Parmitano a bordo della stazione orbitante
prima passeggiata spaziale di un italiano

L'astronauta Luca Parmitano entra nella stazione spaziale
L'astronauta Luca Parmitano entra nella stazione spaziale
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 28 Maggio 2013, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 00:16
Il sorriso di un bambino felice: Luca Parmitano entrato alle 6.17 di mercoled nella stazione spaziale accolto dall'equipaggio in festa.

La stessa gioia dello staff dell'Agenzia spaziale italiana e dei cronisti che hanno fatto l'alba a Tor Vergata per seguire l'astronauta italiano che al primo contatto con la Terra ha salutato la mamma Cettina, la moglie Kathy e le figlie Maia e Sara di 3 e 6 anni. Tutta la manovra di avvicinamento alla stazione spaziale è stata seguita sul grande schermo dell'auditorium dell'Asi in diretta dallo spazioporto di Baikonur da dove la Soyuz era partita alle 22.31 di martedì. Poi alle 4.16, l'astronauta Luca Parmitano ha copilotato la navicella fino al perfetto aggancio alla stazione spaziale internazionale. Dolce la frenata dopo le 4 orbite a 28mila kmh, poi fiato sospeso nella sala seguendo sullo schermo il "contatore" che scalava i metri che mancavano all'aggancio al portello dell'Iss che orbita attorno alla Terra a 400 km di altezza. Meno 10, meno 9, meno 8... contatto, con i dialoghi in russo e in inglese che si rincorrevano tra la Terra e il cielo. Sensazionale il rimbalzo delle inquadrature con la Soyuz vista dalla stazione spaziale e l'Iss traguardata dalla telecamera della navicella.



Dal momento dell'attracco (docking) bisogna poi attendere quasi due per le operazioni che permetteranno ai tre astronauti di entrare nella stazione da un portello assai stretto, detto, l'imbuto.



Con Parmitano, sulla Soyuz 35, hanno viaggiato i veterani Fyodor Yurchikhin, il comandante russo, e la statunitense Karen Nyberg. Quando si è aperto il portello, un'applauso a Roma, Mosca e Houston ha salutato la riuscita dell'operazione.



Il momento che Luca Parmitano sognava fin da bambino è dunque arrivato: il maggiore dell'Aeronautica militare, 36 anni, di Paternò, è diventato il sesto astronauta italiano. E a fare la telecronaca per la diretta streaming dalla sede dell'Asi a Tor Vergata è stata Samantha Cristoforetti: con grande efficacia, senza far pesare i dati tecnici che padroneggia con sicurezza, la collega di Parmitano ha spiegato le fasi del decollo della Soyuz accompagnando i webspettatori nella spettacolare ascesa del razzo nel buio. "Siamo in orbita" ha esclamato alle 22.40 l'astronauta Cristoforetti che partirà per lo spazio nel dicembre dell'anno prossimo.



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Grande soddisfazione anche da parte del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, del ministro della Difesa Mario Mauro, del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Pasquale Preziosa, e dal direttore degli astronauti dell’Esa, Thomas Reiter, anche loro a Tor Vergata.



E anche nei giorni seguenti trasmettono entusiasmo i primi messaggi che Parmitano invia dalla Stazione Spaziale Internazionale. La missione dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) comincia insomma con le migliori delle premesse «Ho appena visto un tramonto. Ci vorrebbe un poeta per descriverlo.

La parola stupendo non rende l'idea...», scrive Parmitano, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e pilota collaudatore dell'Aeronautica Militare Italiana. Parmitano sta utilizzando questi primissimi giorni soprattutto per ambientarsi.

La sua prima foto ha voluto scattarla insieme al collega Chris Cassidy: è salutando Cassidy che, appena arrivato a bordo della Stazione Spaziale, Parmitano ha riso divertito al 'radicalè taglio di capelli del collega.

«Ciao dalla ISS», ha scritto accompagnando la foto. «Sto galleggiando senza peso, come dimostra la mia

collanina!».



