Vincenzo, morto bruciato vivo nell'auto: arrestati moglie, figlio e amante. Lei diceva: «Si è ucciso»

Vincenzo, morto bruciato vivo nell'auto: arrestati moglie, figlio e amante. Lei diceva: «Si è ucciso»
Vincenzo, morto bruciato vivo nell'auto: arrestati moglie, figlio e amante. Lei diceva: «Si è ucciso»
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 15:56

SAN GIOVANNI In GERACE - Nel novembre scorso Vincenzo Cordì era stato trovato carbonizzato nella sua auto, a Roccella Jonica, in Calabria: dalle indagini ora emerge una pesantissima accusa nei confronti della moglie, che stamattina è stata arrestata insieme al suo amante e al figlio del primo matrimonio. Lei è Susanna Brescia, 42 anni, con precedenti, il figlio è il 22enne Francesco Sfara, il presunto amante è Giuseppe Menniti, 41 anni, con precedenti di polizia.

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L'omicidio avvenne in località Scialata di San Giovanni di Gerace, nella Locride. I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno accertato che nella tarda serata dell'11 novembre 2019 Susanna, con l'inganno, ha dapprima condotto Vincenzo Cordì in una località appartata e successivamente, con il concorso del figlio e dell'amante lo ha tramortito, cosparso di benzina e gli ha dato fuoco all'interno della propria autovettura. L'auto sarebbe stata data alle fiamme mentre Vincenzo era ancora vivo.
Susanna Brescia avrebbe tentato di spingere le indagini degli inquirenti sull'ipotesi del suicidio del marito: la donna, al fine di depistare le indagini, secondo quanto emerso dalla indagini dei carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, coordinate dalla Procura di Locri, ha cercato di far credere agli inquirenti che il compagno avesse deciso di togliersi la vita a causa di un periodo di forte depressione che stava attraversando.
Le indagini, partite dal rinvenimento del corpo carbonizzato all'interno dell'auto, hanno consentito di far luce sul delitto e sul movente, inquadrato nell'ambito familiare. I Carabinieri di Reggio Calabria, dalle prime ore di questa mattina, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, hanno dato esecuzione all' ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Locri nei confronti dei tre. 

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