Bitcoin, a Tokio accolta la domanda
di bancarotta protetta per Mt. Gox

Bitcoin, a Tokio accolta la domanda di bancarotta protetta per Mt. Gox
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 28 Febbraio 2014, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 16:07
ROMA - Ora ufficiale. Quella che fino a non molto tempo fa era considerata la principale piattaforma di scambio per la compravendita online di bitcoin, sorta di banca 2.0 della crypto-moneta decentralizzata, ha inoltrato al tribunale distrettuale di Tokyo una domanda di bancarotta protetta.



Domanda che è stata accolta. Il sito della società, che ha sede in Giappone, è irraggiungibile ormai da giorni: è scomparso dalla Rete, un pezzo alla volta, nella nottata di lunedì. La sua sparizione non è stata priva di conseguenze. I gettoni virtuali di Satoshi Nakamoto, da quando la piattaforma è stata cancellata, si trovano sull'orlo del precipizio. In gioco c'è la credibilità di quella che alcuni hanno definito la prima divisa globale della storia e che all'inizio era nata come un semplice metodo di pagamento elettronico, benché libero da commissioni.



Dal caveau della banca dei bitcoin sarebbero stati sottratti oltre 350 milioni di dollari. La rapina è stata messa a segno tramite attacchi informatici che hanno sfruttato il bug della malleabilità delle transazioni. L'offensiva in un primo momento aveva costretto la piattaforma di scambio a bloccare i prelievi e a congelare i conti dei propri clienti, in attesa che il team dei tecnici trovasse il modo di arginare gli assalti. Ma non è stato sufficiente. La società guidata da Mark Karpeles, Mr. Bitcoin, alla fine si è dovuta arrendere e ha chiuso i battenti. Per i titolari degli account aperti su Mt.Gox rientrare in possesso delle fortune depositate in Rete ora non sarà affatto facile.



La domanda che tutti si pongono a questo punto è se il collasso del noto cambiavalute si rivelerà letale per la divisa digitale. Che, in seguito allo shutdown di Mt.Gox, ha perso ulteriormente di valore. Il popolo dei bitcoin però non sembra preoccupato, anzi. C'è chi ritiene, in realtà, che la scomparsa della piattaforma di scambio possa trasformarsi in un fattore positivo e dare nuovo slancio ai gettoni virtuali. Un po' come è accaduto in seguito alla chiusura di Silk Road, sorta di eBay del cosiddetto “deep web”, dove grazie ai bitcoin era possibile acquistare sostanze proibite e persino armi.



Dopo che il suk internettiano è stato messo sotto sequestro dalle autorità Usa, la moneta elettronica si è resa protagonista di una cavalcata poderosa, che l'ha portata a sforare quota mille dollari. Proprio come allora, si registra in queste ore grande dinamismo da parte degli investitori cinesi, i quali sembrano aver deciso di approfittare del processo di svalutazione innescato dalla scomparsa del cambiavalute, tanto che hanno acquistato oltre 30mila gettoni in meno di 48 ore. Una mossa che sta riportando in alto i bitcoin. Nel frattempo il crac di Mt.Gox ha catturato l'attenzione della Fed, la banca centrale statunitense. Gli investitori, dalla loro, pensano a una maxi-azione legale contro la compagnia di Karpeles.