Annozero, Masi litiga con Santoro:
«Mi dissocio». «Se si ritira è meglio»

Lo studio di Annozero stasera (foto Cosima Scavolini - Lapresse)
Lo studio di Annozero stasera (foto Cosima Scavolini - Lapresse)
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Giovedì 27 Gennaio 2011, 21:25 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 19:42
ROMA - Scontro in diretta su Raidue tra Michele Santoro, conduttore di Annozero dedicato stasera al caso Ruby, e il direttore generale Mauro Masi. Dopo l'anteprima, in cui sono stati proposti stralci delle intercettazioni sulle feste di Arcore, Masi ha telefonato in trasmissione dissociandosi dall'impostazione della puntata. Lo scontro ha scatenato subito la polemica politica e causato un intervento del ministro Romani, che parla di un Santoro oltre ogni limite. Il Pdl chiede di sospendere la trasmissione. Il Pd denuncia i toni da censura golpista, mentre per l'Idv è in gioco la democrazia.



Berlusconi: trasmissione vergognosa. Berlusconi, impegnato alla cena di compleanno di Micaela Biancofiore, all'hotel Majestic, ribadisce il suo giudizio: «Trasmissione vergognosa». Gli altri ospiti al compleanno descrivono il premier amareggiato. «Si amareggiato - conferma il ministro per lo sviluppo Paolo Romani - quelle che fa questo signore sono cose che amareggiano qualunque persona di buon senso. Veramente incredibile in un servizio pubblico».



«È incredibile che non abbiamo fatto entrare i nostri 60 ragazzi e abbiano rifiutato un bravissimo avvocato come Francesco Paolo Sisto. Questa è una dittarura, bisognerebbe che gli italiani non pagassero più il canone perchè la maggior parte ha votato Silvio Berlusconi ed è costretta a non vedersi rappresentata dal servizio pubblico - ha aggiunto Berlusconi - Alla fine a poterci difendere c'era solo Belpietro e doveva andarsene anche lui».



«Togliamo l'athority per le tlc, tanto non serve a niente», ha continuato Berlusconi. «E allora togliamo anche i servizi segreti che sul caso Ruby non ti hanno avvertito per niente - ha repicato uno dei ministri presenti - basta con queste migliaia di persone in vacanza permanente».



«Non sono mai intervenuto direttamente - ha esordito Masi in trasmissione - anche quando mi ha citato in diretta. Ma stavolta faccio un'eccezione. A tutela dell'azienda di cui sono direttore generale e che è anche la sua azienda, mi debbo dissociare nella maniera più chiara dal tipo di trasmissione che lei sta impostando, ad avviso mio e dei nostri legali in base al codice di autoregolamentazione sulla rappresentazione dei processi in tv, tema sollevato non più tardi di venerdì scorso anche dal presidente della Repubblica Napolitano».



Santoro, che aveva aperto la puntata prendendo le distanze dalla circolare di Masi sulla necessità di una partecipazione paritetica del pubblico, ha incalzato il dg chiedendogli se a suo avviso la trasmissione violasse le regole e dunque se volesse chiuderla. Masi allora ha risposto: «Le sto dicendo che ritiro me stesso e l'azienda dal tipo di trasmissione che sta facendo». «Se ritira se stesso - ha commentato Santoro - mi pare anche buono». «Ho sempre garantito che la trasmissione andasse in onda - ha detto ancora il dg. Non sono io che debbo stabilire se le regole vengono violate o no», ha ribadito Masi, prima che Santoro chiudesse la conversazione con un secco “buonanotte”.



«Celentano mi ha chiesto più volte: perchè dici sempre al pubblico di non applaudire? Io lo faccio, rispondevo, perchè altrimenti dovrei rassegnarmi al fatto che intorno a me non ci sia più un pubblico normale, ma le claque io non ne voglio», aveva detto Santoro nell'anteprima, invitando il pubblico a ascoltare la puntata in silenzio, come ad un concerto di musica classica, dando dimostrazione di compostezza e civiltà. Santoro ha anche detto che «ogni giorno si rischia di perdere un pezzo di libertà» e che «i politici posso fare nelle trasmissioni quello che vogliono e il pubblico deve diventare fotocopia dei politici e dimostrare interesse e applaudire in ogni caso».



«Questo è un Paese dove il premier può permettersi di telefonare in diretta ad una trasmissione ed insultare il conduttore e può chiedere di chiudere una trasmissione non gradita - ha proseguito Santoro nel corso dell'anteprima di Annozero - Esiste una carta Ue che prevede che non sono ammesse ingerenze nelle libera informazione».



«Da parte mia nessuna voglia di scontro - dice Santoro dopo la trasmissione - Mi sono limitato a far notare al direttore generale che c'era una contraddizione nel suo intervento e a chiedergli chiarimenti. Non ho fatto nient'altro».



Masi: «Non potevo fare altrimenti, perché avevo il dovere di difendere l'Azienda dalle possibili conseguenze derivanti dalla violazione di quanto previsto dal Codice di autoregolamentazione - ha poi specificato Masi in una nota - Negli ultimi mesi, e soprattutto negli ultimi giorni, ho più volte richiamato i responsabili editoriali al rigoroso rispetto di queste norme, peraltro richiamate qualche giorno fa dallo stesso Presidente della Repubblica. Ancora stasera, dopo aver preso visione della scaletta della trasmissione, avevo ribadito per iscritto al conduttore di Annozero la preoccupazione per un taglio del programma che metteva al rischio l'Azienda da nuove sanzioni, anche economiche. È arrivato il momento in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità ed io mi sono assunto le mie, ripeto, a tutela dell'Azienda e dei cittadini telespettatori. Secondo le norme del Codice al quale la Rai ha aderito insieme con le altre emittenti nazionali, la Federazione nazionale della stampa e l'Ordine nazionale dei giornalisti, le trasmissioni televisive che si occupano di vicende giudiziarie in corso devono rispettare i principi costituzionali e legislativi in tema di pluralismo, garanzia del contraddittorio, confronto tra tesi accusatorie e quelle difensive distinguendo tra la fase indagini preliminari e quella del giudizio».



