Film pirata, cala il sipario
chiusi dalla Finanza 46 siti web

Film pirata, cala il sipario chiusi dalla Finanza 46 siti web
di Michela Allegri
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Giovedì 6 Marzo 2014, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 11:05
ROMA - Bastava un semplice click del mouse per poter guardare i pi grandi successi cinematografici stando comodamente seduti sul divano di casa, senza pagare nemmeno il prezzo del biglietto. Ora, però, milioni di italiani dovranno dire addio alla moda dello "streaming" e del "direct downloading", e tornare a popolare i cinema e le sale d'essai. L'operazione "Publifilm" del Nucleo speciale per la Radiodiffusione e l'editoria della Finanza, diretta dalla procura di Roma, ha portato al sequestro di 46 siti pirata che offrivano la possibilità di visionare in rete centinaia di migliaia di pellicole e di serie televisive, in palese violazione del diritto d'autore. In molti casi era facile sbirciare addirittura opere in anteprima, creando un danno ingentissimo alle case di produzione. Tanto per fare un esempio: "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, film che ha sbancato ai botteghini e ha da poco regalato all'Italia un premio Oscar, era disponibile online già dall'autunno del 2012, ancor prima dell'uscita nelle sale. La stessa cosa è successa per altre pellicole pluripremiate dall'Academy statunitense. Come "12 anni schiavo" di Steve McQueen, e "Dallas Buyers Club" diretto da Jean-Marc Vallée.



SITI OSCURATI

Si tratta della più vasta operazione anti pirateria mai effettuata in Italia, che ha reso di fatto irraggiungibile una sfilza di pagine tra le più visitate del web, come filmxtutti.org, eurostreaming.org, piratestreaming.tv, filmstreamita.tv, casacinemaz.net, truepirates.nl. Il reato contestato è "diffusione di materiale protetto da copyright a scopo di lucro". I realizzatori dei siti internet, però, non sono stati né identificati, né indagati. Il problema, come si legge nell'ordinanza di sequestro firmata dal gip Bernadette Nicotra, è che «nessuno dei domini risulta risiedere su un server collocato nel territorio nazionale, rendendo di fatto impossibile un intervento diretto di identificazione dei soggetti responsabili». L'operazione è di fondamentale importanza, perché, come spiega la Guardia di finanza, la pirateria in Italia determina ingenti danni economici per svariate centinaia di milioni di euro all'anno. E le conseguenze si riversano soprattutto sul versante occupazionale: solo nell'ultimo triennio sono stati oltre 22 mila i posti di lavoro persi.



L’INCHIESTA

Nell'inchiesta della procura di Roma, condotta dal pm Nicola Maiorano e dal procuratore aggiunto Nello Rossi, però, c'è anche un secondo filone, che rischia di fare tremare alcune grandi multinazionali. Nell'ordinanza si legge infatti che «la messa a disposizione in rete delle opere avviene a scopo di lucro consistente negli introiti delle inserzioni pubblicitarie a pagamento attraverso la procedura del "pay for click"». Si tratta di «pubblicità corsara», spiegano i magistrati, e il business, potenzialmente, è da milioni di euro: se si considera il fatto che i siti oscurati contano milioni di visite giornaliere, è facile dedurre che la visibilità che offrono ai potenziali sponsor è enorme. Secondo gli inquirenti, c'è chi potrebbe essersene approfittato. Guardando film in streaming, infatti, si aprono automaticamente banner pubblicitari, anche riconducibili a grandi marchi. Chi indaga, ora, punta a capire se sia configurabile un comportamento penalmente rilevante da parte delle agenzie di pubblicità che operano attraverso i siti pirata. Si dovrà chiarire, inoltre, se le aziende che hanno acquistato il "pacchetto" di sponsorizzazione sul web fossero a conoscenza del fatto che il loro prodotto sarebbe stato collegato a un'attività illegale.