Locatelli frena: «Vaccino anti Covid a novembre? Dobbiamo ancora aspettare i dati»

Locatelli frena: «Vaccino anti Covid a novembre? Dobbiamo ancora aspettare i dati»
Locatelli frena: «Vaccino anti Covid a novembre? Dobbiamo ancora aspettare i dati»
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Giovedì 17 Settembre 2020, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 11:13
Torna a parlare Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), uno degli esperti più in prima linea durante il lockdown legato alla pandemia di coronavirusIntervistato a 'Buongiorno' su SkyTg24, Locatelli ha frenato sulla eventuale disponibilità di un vaccino già da novembre, come paventato ieri: «Mi pare che anche le affermazioni fatte sui media dicono che dobbiamo ancora aspettare i dati che arriveranno dalle prossime analisi dei test effettuati, prima di poterci sbilanciare in questa direzione», ha detto Locatelli invitando alla cautela.

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«Più che fare scommesse sui tempi - ha precisato l'esperto, direttore di Oncoematologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - vorrei sottolineare ancora una volta che certo, la rapidità è un aspetto decisamente importante in una situazione come questa, ma ancora più importanti sono la sicurezza d'uso e l'efficacia. Quindi, più che arrivare velocemente - ha avvertito Locatelli, direttore di Oncoematologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - è importante arrivare molto bene».

SCUOLA, RIPRESA POSITIVA «Credo che far ripartire la scuola, e farla arrivare alla fine dell'anno scolastico nel modo più sicuro e tale da garantire la continuità, sia un'assoluta priorità per il Paese. Personalmente ritengo decisamente positivi questi primi giorni, perché si è ripartiti in maniera decisamente efficace», ha aggiunto parlando delle riaperture della scuola. «È ovvio che ci deve essere una compartecipazione di tutti a questa progettualità - ha sottolineato l'esperto - dalle famiglie alle scuole, ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie locali o territoriali».

«Si sta lavorando in maniera importante» per mettere a disposizione delle scuole italiane i tamponi rapidi per la diagnosi di Covid-19, ha spiegato il presidente del Css. «È evidente - ha premesso l'esperto - che la disponibilità di tamponi realizzati velocemente, con risultati forniti in giornata, è un aspetto assolutamente importante e rilevante».
Ma oltre che sui «tempi di refertazione rapidi» dei tamponi tradizionali, si lavora anche per fornire test diagnostici rapidi: «C'è un'attenzione decisamente spinta sull'aspetto dei tamponi rapidi che, va ben distinto - ha precisato Locatelli - saranno tamponi antigenici e non molecolari». È un investimento che si dovrà fare? «Lo si sta già facendo - ha assicurato - Si sta facendo un'attenta analisi per definire i criteri che serviranno per mettere in disponibilità questi test antigenici rapidi».

ITALIA QUARTA AL MONDO PER TAMPONI «I tamponi» per la diagnosi di Covid-19 «decisamente ci sono. Ieri ne sono stati fatti 100mila, un numero molto alto. L'Italia è il quarto Paese al mondo per numero di tamponi realizzati. E tutto questo, evidentemente, documenta un'attenzione che non esiterei a definire suprema per la diagnostica dell'infezione da coronavirus» Sars-CoV-2. «Più che il numero dei tamponi - ha però spiegato Locatelli - vanno definite le strategie rispetto a un'applicazione più larga dei tamponi stessi».

«Sono aspetti su cui si sta ragionando. Ma i numeri, oggi, parlano a favore del nostro Paese: il tasso d'incidenza dell'Italia è tra i più bassi dell'intera Europa», ha evidenziato. «E non a caso: tutti questi risultati sono stati ottenuti attraverso lo sforzo concertato, in cui la disponibilità di tamponi ha giocato un ruolo importante», ha concluso il direttore di Oncoematologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.



VACCINI INFLUENZA OLTRE 17,5 MILIONI Per la vaccinazione antinfluenzale «sono state garantite le disponibilità per un numero largamente elevato di vaccini. Siamo ampiamente sopra i 17 milioni e mezzo già ad oggi, cioè un numero molto più elevato degli anni passati». Locatelli ha sottolineato gli sforzi fatti, raccomandando che «non passi il messaggio che Regioni e Governo centrale non si stiano attrezzando per la vaccinazione antinfluenzale. Sarebbe fuorviante. Lo sforzo che è stato fatto, in particolare dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa e dal suo direttore generale è decisamente rassicurante in questa direzione».
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