Tra le stelle Parmitano è atteso da un primato che potrà essere pure seguito in diretta sugli smartphone grazie all'applicazione Asi: diventerà infatti il primo italiano a passeggiare nello spazio effettuando almeno due, forse tre uscite dalla Stazione i cui moduli abitativi sono costruiti per oltre il 50% nel nostro paese. "Abbiamo fatto tanto per mandarlo sulla stazione e lui non vede l'ora di uscire..." ha detto sorridendo Enrico Saggese, il presidente dell'Agenzia spaziale italiana ipotizzando un'escrsione supplementare per il pilota collaudatore italiano che potrebbe essere chiamato a riparare un piccolo inconveniente al modulo Atv che nelle prossime settimane porterà, in maniera totalmente automatica, le scorte alla stazione. Parmitano sarà inoltre chiamato a seguire oltre 150 esprimenti scientifici.



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A salutarlo nei giorni scorsi a Star City, alle porte di Mosca, prima del volo a Baikonur, la moglie e le due figlie di 3 e 6 anni che hanno trascorso con lui quest'ultimo periodo di durissimo addestramento. Parmitano era sì destinato allo Spazio, ma intanto ha imparato a cavarsela nella neve della tundra siberiana a meno 30 gradi o sulla sabbia del deserto a più 50 gradi o, peggio ancora, in mezzo all'Oceano, nel caso il rientro avvenga in una zona diversa dal previsto.



L'intervista al Messaggero



La missione.
“Volare” è la prima missione di lunga durata (sei mesi) dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), nella quale Luca Parmitano, il primo a partire della nuova generazione di astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e pilota sperimentatore dell'Aeronautica Militare, lavorerà per sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio, così come le fasi precedenti e quelle successive, saranno trasmesse in diretta sui siti Web dell'Asi. Nel frattempo sui social network si moltiplicano i messaggi per Luca Parmitano, che su Twitter scrive di sentirsi «Calmo, fiducioso, pronto. Emozionato». C'è anche un'app dell'Asi sulla quale è possibile seguire la missione Volare, disponibile per iPhone, Android e WindowsPhone. astro_luca si sta preparando infine a inviare dallo spazio foto spettacolari: «Sono un regalo per tutto il mondo», ha scritto. Soltanto, aggiunge, per descrivere tutte le esperienze uniche che vivrà sulla Stazione Spaziale, i 140 caratteri di Twitter «non sono certo abbastanza».



Il nome Volare è stato ideato da Norberto Cioffi, di Pantigliate (Milano), 32 anni, ingegnere gestionale che ha partecipato a un concorso dell'Asi. "Sì, è come credete - spiega - ho pensato a Domenico Modugno per il primo italiano che farà una passeggiata nello spazio". Il logo della missione è stato invece ideato e disegnato da Ilaria Sardella, di San Giorgio Ionico (Taranto), 28 anni, economista, che ha ugualmente risposto al bando dell'Agenzia spaziale italiana. "Ho voluto rappresentare il primato di Parmitano con un'orbita tricolore", dice mentre segue in diretta da Tor Vergata la missione dell'astronauta siciliano.



L'Agenzia spaziale italiana. Un impegno comune di Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Aeronautica Militare per formare i futuri astronauti: è quanto auspica il presidente dell'Asi, Enrico Saggese, nel giorno della missione Volare, la prima di lunga durata nella storia dello spazio italiano. A bordo Luca Parmitano, il primo a partire della nuova generazione di astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) selezionati nel maggio 2009 e pilota sperimentatore dell'Aeronautica Militare. «Abbiamo intrapreso un cammino molto lungo con i nostri astronauti, cominciato 20 anni fa. Dopo i primi cinque astronauti, adesso abbiamo il sesto e il settimo», ha osservato Saggese. Per mantenere e dare un futuro a queste competenze, ha aggiunto, «stiamo maturando con l'Aeronautica Militare l'idea di creare una cultura astronautica che da un lato risiede nella capacità dell'Asi di generare investimenti ed opportunità, e dall'altro nella capacità dell'Aeronautica Militare di fornire un ottimo livello di preparazione fisica e tecnica, come quella tipica dei piloti sperimentatori». L'obiettivo, ha aggiunto, è conservare questa sinergia nel futuro. Lunga anche la strada che ha portato alla missione Volare: «è il frutto di un'opportunità creata dai rapporti bilaterali fra Asi e Nasa», offerta all'Italia in cambio della fornitura dei moduli pressurizzati per la Stazione Spaziale Internazionale. La missione di lunga durata condotta nel 2010 da un altro astronauta italiano, Paolo Nespoli, rientrava invece in un accordo fra Esa e Nasa.
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