Il vaccino Sputnik V contro il Covid verrà prodotto in Italia: ad annunciarlo è la Camera di Commercio Italo-Russa, in una nota pubblicata sul suo sito internet. L'Italia sarà dunque il primo Paese dell'Unione europea a produrre il vaccino russo: «Firmato il primo accordo in Europa tra il fondo governativo russo e la società ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione in Italia del vaccino Sputnik V», si legge nella nota.
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«Nelle scorse ore l'amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund (RDIF), Kirill Dmitriev, ha confermato di aver raggiunto un accordo con l'azienda ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia, siglando il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino.
«La Camera di Commercio italo-Russa (CCIR), con lo scopo di contribuire allo sviluppo della collaborazione economica, commerciale, tecnica, giuridica, scientifica e culturale tra l'Italia e la Federazione Russa, già dal mese di ottobre 2020, con il supporto dell'Ambasciata Italiana a Mosca, ha promosso incontri tra imprese italiane ed europee con le controparti istituzionali russe per verificare le opportunità in termini di cooperazione relative alla produzione del vaccino russo Sputnik V in Italia», si legge ancora nella nota ufficiale.
«Gli incontri, promossi dalla Camera di Commercio italo-russa, hanno avuto lo scopo di identificare alcuni partner strategici in Italia per predisporre la produzione del vaccino Sputnik V sul territorio italiano utilizzando le conoscenze e le eccellenza italiane dell'industria italiana del farmaco per fronteggiare la crescente richiesta di dosi dei preparati vaccinali».
Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Russa, Vincenzo Trani, ha confermato che «le imprese italiane sono strategiche, hanno capacità e competenze uniche nel panorama europeo e sono in grado di affrontare il mercato con flessibilità e rapidità». «L'accordo tra la Russia e la nostra impresa associata è il primo accordo con un partner europeo. Un accordo storico che mostra lo stato di salute dei rapporti tra i nostri due Paesi e sottolinea come le imprese italiane sanno vedere oltre le polemiche politiche», sostiene.