elezioni assicurare la continuità della legislatura e del governo e tocca alle opposizioni responsabili, che hanno a cuore l'interesse del Paese, fare le proposte per il bene del Paese nei mesi che abbiamo davanti a noi, nella seconda parte della legislatura».



De Magistris: una proposta da film horror. «Italo Bocchino propone una maggioranza da film horror che imbarca tutto e il contrario di tutto, ovviamente con la nostra esclusione, di cui ci facciamo vanto - dice il parlamentare europeo dell'Idv, Luigi De Magistris - PdL, finiani, pezzi del Pd, Api e Udc dovrebbero guidare l'Italia con un nuovo governo sempre targato Berlusconi? Più che un'alleanza sembra un ogm politico e maligno in disprezzo degli elettori. Occorre dunque che di fronte a questa gazzarra del centrodestra, l'opposizione di centrosinistra rilanci l'unità: Idv, Sel, Federazione della sinistra e movimenti devono incontrarsi e lavorare ad un programma di alternativa a questo esecutivo morente. Naturalmente il Pd, scelta la strada che intende percorrere, non solo è benvenuto, ma fondamentale per la riuscita dell'impresa: liberarsi del berlusconismo e vincere la sfida di governo».



Volano intanto accuse e parole pesanti tra l'Udc e Umberto Bossi, dopo le dichiarazioni del leader della Lega contro Pier Ferdinando Casini e un allargamento della maggioranza all'Udc.



«Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l'Udc lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere», si legge in una nota diffusa stamani dalla segreteria nazionale dell'Udc. «Si svegli - prosegue la nota - chi ha votato questa legge sul federalismo, che è solo uno spot per la Lega, e chi nel governo viene messo sempre più ai margini dal Carroccio».



«Gli insulti non li commento, io cerco di parlare di politica - replica Roberto Castelli,
viceministro leghista alle Infrastrutture -. L'Udc al Nord non l'ascolta nessuno, come dimostra il Piemonte. Questa nota lascia il tempo che trova, non sposterà un voto...».



Bossi aveva raccontato sabato sera in un comizio di non aver esitato a telefonare a Berlusconi per dirgli che il Carroccio non vuole l'alleanza con Casini e che è pronto ad andare per la sua strada: «Ho telefonato a Silvio - ha rivelato Bossi - e gli ho detto che non va bene. Gli ho detto: guarda che con Casini noi non ci stiamo. Gli ho detto "sappiti regolare, anche perché i voti il nord li dà alla Lega perché Casini è il male del nord».



Il premier domenica aveva lanciato un nuovo ultimatum ai finiani: «Non accetteremo mai di farci logorare» e se dalla verifica non esce una maggioranza coesa e compatta prepariamoci a «elezioni entro poco tempo», ha detto il premier, chiudendo a formalismi costituzionali contro le urne. Gianfranco Fini sembra deciso intanto alla formazione del nuovo partito: «È all'orizzonte - afferma il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino -. Non credo che si possa ricucire lo strappo tra Berlusconi e Fini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA