Blue Whale, tra casi sospetti e falsi allarmi. Emergenza o psicosi?

Blue Whale, un caso sospetto e due falsi allarmi. Emergenza o psicosi?
Blue Whale, un caso sospetto e due falsi allarmi. Emergenza o psicosi?
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Venerdì 26 Maggio 2017, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 21:42

Blue Whale, emergenza o psicosi? Mentre le famiglie italiane, da giorni, si interrogano sulla pericolosità di questo presunto gioco online, che in Russia avrebbe fatto ben 157 vittime tra gli adolescenti, anche la Polizia lancia l'allarme spiegando le regole per riconoscere i segnali nei propri figli. Da diversi giorni, da quando cioè un reportage de Le Iene ha tolto il velo su quello che sembra un caso mondiale, sono all'ordine del giorno casi di ragazzini, spesso giovanissimi, i cui casi vengono individuati come potenzialmente a rischio.

Ma se per qualcuno di questi casi si è riusciti ad intervenire in tempo, e per altri suicidi, tentati o riusciti, si inizia a sospettare di presunti legami con il Blue Whale, fioccano anche i fake. Protagonisti, adolescenti che vogliono attirare l'attenzione, o che fanno uno scherzo ad un compagno, o che si divertono a spaventare i loro genitori.

DUE FALSI ALLARMI A ROMA Due i falsi allarmi oggi a Roma. Nel primo episodio a dare l'allarme è stato uno dei gestori di telefonia mobile dopo che, un sms, scritto da un'adolescente ad un numero fatto a caso, annunciava il superamento di tutti i livelli del gioco, indicando così un possibile epilogo fatale. Gli accertamenti informatici, eseguiti «a tempo record dalla sala operativa della Questura», hanno permesso di appurare che l'adolescente era regolarmente a scuola ed ignaro di tutto. Subito dopo i poliziotti hanno scoperto che un compagno di classe del presunto giocatore, per scherzare, aveva mandato l'sms con i riferimenti al «Blue Whale».

Più drammatica l'altra vicenda: un fanciullo, per attirare l'attenzione, ha fatto intendere ai familiari di essere in una fase avanzata del gioco, mostrando una balena disegnata su un braccio. I familiari si sono così rivolti al 112 Nue- Numero unico delle emergenze. Ad intervenire sono stati i poliziotti del commissariato di zona, insieme al personale specializzato nel disagio giovanile. Gli agenti hanno subito verificato che la balena mostrata era solo disegnata con un pennarello rosso e non incisa sulla pelle. Per ulteriori accertamenti clinici il ragazzo, con il consenso dei genitori, è stato portato in un centro specialistico.

UN ALTRO CASO SOSPETTO IN FRIULI La Procura di Udine ha aperto un fascicolo per «istigazione al suicidio a carico di ignoti» per un sospetto caso di Blue Whale, la sfida delle 50 prove in 50 giorni che istigherebbe gli adolescenti fino al suicidio. La vicenda coinvolgerebbe una ragazzina friulana. Lo si apprende dal Procuratore di Udine, Antonio De Nicolo. Stando agli elementi emersi finora, la minore coinvolta sarebbe ancora nella fase iniziale della sfida, che comincia con la sveglia alle 4 del mattino e la visione di film horror per arrivare fino al suicidio gettandosi dal palazzo più alto della città, dopo le ferite autoinferte con un temperino per tatuarsi una balena sul braccio, da cui il nome di Blue Whale. 

«La collega pubblico ministero di turno - ha riferito De Nicolo, interpellato dall'ANSA - ha ricevuto oggi una telefonata dalla polizia giudiziaria che le ha segnalato un caso, l'unico che abbiamo». «Procederemo con la massima determinazione possibile per identificare i canali con cui sono arrivati i messaggi delle sfide», ha aggiunto De Nicolo precisando di essere in attesa di ricevere la prima informativa scritta da parte della Polizia Giudiziaria. «L'aspetto più importante è che una simile vicenda impone a tutti, famiglie, scuola, associazioni sportivi e chi si occupa di minori, di agire in via preventiva», ha concluso il Procuratore. Le indagini sono svolte dalla Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia, la cui dirigente, Alessandra Belardini, ha riferito che ci sono anche altre segnalazioni. «Ci sono tanti allarmi e diversi genitori vengono a confrontarsi. Alcune cose sono ingigantite, altre vanno approfondite», ha detto Belardini. 

L'ALLARME DATO DAI GENITORI L'allarme sarebbe stato lanciato dai genitori. La ragazzina vive in provincia di Udine e ha 13 anni.

I genitori hanno notato un tatuaggio, simile a quello del Blue Whale, sul braccio della figlia e hanno capito di cosa si trattava. Si sono così subito rivolti alla Questura del capoluogo friulano, che ha fatto immediatamente partire le indagini, affidandole alla Polizia Postale. Gli investigatori - stando a quanto si è riusciti a sapere - hanno «preso in carico» il cellulare della ragazzina per ricostruire quello che stava avvenendo, verificare se veramente si tratta di un caso di Blue Whale e, quindi, risalire ai presunti istigatori.

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