WhatsApp, segnalare autovelox e posti
di blocco della polizia nei gruppi è reato

WhatsApp, segnalare autovelox e posti di blocco della polizia nei gruppi è reato
WhatsApp, segnalare autovelox e posti di blocco della polizia nei gruppi è reato
di Simone Pierini
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Mercoledì 23 Gennaio 2019, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 13:19
Una volta bastava «fare i fari» con gli abbaglianti. Ora si mandano sms nei gruppi di WhatsApp. Segnalare sui gruppo di WhatsApp la presenza autovelox, posti di blocco e controlli della polizia è però un reato. L'abitudine di molti automobilisti in quello che era considerata semplice solidarietà tra cittadini di avvisare di eventuali posti di blocco è vietato dalla legge. E il reato ha anche un nome ben preciso: interruzione di pubblico servizio, in concorso




Come chiarisce l’art. 340 del codice penale, tale reato si pone in essere quando si «cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità». Per chi commette questo reato, che si può costituire anche utilizzando per la segnalazione dei controlli un navigatore collegato a una chat, è prevista la reclusione fino a un anno e fino a cinque anni per capi, promotori e organizzatori della turbativa.

L'utlimo caso è quello di Canicattì. Hanno creato un gruppo su WhatsApp per segnalare, attraverso una serie di messaggi, agli automobilisti la presenza di posti di blocco e di autovelox posizionati dalle forze dell'ordine. Per questo 62 persone sono state denunciate dalla polizia per interruzione di pubblico servizio. Alla loro identità si è risaliti dopo il ritrovamento di un telefono cellulare, il cui proprietario faceva parte del gruppo interessato ai messaggi. «Un sistema efficace che finiva per vanificare - affermano gli investigatori - il buon esito del controllo del territorio intrapreso. Da qui la contestazione dell'ipotesi di interruzione di pubblico servizio»

Nel frattempo WhatsApp scende in campo contro la propagazione delle fake news attraverso la sua chat. L'azienda, di proprietà di Facebook, ha annunciato l'imminente introduzione di un limite alle persone con cui si potrà condividere un messaggino. Un testo, una foto o un video ricevuti su WhatsApp potranno essere inoltrati a un massimo di cinque destinatari contemporaneamente, in modo da porre un argine alla diffusione di bufale.

La novità è già stata sperimentata in India, dove WhatsApp l'estate scorsa è stata usata per diffondere false notizie che hanno portato ad atti di violenza e al linciaggio di alcuni individui ingiustamente accusati di traffico di minori. In quell'occasione il governo indiano aveva chiesto «misure immediate» per contrastare la circolazione di fake news.

L'estensione del limite a livello globale, ha spiegato la società sul suo blog, servirà a mantenere WhatsApp fedele al modo in cui è stata progettata: un applicazione per scambiarsi messaggi privati. «Abbiamo deciso il limite di cinque perché crediamo che sia un numero ragionevole per raggiungere gli amici e insieme prevenire gli abusi», ha detto Carl Woog, a capo della comunicazione di WhatsApp, al quotidiano britannico The Guardian.
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