A Lampedusa 6.200 migranti, manca il cibo
La Ue all'Italia: no respingimenti di massa

La consegna dei pasti a Linosa (foto Filippo Venezia - Ansa)
La consegna dei pasti a Linosa (foto Filippo Venezia - Ansa)
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Martedì 29 Marzo 2011, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 23:16
ROMA - In attesa delle navi per il trasferimento dei migranti, alta tensione a Lapedusa, dove mancano i pasti per duemila delle oltre seimila persone sbarcate. Il governo intanto annuncia che slitta di un giorno il Consiglio dei ministri che deve discutere i provvedimenti per cercare di tamponare l'emergenza: 24 ore per consentire al premier Silvio Berlusconi di verificare di persona la situazione nell'isola siciliana dove la situazione sta letteralmente esplodendo. Ma anche per appianare le divergenze nel centrodestra sul da farsi.



Il leader leghista Umberto Bossi intanto insiste: l'Europa deve intervenire, ma la sua battuta in dialetto sui migranti («Fora da i ball») crea un caso e le opposizioni insorgono chiedendo «è la linea del governo?». Nel frattempo il capo dello Stato Giorgio Napolitano, sollecita i governatori: no a incertezza e divisioni davanti a una situazione inaccettabile. La Cei avverte: riconoscere gli immigrati come cittadini. Il commissario Ue Cecilia Malmstrom invece bacchetta Italia: no a respingimenti di massa, no a consiglio Ue strordinario; l'Italia - aggiunge - ha già le risorse messe a disposizione dall'Europa, le usi.



Il Viminale ha intanto convocato per giovedì Regioni, Province e Comuni per mettere a punto in via definitiva il piano di accoglienza per i profughi. «Puntiamo ad individuare tra i siti messi a disposizione della Difesa aree idonee ad ospitare i migranti che si trovano ora a Lampedusa» dice il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ammettendo che ci sono difficoltà, dovute al fatto che in soli due mesi e mezzo sono arrivati 15 mila migranti. «Stiamo facendo ogni sforzo - assicura - per trovare una soluzione». Mercoledì invece il premier Silvio Berlsuconi sarà a Lampedusa.



Sono quasi mille i migranti sbarcati durante la notte sulle coste italiane: non solo a Lampedusa, dove sono arrivati in 454, ma anche sulle spiagge di Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove è approdato un barcone con quasi 500 persone a bordo. Ora a Lampedusa sono presenti 6.200 migranti, secondo i dati della Regione Sicilia.



Le proteste sull'isola intanto continuano: occupato il consiglio comunale. I trasferimenti sono cominciati e stamani è arrivato a Taranto il primo traghetto con 827 persone destinate alla tendopoli di Manduria. Slitta però il Consiglio dei ministri che mercoledì avrebbe dovuto esaminare il piano del Viminale per arginare l'emergenza e l'ipotesi d'accordo raggiunta con la Tunisia. Lampedusa sarà comunque evacuata e i migranti saranno distribuiti in alcuni dei 13 siti messi a disposizione dalla Difesa in diverse regioni italiane. Per quanto riguarda il fronte tunisino, l'Italia offre uomini e mezzi per il controllo dei porti, 150 milioni per il rilancio dell'economia e 2.500 dollari per ogni tunisino che decide di rientrare nel proprio Paese.



Il sindaco: pasti solo per 4.200. Lampedusa accoglienza, la società che per contratto gestisce l'accoglienza dei migranti in arrivo a Lampedusa, distribuisce 4.200 pasti al giorno. Nell'isola al momento ci sono 6.200 immigrati, dunque 2.000 persone non mangiano, denuncia il sindaco Dino De Rubeis.



Sono 454 i migranti giunti a Lampedusa nella notte. I primi 190 sono sbarcati poco prima della mezzanotte: si tratta per lo più di eritrei, tra cui molte donne e bambini, soccorsi dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, coordinate dalla Capitaneria di porto. Dal secondo barcone sono arrivati 149 tunisini, scortati in porto da un guardacoste, altri 115 sono sono stati soccorsi, da due guardacoste, e giunti in porto alle 3.25. Tra le tante donne ce n'è anche una incinta di sette mesi trasferita nel poliambulatorio. Nel barcone anche diversi bambini, tra cui cinque neonati, il più piccolo di due mesi. Eritrei, somali ed etiopi sono stati trasferiti nell'ex base Loran, dove ci sono già un centinaio di minori e donne tunisine.



A Pozzallo un barcone con 450 profughi partiti dalla Libia si è incagliato nella notte a 50 metri dalla costa. Gli extracomunitari sono in gran parte eritrei, somali e di altri paesi del Corno d'Africa. Tra le 405 persone, oltre le 50 che erano già approdate a terra, anche 128 donne, tra cui 4-5 incinte. Un numero insolitamente elevato rispetto che fa pensare che sull'imbarcazione si trovassero interi nuclei familiari: circostanza avvalorata anche dal fatto che i minori a bordo erano 45. Le condizioni di salute dei migranti sono buone: solo qualche caso di ipotermia, mentre le donne in stato interessante sono state trasportate in ospedale. Gli immigrati hanno dichiarato di essere somali ed eritrei e di essere partiti da Tripoli.



Ripresi i trasferimenti in altri centri di accoglienza. Sono previsti infatti per oggi sei ponti aerei per trasferire 550 extracomunitari e una nave civile che dovrebbe trasportarne alti 800. L'annuncio è stato dato dal sindaco dell'isola Bernardino De Rubeis.



Cinque navi per evacuare l'isola e almeno altre due tendopoli, a Trapani e in provincia di Pisa, per accogliere le migliaia di migranti sbarcati in questi giorni: prende corpo il piano per liberare Lampedusa. Un'accelerazione dovuta alla situazione ormai fuori controllo e che prevederebbe anche l'ipotesi di riportare in Tunisia i migranti con le navi civili. Il piano sarà mercoledì sul tavolo del Consiglio dei ministri, assieme all'intesa raggiunta da Maroni e Frattini venerdì scorso a Tunisi per bloccare le partenze. Accordo, di fatto, completamente ignorato dalle autorità tunisine. L'Italia si è impegnata a fornire uomini, mezzi e e apparecchiature per il controllo dei porti, ad addestrare le forze di polizia e a mettere sul piatto 150 milioni per il rilancio dell'economia.



Oltre ad una dote di 2.500 dollari, nonostante le critiche della Lega, per ogni tunisino che volontariamente decide di rientrare nel proprio paese. Ma tutto ciò è condizionato ad un impegno delle autorità per bloccare i flussi migratori. «Se non ci sarà un segnale concreto dalla Tunisia per fermare i flussi migratori, procederemo con i rimpatri forzosi. Abbiamo già predisposto gli strumenti necessari per procedere dopo il Cdm» ha minacciato il ministro dell'Interno. L'ipotesi su cui si sta lavorando è riportare direttamente in Tunisia, con navi civili, le migliaia di migranti arrivati a Lampedusa. Ma si tratta di un percorso in realtà di difficile realizzazione: la maggior parte dei migranti non sono stati ancora identificati e, dunque, non possono essere rimpatriati. È molto probabile che l'ipotesi serva a far pressione sul governo di Tunisi, affinchè rispetti l'accordo.



Mercoledi arriveranno nell'isola quattro navi passeggeri e la San Marco della Marina Militare. Le navi civili sono Clodia, Executive, Catania e Suprema. L'obiettivo è quello di portare via tutti i migranti, sperando che non ne arrivino altri. Per ospitare i tunisini, il Viminale ha deciso di individuare una serie di aree dove allestire le tendopoli e utilizzare alcuni dei 13 siti messi a disposizione dalla Difesa che, nelle intenzioni del governo, avrebbero dovuto accogliere soltanto i profughi provenienti dalla Libia: tra caserme e aree dismesse ci sono Trapani, Marsala (Trapani) e Torretta (Palermo) in Sicilia, Manduria (Taranto), Carapelle (Foggia) e San Pancrazio Salentino (Brindisi) in Puglia, Boceda (Massa Carrara) in Toscana, Monghidoro (Bologna) in Emilia Romagna, Cirè e Front (Torino) in Piemonte, Castano Primo (Milano) in Lombardia, Clauzetto (Pordenone) e Sgonico (Trieste) in Friuli Venezia Giulia.



Due campi sono già in funzione: la tendopoli di Manduria, dove ai 600 migranti presenti se ne sono aggiunti altri 827 arrivati con la nave Grimaldi, e quella nell'ex aeroporto di Chinisia a Trapani, dove si sta predisponendo l'accoglienza per 500 persone. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha assicurato che a Manduria andranno al massimo 1.500 migranti, anche se le tende presenti sono 350 e, dunque, consentono di portare il campo da un minimo di 2.100 a un massimo di 2.800-3.000 posti. In ogni caso troppo pochi per i numeri di Lampedusa. Per questo verrà realizzata almeno un'altra tendopoli, con ogni probabilità a Coltano in provincia di Pisa. E non è escluso che se ne faccia una anche al nord. «È intenzione del governo - ha confermato Mantovano - far sì che il carico di questa situazione venga distribuito su tutto il territorio nazionale». Subito dopo il Cdm, infatti, è in programma l'incontro al Viminale con Regioni, Province e Comuni: sarà quella l'occasione per ribadire che per superare l'emergenza serve il contributo di tutti, nessuno escluso.



La Ue: no a respingimenti di massa in Tunisia. Il commissario Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom, mette in guardia l'Italia dal ricorrere ai respingimenti di massa per arrestare il flusso di immigrati dalla Tunisia. «Sono in contatto giornaliero con le autorità italiane - ha detto il commissario all'Ansa - e so che a Lampedusa stanno per arrivare alcune navi per il trasferimento degli immigrati. È chiaro - ha aggiunto in riferimento all'ipotesi di un'azione di forza per rispedire gli immigrati in Tunisia - che non possono essere respinte le persone che hanno bisogno di protezione e richiedono asilo».



«Quello che ho visto a Lampedusa è veramente desolante: i tunisini hanno occupato l'isola. I migranti sono dovunque e cominciano ad entrare nelle case ed a minacciare la gente che sta tappata dentro perchè ha paura di uscire - ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo - I lampedusani hanno paura di imbattersi in questi uomini di 20 e 30 anni che finora non hanno manifestato intenti aggressivi ma domani quando dovessero capire che siamo intenzionati a riportarli a casa potrebbero innescare qualche rivolta o anche qualcosa di peggiore».



Occupata l'aula del consiglio comunale a Lampedusa. Alcuni abitanti, che chiedono il trasferimento in altri posti dei migranti, hanno affisso striscioni di contestazione al governo. «Non è razzismo, ma sopravvivenza» c'è scritto in un grande manifesto sopra la tribuna del consiglio comunale. In un altro si legge «State distruggendo il nostro futuro» mentre in uno striscione all'ingresso del municipio è disegnato un barcone con la scritta: «governo» e poi «arriverà???». Alcune madri propongono la chiusura del polo didattico per paura che i loro figli possano venire a contatto con i tunisini che bivaccano nella zona. Una donna ha raccontato che davanti la sua abitazione, vicino la Casa della Fraternità ci sono circa 500 migranti che fanno i bisogni fisici per strada.



Napolitano: il problema dell'afflusso di immigrati sulle coste italiane «non è solamente nostro ma dell'intera Europa» per questo «abbiamo bisogno di politiche univoche sia sull'immigrazione che sull'asilo politico, e speriamo che tutto cio sia possibile nelle prossime settimane, ha detto il presidente Giorgio Napolitano in un'intervista rilasciata negli Stati Uniti a Maria Bartiromo di CMBC. L'intervista sarà trasmessa oggi su Class CNBC (canale 507 di Sky) alle 16.30, alle 21.00 e alle 23.00, e su ClassNewsMsnbc (canale 27 del digitale terrestre) alle 17.00, alle 19 e alle 21.00.



«Fora da i ball». Umberto Bossi usa un'espressione dialettale lombarda e risponde così ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono quale sia la soluzione per l'emergenza immigrati a Lampedusa. «L'Europa deve intervenire presto», aggiunge Bossi. Quanto al trasferimento degli immigrati nelle regioni del Nord Bossi prende tempo: «Vediamo, meglio tenerli vicini a casa loro. Per portarli sull'Alpe devi fare migliaia di chilometri... Nessuna regione è contenta di prendere i migranti. La prima cosa è portarli dall'isola a casa. Ma queste sono cose che Maroni conosce a menadito».
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