Crisi, cambia la manovra. Gianni Letta: tutto precipita, valutiamo ogni ipotesi

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
8 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Agosto 2011, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:21
ROMA - Si tenuto a Palazzo Chigi l'incontro tra governo e parti sociali sulle soluzioni anti-crisi. Iniziato poco dopo le 17, l'incontro terminato intorno alle 18,30. Intanto il Terzo Polo chiede che sia Berlusconi domani alla Camera a tenere l'informativa che avrebbe dovuto svolgere davanti alle commissioni il ministro Tremonti. In serata vertice del Pdl e successivo incontro a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e Bossi, presente Tremonti. Il tentativo è quello di ammorbidire la posizione leghista, che è di intransigenza sui temi pensione e patrimoniale.



Il vertice con le parti sociali è iniziato poco dopo le 17, presenti Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti assieme ad una folta pattuglia del governo: il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, il ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, il ministro per le Politiche Comunitarie, Annamaria Bernini, il ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto. Per le parti sociali presenti, tra gli altri, il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, con il direttore generale Giampaolo Galli, il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, i segretari generali di Cgil, Susanna Camusso, di Cisl, Raffaele Bonanni, di Uil, Luigi Angeletti, di Ugl, Giovanni Centrella, i rappresenti di Rete imprese Italia e di altre associazioni del mondo produttivo e del lavoro. Il primo a prendere la parola è stato il Berlusconi, seguito da Tremonti.



«Confermo tutti gli impegni presi. Faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca - avrebbe detto Berlusconi - Sono intervenuti fatti, dopo l'incontro di giovedì scorso che costringono a riflettere insieme. I temi dell'agenda restano validi, anzi sulla modifica costituzionale dell'art. 41 e 81 ci stiamo già muovendo».



È necessario ristrutturare la manovra, avrebbe sottolineato Tremonti. Le misure per affrontare la crisi saranno inserite in un decreto legge che sarà presentato in un consiglio dei ministri che si terrà tra il 16 e il 18 agosto. Abbiamo «assunto impegni gravosi: anticipo al 2013 del pareggio di bilancio - ha specificato Berlusconi - Abbiamo constatato che c'era attesa per un provvedimento del governo. Io ed il ministro Tremonti ci siamo impegnati a convocare un probabile consiglio dei ministri entro il 18 di questo mese. E forse riusciremo anche ad anticipare quella data. Ci siamo impegnati ad inserire in Costituzione il pareggio di bilancio».



Il rapporto deficit-Pil, al 3,8% quest'anno, dovrebbe scendere tra l'1,5% e l'1,7% nel 2012 per arrivare al pareggio nel 2013, avrebbe aggiunto Tremonti.



Letta: tutto precipita, valutiamo ogni ipotesi. Il governo sta valutando tutte le possibilità e tutte le ipotesi, ha detto il sottosegretario Gianni Letta. Letta avrebbe aggiunto: sappiamo che servono scelte rapide e coerenti. In questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato, avrebbe detto il sottosegretario sottolineando come la realtà sia in così rapida evoluzione. Letta avrebbe aggiunto che giungono notizie del crollo della Borsa e dell'aumento degli spread. Per questo servono scelte rapide e la situazione da affrontare sarebbe già diversa da quella del precedente incontro con le parti che si era tenuto la scorsa settimana.



Camusso: no a interventi su pensioni, tassare i grandi patrimoni. «L'anticipazione della manovra richiesta dalla Bce ci impone di trovare più risorse: nel trovarle, serve però più equità per poter garantire la coesione sociale del Paese - ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso - No ad interventi che guardino alle pensioni, ai redditi da lavoro dipendente, alla sanità e all'assistenza». Per la Cgil, invece, «bisogna chiedere di più a chi non ha dato intervenendo con una tassazione significativa sui grandi patrimoni, sull'evasione fiscale e sui costi della politica». Per quanto riguarda il mercato del lavoro, «ribadiamo che il tema sta nella disponibilità delle parti».