«Sul rispetto delle regole andrò fino in fondo». «Resto convinto che la missione del Servizio Pubblico deve essere ed è tale solo se realmente pluralista e rispettosa di tutte le parti e di tutte le regole. Questa è una battaglia che porterò avanti fino in fondo e se ne faccia una ragione la solita inutile e scomposta compagnia di giro - continua Masi - Ribadisco - aggiunge il dg - che i processi si fanno in tribunale e non in tv è questo è un innegabile dato di civiltà prima che giuridico. È indegna l'attività istruttoria parallela che svolgono taluni sulla televisione del Servizio Pubblico come se avessero ricevuto chissà quale delega dall'autorità giudiziaria che ancora una volta dovrà verificare l'attendibilità di un teste di accusa che anche questa sera ha rivelato in diretta televisiva fatti e circostanze oggetto di un procedimento penale ancora in fase di indagine preliminare».



Rizzo Nervo: «La telefonata preventiva in diretta ancora mancava nel repertorio delle direttive di questo direttore generale: invece di far dissociare l'azienda da Annozero, spero che presto Masi si dissoci da se stesso per avere ancora una volta dimostrato che non è in grado di guidare il servizio pubblico e che, prendendo coscienza della sua imperizia, tolga il disturbo», commenta il consigliere di amministrazione Rai.



L'Usigrai: delirio senza precedenti. «Mai prima alla Rai una cosa del genere e siamo certi neanche nello Zimbabwe. Il delirio di Masi ad Annozero svela agli italiani il perchè del nostro referendum di sfiducia, che ha raggiunto percentuali in Italia sconosciute - commenta il segretario Carlo Verna - Speriamo sia evidente anche per l'azionista, rappresentato dal ministro dell'Economia Tremonti, al quale chiediamo un incontro urgente e per il consiglio di amministrazione della Rai, che ora non può più eludere risposte. Un kamikaze dell'azienda contro la sua stessa azienda davanti a tutti i suoi utenti».



Romani: «Anche stasera Annozero ha superato ogni limite del decoro, della decenza e del rispetto della deontologia giornalistica - dice il ministro dello Sviluppo Economico - Sono stati nuovamente violati i diritti di dignità, onore, reputazione e riservatezza costituzionalmente garantiti alle persone coinvolte in un'indagine o in un processo, così come stabilito dal Codice di Autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive. Codice dell'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni concordato dall'Ordine dei giornalisti, dalla FNSI, e sottoscritto da tutte le emittenti televisive, fortemente voluto dal Capo dello Stato e richiamato anche dal Codice etico della Rai. Nelle prossime ore ci attiveremo presso le sedi opportune per richiedere la più stretta osservanza delle regole così gravemente violate».



Lupi: sospendere Annozero. «È di una gravità inaudita quanto accaduto questa sera ad Annozero - dice il vicepresidente della Camera e componente Commissione Vigilanza Rai, Maurizio Lupi - Abbiamo assistito al solito processo contro il presidente del Consiglio, Berlusconi, con l'esclusione volontaria dell'onorevole Francesco Paolo Sisto, esponente del Pdl ma soprattutto segretario della Giunta per l'Autorizzazione a procedere, che non è stato ammesso alla trasmissione. Chiediamo una convocazione immediata della Commissione di Vigilanza Rai e la sospensione del programma Annozero. È un atto gravissimo non garantire neanche il minimo di contraddittorio e di pluralismo nel servizio pubblico».



Gentiloni: «Con una telefonata, iniziata con toni da censura golpista e conclusa con un balbettio da operetta, Masi conferma che non può continuare a guidare la Rai - dichiara il responsabile del forum comunicazioni del PD - Milioni di telespettatori hanno constatato l'assoluta inadeguatezza di un vertice Rai ridotto a fare minacciose telefonate su commissione nei confronti del programma di informazione di punta della propria azienda».



L'Idv: in gioco la democrazia. «Quanto è avvenuto questa sera ad Annozero è gravissimo. La telefonata in diretta di Masi rappresenta un'intollerabile intromissione nel lavoro di Michele Santoro e della sua redazione - afferma il portavoce Leoluca Orlando - Non possiamo accettare che si cerchi di attuare una censura nei confronti di trasmissioni libere, come Annozero, che provano semplicemente a riportare le notizie. Anche quelle sgradite al presidente del Consiglio. I telespettatori che pagano il canone hanno il diritto di essere informati. È in gioco la democrazia del Paese. A Michele Santoro e alla sua redazione va tutta la solidarietà dell'Italia dei Valori».



Farefuturo: agghiacciante tentativo di censura. «Incapace di assumersi la sua responsabilità, con affanno, quasi pigolando, il direttore della televisione pubblica ha provato a minacciare Michele Santoro, dissociandosi dalla puntata di Annozero che stava per incominciare perchè “potrebbe violare le regole”. Un agghiacciante tentativo di censura - scrive Ffwebmagazine - Un'altra brutta pagina, per l'informazione, per la politica e per il paese. Una pagina brutta anche per un direttore generale che ha perso così - letteralmente “fatto a fettine” da Santoro nel confronto telefonico - ogni residua parvenza di indipendenza e di credibilità. Un altro tentativo disperato, e fallito, di impedire agli italiani di sapere e di capire la verità. Ma con buona probabilità sono le ultime e orribili pagine di questa lunga storia».


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