Coronavirus, von der Leyen: «Ue deve chiedere scusa all'Italia, assenti quando aveva bisogno di aiuto». Salvini: «Non basta»

Coronavirus, von der Leyen: «Ue deve chiedere scusa all'Italia, assenti quando aveva bisogno di aiuto». Salvini: «Non basta»
Coronavirus, von der Leyen: «Ue deve chiedere scusa all'Italia, assenti quando aveva bisogno di aiuto». Salvini: «Non basta»
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Giovedì 16 Aprile 2020, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 16:49
L'Unione Europea chiede scusa all'Italia, nelle parole di Ursula von der Leyen nel suo intervento al Parlamento europeo. «È vero che molti erano assenti quando l'Italia ha avuto bisogno di aiuto all'inizio di questa pandemia. Ed è vero, l'Ue ora deve presentare una scusa sentita all'Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C'è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora Ue è il cuore pulsante dell'Ue», ha spiegato la presidente della Commissione europea.

«Il bilancio pluriennale europeo sarà la guida della ripresa. Sarà diverso da quanto immaginato. Ne useremo la potenza per fare leva per investimenti massicci che servono per far ripartire la nostra economia ed il mercato interno dopo il coronavirus. Anticiperemo» fondi «con un front loading per partire subito con gli investimenti».

Sul fronte economico, ha dichiarato von der Leyen, «l'Ue ha fatto più in queste ultime quattro settimane, di quanto non abbia fatto nei primi quattro anni dell'ultima crisi». Ha dato una risposta collettiva, mobilitando oltre «tremila miliardi di euro. Ma sappiamo che dovrà essere fatto molto di più, perché questa è una lunga strada e il mondo di domani sarà molto diverso da quello di ieri».

Salvini: scuse von der Leyen non bastano «Oggi in europarlamento, la presidente Commissione von der Leyen ha detto che bisogna chiedere scusa all'Italia, ma non basta, non bastano le scuse, due sorrisi e due pacche sulle spalle». «Gli italiani - sottolinea Salvini - hanno versato 140 miliardi di euro nelle casse dell'Europa, che sono andati ad altri paesi anche per sovvenzioni dell'industria, dell'agricoltura e del turismo degli altri». «Nessuno a Berlino, a Bruxelles, pensi di mettersi in pari con l'Italia e con gli italiani andando in Parlamento e dicendo scusate».

 
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