Coronavirus, Salvini e le Chiese aperte a Pasqua. Fiorello: «Dio accetta preghiere anche dal salotto»

Coronavirus, Salvini e le Chiese aperte a Pasqua. Fiorello: «Dio accetta preghiere anche dal salotto»
Coronavirus, Salvini e le Chiese aperte a Pasqua. Fiorello: «Dio accetta preghiere anche dal salotto»
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Domenica 5 Aprile 2020, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 15:47
È polemica sulla proposta di Matteo Salvini che ieri ha chiesto di riaprire le chiese a Pasqua. Gli risponde, tra gli altri don Dino Pirri, assistente ecclesiastico di Azione Cattolica, sacerdote che diffonde assiduamente il Vangelo anche via social. «Caro Salvini - fa presente via social don Pirri al segretario della Lega - oggi le chiese sono chiuse perché noi preti rispettiamo la legge del nostro Paese». E ancora dice a  Salvini don Pirri «prete felice» per auto definizione: «Obbediamo ai nostri Vescovi e non a te. Non usiamo il nostro popolo ma lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune». 

La proposta di aprire le chiese per la Messa di Pasqua, pur rispettando le norme di sicurezza era stata chiesta ieri dal leader della Lega in una intervista a Sky Tg24: «Sostengo la richieste di coloro che dicono di poter entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la Messa di Pasqua, magari un pò alla volta, in quattro o cinque. C'è un appello promosso da Tempi ai vescovi italiani: rispettando le distanze, in numero limitato, la santa di Pasqua per milioni di italiani può essere un momento di speranza». 

E sulla questione interviene con un tweet anche Rosario Fiorello. «Secondo il mio parere, riaprire le chiese a Pasqua potrebbe essere un errore. Non credo che Dio accetti le preghiere solo da chi va in chiesa. Se sono credente e sono fedele posso pregare anche in bagno, cucina o salotto», "cinguetta" il conduttore

Sul piede di guerra anche il governatore del Veneto Luca Zaia. «Non intervengo su queste cose.
Ho visto, ed è giusto rispettare l'idea; so che molti cattolici chiedono la riapertura o la possibilità di celebrare la Pasqua, elemento fondante della religiosità. Non è irrilevante. Ma, oggettivamente, ricordo (anche noi chiedemmo al Patriarca di Venezia della possibilità di rispettare il droplet) l'Istituto Superiore di Sanità disse assolutamente no. Anche perchè in letteratura ci sono casi di grandi contagi nelle celebrazioni religiose». 

 
 
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