Della Valle fa rivivere
il mito di Schiaparelli

Della Valle fa rivivere il mito di Schiaparelli
di Roberta Filippini
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Martedì 21 Gennaio 2014, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 18:41

PARIGI - tornata in scena Schiaparelli: con la sfilata di ieri la maison appartiene di nuovo al nostro immaginario della moda, non solo quella celebrata nei musei del costume, ma quella che evolve e si smentisce di stagione in stagione.

E "bravò", accentato alla francese, per Marco Zanini: il designer milanese si è prodotto in uno spericolato equilibrismo sul filo teso tra quel monumento eccentrico, che fu Elsa Schiaparelli, e la nuova maison, da rinverdire senza smentire, acquisita da Diego Della Valle. È stata lunga la ricerca da parte del patron di Tod's. Non era facile trovare qualcuno che avesse non solo le qualità, ma anche il coraggio di cimentarsi con il patrimonio creativo più eclettico e più copiato del secolo scorso, con "l'italienne" che Coco Chanel, non senza una punta di cattiveria, definiva una "artista prestata alla moda".

La sarta italiana del rosa shocking, delle aragoste surrealiste portate con nonchalance, la creatrice più audace che Parigi abbia accolto e adottato, chiuse il suo atelier nel 1954. Dopo di lei nulla fu più tanto osè da spaventare la moda, ma spesso non fu altrettanto elegante.

Zanini è un designer che ha l'eleganza dentro: questo gigante di 43 anni con i basettoni e l'aria da ragazzo, con il diploma di Belle Arti a Brera e un curriculum denso di esperienze (Dolce & Gabbana, Versace, Halston, ma soprattutto per cinque anni la direzione creativa di Rochas) ha fatto una bella magia, per questo esordio con la haute couture.

Venti uscite, ognuna una donna diversa ma tutte eclettiche, romantiche e audaci. Metri di tulle argenteo e blazer maschile, shorts luccicanti e grande mantella couture in broccato, giacca dandy verde acqua con maniche nere esplosive, camicia di chiffon in tenui pois infilata nella lunga sottana a ruota lavorata come un bouquet.

Non ha bisogno di tacchi questa donna Schiaparelli: ballerine e sandali piatti in pitone per chiunque, perfino per la sposa in pantaloni ecru e casacca avvitata, ricamata con fuochi d'artificio in paillettes d'oro. Capelli colorati e bijoux audaci: foglie luminescenti e piante carnivore in vetro avvolte sui polsi o sui capelli. Modelle d'esperienza e di fascino, come Natalia Vodianova o la aristocratica e non più giovane Stella Tennant, che apre la passerella con un cappello napoleonico, un po' mascarade, quasi a voler sottolineare l'eccentrico passato della maison.

Qualcuno si aspettava qualcosa di più scioccante e invece ha trovato una collezione molto elegante, profondamente contemporanea e cosmopolita. "Schiaparelli ha portato l'irriverenza nella moda come un tuono e lo ha trasformato in eleganza. L'aspetto shocking oggi non ha più la rilevanza che aveva negli anni Trenta e ha un significato diverso, quello della sorpresa" spiega Zanini. Emozionato nel back stage riceve l'omaggio di Vip e colleghi. Ecco Inès de la Fressange, Elle Macpherson e Carla Bruni Sarkozy che commenta scherzando: "C'erano anche le modelle di ieri, non solo quelle di oggi, quasi quasi ci riprovo anche io!".

Ecco gli stilisti di Valentino, Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, ed ecco Jean Paul Gaultier che viene a fare i complimenti e Zanini si genuflette davanti a lui come davanti a un pontefice della moda eccentrica.

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