Ebola, antidoto possibile: usato siero
top secret per curare due americani

Ebola, antidoto possibile: usato siero top secret per curare due americani
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Lunedì 4 Agosto 2014, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 22:46
ROMA - Potrebbe esistere un antidoto da usare contro la temibile epidemia di Ebola che sta flagellando l'Africa e seminando la psicosi anche in Occidente.

Un siero 'top secret' sarebbe stato usato per salvare la vita dei due medici americani, Kent Brantly e Nancy Writebol, contagiati dal virus in Liberia. Lo sostiene la Cnn, rivelando che 3 fiale di siero crioconservato sono state inviate nel Paese africano la scorsa settimana, nel tentativo in extremis di salvare i due operatori dell'organizzazione non profit Samaritan's Purse.



Secondo quanto riferito alla Cnn, un rappresentante dei National Institutes of Health avrebbe contattato l'organizzazione umanitaria e avrebbe offerto il trattamento sperimentale, noto come ZMapp. I due pazienti sarebbero poi stati messi al corrente fatto che il siero, sviluppato dall'azienda biotech Mapp Biopharmaceutical, non era mai stato testato su un essere umano, ma aveva mostrato risultati promettenti in piccoli esperimenti sulle scimmie. Entrambi, consapevoli dei rischi, hanno firmato il consenso informato e accettato il trattamenti. Secondo i documenti dell'azienda, quattro scimmie infettate dal virus Ebola sono sopravvissute dopo aver ricevuto il trattamento entro 24 ore dal contagio. Si sono salvate anche le cavie a cui il siero è stato somministrato entro 48 ore, mentre una scimmia non trattata, è morta nel giro di cinque giorni.



Il trattamento è un anticorpo monoclonale con un particolare processo di sviluppo: i topi vengono esposti a frammenti di virus Ebola e gli anticorpi che si generano nel sangue delle cavie vengono utilizzati per creare il farmaco, che agisce impedendo l'ingresso del virus in nuove cellule infettandole.
Le fiale di ZMapp - secondo la ricostruzione della Cnn - sono state inviate in Liberia, nell'ospedale in cui erano ricoverati Brantly e la Writebol, e i medici hanno avuto istruzione di farle scongelare naturalmente. Il giovane medico ha chiesto che la collega ricevesse il trattamento per prima, ma mentre la sua dose si scongelava le sue condizioni si aggravano. «Sto morendo», avrebbe detto Brantley ai medici - sempre stando a quanto riferito dalla fonte alla Cnn - chiedendo a questo punto di poter avere il siero destinato alla Writebol, ormai arrivato alla giusta temperatura. Appena un'ora dopo, le sue condizioni migliorano visibilmente, tanto che uno dei medici ha definito la ripresa «miracolosa». Alla donna sono state somministrate, invece, due dosi del siero, perché dopo la prima la sua risposta non era stata così positiva. In ogni caso, si tratta di un trattamento non ancora sperimentato sull'uomo, che non ha ottenuto nemmeno il via libera della Fda per l'uso compassionevole, e il processo con cui i due pazienti l'hanno ottenuto in tempi rapidi, «è altamente insolito», sottolinea la Cnn.




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