Covid, ipotesi Dpcm Natale con misure più mobide e riaperture. Gli esperti tremano: «Così sarà terza ondata»

Covid, ipotesi Dpcm Natale con misure più mobide e riaperture. Gli esperti tremano: «Così sarà terza ondata»
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Domenica 15 Novembre 2020, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 12:02

L'attuale Dpcm resterà in vigore fino al prossimo 3 dicembre, data in cui il Governo potrebbe decidere di allentare le misure di sicurezza anche se gli esperti non sembrano essere d'accordo e parlano di una seconda ondata più duratura rispetto della priva allertando anche l'ipotesi di una terza ondata di covid.

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I numeri dell'emergenza registrano un lieve miglioramento, ma gli esperti invitano ancora alla cautela. Torna a salire però il tasso di positività dal 16 al 16,3 mentre scendono i ricoveri dei pazienti con sintomi (meno della metà del giorno precedente) e aumentano in maniera contenuta i pazienti in terapia intensiva.

Franco Locatelli del Consiglio Superiore di Sanità, ha spiegato che è ancora presto per vedere gli esiti delle restrizioni attuate, così come Ranieri Guerra in un'intervista a Il Corriere della Sera ha chiaramente affermato che la seconda ondata durerà sicuramente più della precedente: «non ci dimentichiamo che siamo appena all’inizio della stagione invernale».

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Il Governo starebbe già pensando a un decreto ad hoc per Natale, come anticipa Il Messaggero. Si aspetteranno prima i dati, ma lo scopo è salvare il Natale che dovrà essere festeggiato però con le dovute accortezze e restrizioni. Le prime misure verranno allentate nelle regioni gialle, poi si allungheranno gli orari degli esercizi, mettendo limiti alla capienza e si permetteranno gli spostamenti tra regioni. Decisioni che verranno prese con cautela, come sottolinea Pierpaolo Sileri, sottosegretario M5S alla Salute, in un'intervista a La Stampa parla ancora di festività in emergenza perché il miglioramento dei numeri è a macchia di leopardo: «Se i dati ci costringessero a rendere tutte le regioni rosse, di fatto si arriverebbe a un lockdown nazionale. Ma se si optasse per questa soluzione solo per silenziare i mugugni degli scontenti, sarebbe una sconfitta per tutti».

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Tra chi è contro le aperture nel periodo Natalizio emerge Crisanti che a La Repubblica parla di effetti pericolosi: «Se si osserva la curva dei contagi e la dinamica dei decessi si capisce come siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo. E se consideriamo che con il lockdown totale di allora abbiamo dovuto attendere fine aprile per intravedere la famosa fine del tunnel, si può intuire a che punto ci troviamo. E qui non stiamo nemmeno facendo un vero lockdown». Il docente di microbiologia ribadisce  la necessità di un lockdown e afferma che per valutare l'andamento della seconda ondata occorrerà più tempo. Crisanti non solo boccia una riapertura nel periodo natalizio ma aggiunge che sarebbe bene approfittare del periodo di ferie per chiudere: «Senza strumenti per contrastare la diffusione sul territorio, come si può pensare a un allentamento? A gennaio saremo di nuovo in questa situazione se non in una peggiore, nel pieno della terza ondata».

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