«L'incontro non è all'altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria - ha detto al termine Susanna Camusso - Ci aspettavamo che il governo ci dicesse cosa intende fare. La volta scorsa ci avete consegnato il libretto delle cose fatte, questa volta ci aspettavamo la lettera della Bce per sapere in che campo giochiamo. Se la manovra colpirà i soliti noti ci mobiliteremo per cambiarla. Se lo schema della manovra, così come lo leggiamo dai giornali, verrà confermato nel decreto proseguiremo la mobilitazione per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale. Tempi e modi li deciderà l'organizzazione. Noi abbiamo detto che non si può fare una manovra se non in totale equità, devono pagare coloro che nella manovra precedente non l'hanno fatto. Se non sarà all'insegna dell'equità ci sarà una mobilitazione».



Marcegaglia: «Vista la situazione di urgenza è bene che il governo vari il 16 o il 18 agosto il decreto sulla finanza pubblica. E oltre alle misure, vogliamo vedere anche tagli alla spesa pubblica e i provvedimenti sulla tracciabilità dei contanti, per rafforzare la lotta contro l'evasione fiscale - ha detto il presidente di Confindustria - Credo sia giusto che in questo momento di emergenza per il Paese chi ha di più possa dare un po' di più», ma ha escluso l'ipotesi di ricorrere alla tassa patrimoniale. «Occorre lavorare su crescita, liberalizzazioni e privatizzazioni. Sul tema del lavoro ribadisco l'autonomia delle parti sociali».



«Tutti noi abbiamo sottolineato la necessità dell'urgenza vista la situazione dei mercati finanziari, perchè il Paese ha bisogno che si faccia presto e bene - ha detto Emma Marcegaglia dopo l'incontro, parlando a nome di tutte le parti sociali -Abbiamo tutti condiviso che questa manovra deve essere di rigore ed equità. Nella riunione di oggi il governo ci ha comunicato che il 16 o il 18 agosto ci sarà un Consiglio dei ministri che varerà un provvedimento urgente, e non ci ha anticipato nei dettagli il contenuto di questi provvedimenti». Delusione per la mancanza di contenuti concreti già oggi? «Dovete chiederlo al governo», dice Emma Marcegaglia. E lo ripete anche la leader della Cgil Susanna Camusso. La presidente di Confindustria poi sottolinea che i tempi per un intervento del governo rispondono comunque all'esigenza di urgenza: «Il 16 agosto è domani. Abbiamo tutti condiviso - ha spiegato ancora Marcegaglia - che questa manovra deve essere di rigore ed equità, quindi con un chiaro taglio ai costi della politica ed alla articolazione complessa e costosa dello Stato, e ci devono stare principi nella logica dell'equità, come sulla tracciabilità dei pagamenti, perchè è giusto che la lotta all'evasione fiscale sia in questo momento forte e chiara». Servono poi «misure di sostegno alla crescita, quindi liberalizzazioni, privatizzazioni, infrastrutture, semplificazioni e efficienza della pubblica amministrazione». Quanto al nodo della riforma del mercato del lavoro, la leader degli industriali spiega: «Abbiamo tutti sottolineato che deve essere di totale, unica e esclusiva disponibilità delle parti, e abbiamo deciso che ci incontreremo tra noi presto».



Le parti sociali prima dell'incontro con il governo hanno tenuto un vertice nella sede di Confindustria. Sulla possibilità che l'esecutivo vari un intervento sulle pensioni il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha ribadito il no della sua confederazione: «Il nostro è un sistema stabile. Casomai ci sono dei trattamenti di vantaggio che potrebbero essere allineati a quelli dei comuni mortali».



