Schiaffi alla compagna incinta e sigaretta spenta nell'orecchio della figlia: divieto di avvicinamento per il padre violento

Schiaffi alla compagna incinta e sigaretta spenta nell'orecchio della figlia: divieto di avvicinamento per il padre violento
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Martedì 1 Settembre 2020, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 18:48

Nonostante la compagna fosse in stato di gravidanza l’avrebbe costretta a passare la notte fuori dalla loro casa di Nardò insieme alle sue bambine. Terrorizzata dopo essere stata presa a schiaffi in faccia e strattonata, quella donna avrebbe preferito stare all’addiaccio per tenere se stessa e le sue figlie lontane dal compagno.

Un uomo violento e prevaricatore, capace - è accusato anche di questo - di spegnere una sigaretta nell’orecchio di una delle figlie. Per questo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Sergio Tosi, ha disposto per quell’uomo, 54 anni di Nardò, il divieto di avvicinamento alla compagna ed alle figlie.

Il provvedimento è stato eseguito nelle scorse ore dai carabinieri della stazione di Nardò nell’indagine condotta con il pubblico ministero Luigi Mastroniani (del pool fasce deboli). Eseguito con una certa urgenza per le ipotesi di reato di maltrattamenti e lesioni personali: nelle ultime due settimane mamma e figlia avrebbero subito una escalation di violenza. In particolare il 17 agosto la donna è stata medicata al Pronto soccorso dell’ospedale di Casarano per un trauma cranico ed escoriazioni al collo. E da quel giorno gli investigatori hanno raccolte le testimonianze sentendo la donna (assistita dall’avvocato Giuseppe Bonsegna), le due figlie ed una loro conoscente che alcune volte le ha accolte in casa.

Intanto sul terribile episodio di violenza nelle scorse ore è intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione puglia Vincenzo Gesualdo. «Anche questa volta ci troviamo di fronte a un caso di minacce perpetrate nel corso degli anni, e solo quando le percosse e le violenze psicologiche hanno fatto terra bruciata intorno alla vittima, si è finalmente arrivati alla denuncia» sottolinea il dottor Gesualdo che incoraggia le vittime di violenza a denunciare gli abusi per non dover arrivare a mettere in pericolo la propria vita e quella dei propri cari.

«In questo caso l'uomo violento ha agito per sei anni ai danni della compagna e delle figlie, spegnendo addirittura una sigaretta nelle orecchie di una delle piccole, causando traumi fisici importanti alla moglie anche durante la gravidanza, picchiandola frequentemente» prosue il presidente. E sottolinea quanto siano ancora peggiori le ferite dell'anima: «Sappiamo che l'uomo inveiva non solo fisicamente, ma anche psicologicamente, sullo stato mentale della compagna, terrorizzandola e costringendola ad allontanarsi da familiari e amici. Questo è un modo subdolo ma molto comune per avere il controllo sulle vittime». Gesualdo ricorda ancora una volta, dunque, quanto sia necessario denunciare: «Iniziare un percorso con un professionista del benessere psicologico è solo la base per riacquisire la sicurezza in se stessi necessaria a rifiutare l'accettazione di simili violenze. Inoltre vi sono percorsi di cura non solo per gli offesi ma anche per gli “offender” affinché si possa dedurre e curare tale comportamento. Siamo vicini alle istituzioni per affiancare le vittime di violenze, soprattutto nella fase di denuncia, unico modo per uscire dall'incubo».
 

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