L'attuale Dpcm resterà in vigore fino al prossimo 3 dicembre, data in cui il Governo potrebbe decidere di allentare le misure di sicurezza anche se gli esperti non sembrano essere d'accordo e parlano di una seconda ondata più duratura rispetto della priva allertando anche l'ipotesi di una terza ondata di covid.
LEGGI ANCHE: Natale, Crisanti: «Se apriamo tutto durante le ferie ci sarà la terza ondata»
I numeri dell'emergenza registrano un lieve miglioramento, ma gli esperti invitano ancora alla cautela. Torna a salire però il tasso di positività dal 16 al 16,3 mentre scendono i ricoveri dei pazienti con sintomi (meno della metà del giorno precedente) e aumentano in maniera contenuta i pazienti in terapia intensiva.
LEGGI ANCHE: Covid, la ristoratrice scrive al premier Conte: «Asporto e delivery? Qui ci sono 60 abitanti»
Il Governo starebbe già pensando a un decreto ad hoc per Natale, come anticipa Il Messaggero. Si aspetteranno prima i dati, ma lo scopo è salvare il Natale che dovrà essere festeggiato però con le dovute accortezze e restrizioni. Le prime misure verranno allentate nelle regioni gialle, poi si allungheranno gli orari degli esercizi, mettendo limiti alla capienza e si permetteranno gli spostamenti tra regioni. Decisioni che verranno prese con cautela, come sottolinea Pierpaolo Sileri, sottosegretario M5S alla Salute, in un'intervista a La Stampa parla ancora di festività in emergenza perché il miglioramento dei numeri è a macchia di leopardo: «Se i dati ci costringessero a rendere tutte le regioni rosse, di fatto si arriverebbe a un lockdown nazionale. Ma se si optasse per questa soluzione solo per silenziare i mugugni degli scontenti, sarebbe una sconfitta per tutti».
LEGGI ANCHE: Covid, le Marche zona arancione, da oggi il giro di vite: ecco cosa si può fare e cosa no
Tra chi è contro le aperture nel periodo Natalizio emerge Crisanti che a La Repubblica parla di effetti pericolosi: «Se si osserva la curva dei contagi e la dinamica dei decessi si capisce come siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo. E se consideriamo che con il lockdown totale di allora abbiamo dovuto attendere fine aprile per intravedere la famosa fine del tunnel, si può intuire a che punto ci troviamo. E qui non stiamo nemmeno facendo un vero lockdown». Il docente di microbiologia ribadisce la necessità di un lockdown e afferma che per valutare l'andamento della seconda ondata occorrerà più tempo. Crisanti non solo boccia una riapertura nel periodo natalizio ma aggiunge che sarebbe bene approfittare del periodo di ferie per chiudere: «Senza strumenti per contrastare la diffusione sul territorio, come si può pensare a un allentamento? A gennaio saremo di nuovo in questa situazione se non in una peggiore, nel pieno della terza ondata».