Le parti sociali chiedono al governo di lasciare ad un accordo tra imprese e sindacati la riforma del mercato del lavoro, evitando un intervento per legge. Su questi temi, ha indicato il leader della Cisl Raffaele Bonanni, «alle richieste dell'Europa risponderanno i soggetti sociali, che devono incontrarsi subito, decidere il da farsi, trovare da soli le loro soluzioni, senza diktat». Mentre il leader della Uil, Luigi Angeletti, aggiunge: «E' un tema da lasciare al confronto tra le parti, siamo noi a dover dare una soluzione». Le parti sociali difendono un fronte «unito e compatto», pur consapevoli delle diverse posizioni su singole misure che il governo potrebbe mettere in campo, dalle pensioni alle patrimoniali. Posizioni che si chiariranno solo quando saranno esplicitate e proposte del governo. C'è invece un fronte unico di fonte all'intenzione già espressa dell'Esecutivo di intervenire per legge sulla riforma del mercato del lavoro. Imprese e sindacati, nell'incontro informale di oggi pomeriggio, sono state d'accordo nel chiedere al governo di restarne fuori, garantendo un confronto immediato tra le parti sociali quindi una soluzione condivisa in tempi brevi. «Siamo uniti», ha detto più in generale il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, «nell'esigenza di far presto, per spegnere l'incendio sulla nostra economia, e proteggere il Paese». Le parti sociali sono pronte «a prendersi le loro responsabilità». Mentre chiedono al governo «di rendersi conto che alcune operazioni bisogna farle con molto coraggio, dal taglio dl costo della politica e delle strutture amministrative, al dare garanzie sulla riforma fiscale». Serve, dice Bonanni, «un clima di trasparente impegno» No a interventi sulle pensioni, perchè «abbiamo gia fatto tanto, tanto, tanto». E ancora sulle pensioni, il leader della Uil Luigi Angeletti sottolinea: «Toccare le pensioni e' il peggior modo per fare cassa. Meglio vendere un po' di patrimonio dello Stato, solo così si fa cassa». «È fondamentale restare uniti perchè se non c'è unione tra le parti sociali non si può portare avanti il confronto con il governo», dice il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella.



«Il Terzo Polo auspica che, in deroga alla normale prassi, sia lo stesso presidente del Consiglio, unitamente al ministro dell'Economia, a rendere l'informativa presso le Commissioni. Sarebbe un gesto di importante consapevolezza in un momento eccezionale per la vita dell'Italia - dicono in una nota congiunta, Pier Ferdinando Casini (Udc), Francesco Rutelli (Api) e Italo Bocchino (Fli) - La straordinarietà della situazione politica ed economica offre al Parlamento, nella giornata di domani, una occasione importante, non solo per approfondire gli aspetti relativi alle ipotizzate riforme costituzionali, ma anche per verificare la volontà del Governo in ordine all'adozione dei provvedimenti economici richiesti dall'Europa e necessari per il Paese». Per questa ragione, i leader del Terzo polo auspicano che sia presente davanti alle commissioni di Camera e Senato non solo il ministro dell'Economia Tremonti, ma anche il presidente del Consiglio Berlusconi.



Bersani: «Mi pare che l'incontro del governo con le parti sociali sia stato totalmente deludente. Spero che domani non vada come oggi, perchè la situazione diventa veramente seria - dice il segretario del Partito Democratico al termine della riunione del partito - La nostra è stata un'ottima riunione e a questo punto le nostre proposte le abbiamo, un po' cominceremo a presentarle domani, ma serve che anche il governo dica qualcosa delle sue proposte, perchè mi pare non si sappia nulla delle proposte del governo. Tremonti venga a dirci come e a carico di chi intende trovare già 20 miliardi di euro già l'anno prossimo». A chi gli chiede ancora cosa ne pensi della data ipotizzata per il Consiglio dei ministri la prossima settimana, il segretario Pd risponde: «dibattito parlamentare, conferenza stampa, incontro con le parti, Consiglio dei ministri: basta che decidano qualcosa, perchè è ora di decidere qualcosa. L'atteggiamento della Lega su patrimoniali e pensioni? Dicono no a tutto. Dicono no a tutto. Vedremo cosa propongono».



Berlusconi ha incontrato stasera a Roma Umberto Bossi per fare il punto sulle misure anticrisi. Il leader della Lega ha ribadito al Cavaliere la sua posizione nettamente contraria a interventi sulle pensioni, come già sostenuto diverse volte nelle ultime settimane, in particolare col titolo di stamani de La Padania. E domani il giornale leghista titola «I tagli partano dalla politica», a caratteri cubitali, riportando nel sommario l'altolà di Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio alla Camera: «Fermo no della Lega su pensioni e patrimoniale». All'incontro si sono uniti in successione Tremonti e Alfano. Il vertice con la Lega è durato oltre due ore. All'uscita Bossi non ha rilasciato dichiarazioni, mentre lo stato maggiore del Pdl ha continuato la riunione.



Poco prima c'era stato un vertice del Pdl, convocato da Angelino Alfano. Il segretario del Pdl ha visto a lungo a Montecitorio i capigruppo di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, e i vice vicari Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro. «Si troverà la sintesi», ha assicurato Gasparri al termine. Per una quarantina di minuti ha partecipato anche Tremonti, prima di raggiungere Berlusconi e Bossi a Palazzo Grazioli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA