Zona gialla, quali regioni a rischio chiusura a settembre? Variante Delta dominante, il caso Sardegna

Variante Delta e zone gialle, i giorni della verità. La Capua: «Abbiamo 6 settimane per fermare il virus»
Variante Delta e zone gialle, i giorni della verità. La Capua: «Abbiamo 6 settimane per fermare il virus»
di Diodato Pirone
5 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Agosto 2021, 11:11

Sul fronte della pandemia la domanda è sempre la stessa: che cosa ci attende a settembre? Torneranno le zone gialle? Per rispondere in modo non superficiale a questa domanda occorre fissare due paletti, uno contrastante con l'altro.

IN ITALIA VICINI AL PICCO E OVER-80 VACCINATI AL 95%

Il primo punto di riferimento riguarda l'immediato, l'Italia e fa ben sperare: gli ultimi dati sui contagi nel Belpaese sono migliori di quanto si prevedesse fino a una settimana fa. Questo fa dire agli esperti che il picco della nuova ondata da noi sarà raggiunto intorno a Ferragosto (a breve vedremo i numeri) e che - se non ci saranno imprevisti - a settembre non dovrebbe innescarsi quell'escalation di ricoveri e decessi che scattò con l'autunno del 2020. E questo anche perché i vaccinati ultraottantenni, quelli di cui il virus ha fatto strage, sono ormai vaccinati al 95% (senza contare i guariti dal contagio).

IL CASO FLORIDA INQUIETA

Il secondo paletto è di tenore molto più cupo, riguarda il medio periodo e uno scenario globale e non solo italiano: negli Stati Uniti stanno crescendo i casi di persone con due dosi che vengono colpiti dalla variante Delta. Ieri la dottoressa Ilaria Capua, che insegna all'Università della Florida, ha lanciato l'allarme sul Corriere della Sera. «La variante Delta si comporta come un'anguilla e tende a sfuggire alla rete tesa dal vaccino», ha detto. In Florida dove il livello di vaccinazione è relativamente basso il contagio sta crescendo in modo esponenziale andando ad attaccare anche quote di vaccinati. Gli addetti ai lavori parlano di «fase di breakthroughts», cioè di rotture della linea di protezione costruita dal vaccino. Secondo la Capua tuttavia «per i vaccinati il rischio di rimetterci la pelle o di vedere accorciata la propria vita resta bassissimo mentre per i non vaccinati è tutto un altro film».

Quindi anche la scienziata italiana che insegna in America lancia un appello a tutti a vaccinarsi in fretta per evitare che l'ondata di contagi si trasformi nell'ennesimo blocco degli ospedali e di alcune attività lavorative. «Abbiamo 6 settimane di tempo».

Ma torniamo all'Italia in attesa di capire a livello planetario come andrà a finire la battaglia fra il vaccino.

I DATI ITALIANI SONO POSITIVI

Da noi per fortuna le cifre  parlano chiaro: il virus sta rallentando la sua corsa (ripetiamolo per scrupolo: i casi crescono meno ma non diminuiscono ancora). A livello regionale nella settimana fra il 24 e il 30 luglio si segnalano incrementi del 17,0% in Campania (contro il 46,3% la settimana precedente); 22,6% in Lombardia (da 60,2%); 20,1% in Veneto (da 121,9%) e 53,4% in Emilia Romagna(da 144,7%). Nel Lazio fra il 29 luglio e il 4 agosto i contagi sono addirittura scesi del 14% rispetto alla settimana precedente.

Attualmente la media italiana di contagi oscilla intorno ai 5.200 casi giornalieri, quasi tutti con variante Delta. Questo dato sembra destinato a salire un pochino fino a Ferragosto e poi - secondo gli addetti ai lavori che però non hanno certezze assolute - dovrebbe iniziare a scendere.

 

CON LA DELTA DECESSI ALLO 0,4% DEI CONTAGI

Sulla base dell'esperienza della Gran Bretagna, il paese europeo più colpito dalla variante Delta, con l'ultima versione del virus finisce in ospedale l'1% dei contagiati mentre i casi di decessi sono lo 0,4% degli infettati. Se trasferiamo all'Italia queste percentuali si ottiene che f i ricoveri dovrebbero stabilizzarsi sulla media di  50 circa al giorno (1% di 5.200) e i decessi  a 20 (0,4% di 5.200). Dati rassicuranti. In realtà in Italia le percentuali di ricoverati e di decessi rispetto ai contagiati saranno più alti per la semplice ragione che gli inglesi fanno 1 milione di tamponi al giorno e dunque cercano accuratamente il virus mentre noi viaggiamo intorno a quota 200.000 test giornalieri e dunque molti contagiati non vengono "contabilizzati".

IMMUNIZZATI ITALIANI OLTRE IL 70%?

Per certi aspetti questo dato della scarsa accuratezza italiana sul fronte dei tamponi è rassicurante. In Italia infatti risultano ufficialmente guartite dal virus e dunque immunizzate circa 4,3 milioni di persone che però nella realtà saranno almeno 10 milioni. Questo esercito di autovaccinati si aggiunge ai 34 milioni di immunizzati con le due dosi di vaccino. Avere 44 milioni di immunizzati (34 coi i vaccini e 10 via virus) significa aver protetto dalle conseguenza gravi del virus il 73% della popolazione italiana. Nel mese di agosto inoltre sono previste altre 12 milioni di inoculazioni e dunque la percentuale di italiani protetti dal virus dovrebbe alzarsi ulteriormente.

NON TUTTE LE REGIONI SONO UGUALI: IL CASO SARDEGNA

Tutto questo impedirà nuove chiusure a settembre? Torneranno le zone gialle o addirittura rosse? Nessuno può garantire questa certezza al 100%. Anche perché la situazione è diversa Regione per Regione. Ieri la Sardegna ha registrato 31 nuovi contagiati ogni 100.000 abitanti contro i 7 della Lombardia e i 9 del Lazio.

Inutile spendere altre parole: la qualità della nostra vita nell'immediato futuro dipenderà dal livello di vaccinazioni che raggiungeremo alla fine di agosto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA