Ucraina, diretta: attacco a Leopoli, bombardamenti vicino alla Polonia. Venti missili sulla base con istruttori stranieri: 9 morti e 57 feriti

Ucraina, attacco a Leopoli, bombardamenti per tutta la notte Israele pronta a ospitare l'incontro fra Putin e Zelensky
Ucraina, attacco a Leopoli, bombardamenti per tutta la notte Israele pronta a ospitare l'incontro fra Putin e Zelensky
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Domenica 13 Marzo 2022, 10:14

Ucraina, bombardamenti dell'artiglieria russa per tutta la notte fra sabato e domenica quando comincia il 18° giorno dell'aggressione che nei piani di Putin doveva risolversi in un finesettima. I tank di Mosca restano a poche decine di chilometri dalla capitale Kiev mentre un attacco è stato lanciato contro la base militare ucraina di Yavoriv, vicino al confine con la Polonia. Lo ha riferito il comando militare della regione di Leopoli sul proprio canale Telegram, precisando che sono stati lanciati otto missili contro la base nota come Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza.

Ore 9.30Almeno 9 persone sono rimaste uccise nell'attacco avvenuto stamane al centro militare internazionale per il mantenimento della pace a sud-ovest di Leopoli mentre i feriti sono 57. Lo riferisce il governatore della regione, scrivono i media internazionali. Maksym Kozytskyy ha confermato che la Russia ha lanciato 30 razzi contro il complesso che si trova a circa 25 km dal confine con la Polonia mentre le prime informazioni parlavano di 8 missili.

«Questo è un nuovo attacco terroristico sulla pace e la sicurezza vicina al confine con Ue e Nato». Lo afferma su Twitter il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, riferendosi all'attacco russo al Centro Internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza vicino a Leopoli, precisando che «lì lavorano istruttori stranieri». «Informazioni sulle vittime sono in corso di accertamento», aggiunge il ministro che lancia un appello: «Serve agire per mettere fine a questo. Chiudete i cieli!».

Ore 9.15.  Le forze russe stanno tentando di circondare quelle ucraine nell'est del Paese avanzando dalla direzione di Kharkiv e Mariupol. Lo ha detto stamane il ministero della Difesa britannico. «Le forze russe stanno tentando di circondare le forze ucraine nell'est del Paese mentre avanzano dalla direzione di Kharkiv a nord e Mariupol a sud», scrive il ministero su Twitter citando l'Intelligence. «Le forze russe che avanzano dalla Crimea stanno tentando di aggirare Mykolaiv mentre cercano di arrivare a ovest verso Odessa», ha aggiunto. Il ministero osserva che la Russia sta «pagando un prezzo elevato per ogni avanzata» poiché le forze armate ucraine continuano a offrire una strenua resistenza in tutto il Paese.

Ore 9. Un macchinista è morto e un altro è rimasto ferito dalle schegge di un proiettile che hanno colpito un treno passeggeri nella regione di Donetsk, nell' Ucraina orientale. Secondo il Kyiv Independent, il treno - diretto a Lyman - è stato colpito da schegge di proiettile vicino alla stazione di Brusyn, a nord di Slovyansk.

Ore 8.35. «Ora che sono state prodotte queste accuse false, dobbiamo rimanere vigili perché è possibile che la Russia stessa stia pianificando missioni con armi chimiche». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, respingendo le affermazioni del governo russo secondo cui gli Stati Uniti hanno gestito laboratori segreti in Ucraina per lo sviluppo di armi biologiche. «Vediamo con orrore il numero crescente di vittime civili e l'insensata distruzione da parte delle forze russe. Il popolo ucraino sta resistendo con coraggio e determinazione, ma è probabile che i prossimi giorni porteranno una sofferenza ancora maggiore», ha detto Stoltenberg al quotidiano Welt am Sonntag. Il segretario generale della Nato ha ribadito l'appello al presidente russo Vladimir Putin a «porre fine a questa guerra, ritirare tutte le forze e impegnarsi nella diplomazia». Stoltenberg infine ha di nuovo escluso che la Nato possa imporre una no-fly zone sull' Ucraina. Ciò significherebbe attaccare le forze russe con il rischio di «uno scontro diretto e un'escalation incontrollabile. Dobbiamo porre fine a questa guerra e non estenderla», ha sottolineato.

Ore 8.10.  Sono 3.687 gli obiettivi militari ucraini distrutti dall'inizio dell'offensiva militare. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, citato dall'agenzia di stampa Tass. Secondo il maggior generale Igor Konashenkov, nelle ultime 24 ore la difesa aerea russa ha abbattuto anche un aereo Su-24 dell'aviazione ucraina e due droni per un totale di 99 aerei militari e 128 velivoli senza pilota.

Ore 7.50. Le forze russe hanno colpito una base aerea a Ivano-Frankivsk, nell' Ucraina occidentale. Lo ha riferito il sindaco della città, Ruslan Martsinkiv, citato dal Kyiv Independent. Secondo il sindaco, lo scalo è stato obiettivo dei russi per il secondo giorno consecutivo. Martsinkiv ha quindi esortato le persone che vivono nella zona ad andarsene. 

Ore 7.40. «Il male che bombarda di proposito le città pacifiche. Il male che spara anche contro le ambulanze e fa saltare in aria gli ospedali non si fermerà in un solo Paese. L'ho detto in una manifestazione molto importante a sostegno del nostro popolo, che è stata organizzata in Europa. Più di centomila persone nelle piazze d'Italia e di altri Paesi del continente si sono radunate per una manifestazione a sostegno dell' Ucraina e contro l'aggressione russa». Lo ha dichiarato in un discorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alla manifestazione di Firenze, dove ieri è intervenuto in collegamento. «Milioni di persone hanno ascoltato il mio appello in seguito grazie alle trasmissioni e alle registrazioni. Ora godiamo del più grande sostegno nella storia dell' Ucraina per le nostre aspirazioni e la nostra indipendenza», ha aggiunto il leader ucraino. «Tutti i corridoi umanitari concordati hanno funzionato. Sono state evacuate 12.729 persone. Il convoglio umanitario arriverà a Mariupol nel pomeriggio. A causa della complessità del percorso hanno dovuto passare la notte a Berdyansk». Lo ha detto nella notte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 7.30 Diverse esplosioni sono state registrate a Leopoli e Kherson, rispettivamente nell'ovest e nel sud dell' Ucraina. Lo ha riferito su Twitter il Kyiv Independent. Altri media locali hanno riportato la notizia che otto missili sono stati lanciati contro Leopoli e che è stato colpito anche l'International Center for Peacekeeping and Security. Secondo il deputato di Leopoli, Igor Zinkevych, le esplosioni delle ultime ore sono state provocate dalla contraerea ucraina entrata in azione contro i missili russi. «Tutte le unità militari stanno funzionando al massimo, ulteriori informazioni saranno fornite dal governatore della regione», ha dichiarato. Il comando militare della regionale di Leopoli ha confermato che è stato colpito con otto missili il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza (Ipsc l'acronimo in inglese) a Yavoriv, vicino al confine con la Polonia. Come riporta la Bbc, si tratta di una base distante 30 chilometri da Leopoli, creata nel 2007 per addestrare le forze armate ucraine, soprattutto per le missioni di peacekeeping. Ospita regolarmente anche truppe internazionali. Un documento della Nato sul centro dichiara che nell'Ipsc si addestrano allo sminamento i militari ucraini e di altre nazioni. La Bbc precisa che la base è una delle due in Ucraina dove si svolgono esercitazioni militari internazionali.

Ore 7.10 Gli obitori delle città bielorusse di Mozyr e Gomel «sono pieni di cadaveri di soldati russi». Lo scrive il portale Ukrainskaya Pravda, secondo cui diversi testimoni «alla stazione di Mozyr sono rimasti scioccati» dal numero di vittime «caricate sul treno: la gente ha iniziato a girare video, ma i militari li hanno raggiunti e hanno ordinato loro di rimuoverli».

Nel vicino villaggio di Kamianka «il cimitero è stato recintato, a nessuno è stato permesso di entrare, ed hanno iniziato a seppellire i russi». Secondo un'altra fonte citata dal giornale online l'ospedale di Mozyr è pieno di russi feriti, che sono curati da medici «minacciati» se avessero rivelato la reale situazione.

Ore 6. «Dobbiamo restare vigili perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche» e questo sarebbe un «crimine di guerra». Lo afferma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag riportata da Cncb

Ore 5. La Russia potrebbe essere disponibile a tenere negoziati con l'Ucraina a Gerusalemme, come proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo afferma il Jerusalem Post, spiegando di averlo appreso da una «fonte diplomatica» dopo un colloquio telefonico avvenuto oggi tra lo stesso Zelensky e il primo ministro israeliano Naftali Bennett. Tuttavia, aggiunge la fonte, Israele «non è sicuro» di voler ospitare i colloqui».

La notte

Le sirene suonano in piena notte in tutta l' Ucraina, anche in quell'ovest finora considerato relativamente al sicuro dall'avanzata della Russia. Esplosioni sono state riportate infatti anche a Leopoli che, secondo il Kyiv Independent, è sotto attacco di missili. Mentre Kiev appare sempre più accerchiata e Mariupol allo stremo, l'esercito di Mosca colpisce con violenza anche Kherson dove solo poche ora fa il consiglio regionale ha respinto il possibile referendum russo per l'indipendenza per creare una Repubblica popolare simile a quelle create nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk.

Il referundum farsa

Un «referendum farsa» per creare una «pseudo-repubblica» con l'obiettivo di dividere il Paese, tuonano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. «Gli occupanti del territorio della regione di Kherson stanno cercando di ripetere la triste esperienza della formazione delle pseudo-repubbliche. Stanno ricattando le autorità locali, stanno cercando qualcuno da corrompere», è il messaggio lanciato da Zelensky in tarda serata. Sempre volitivo e con il piglio che lo contraddistingue, il presidente ucraino quindi ribadisce: «Gli invasori russi non possono conquistarci. Non hanno la forza e lo spirito. Si appoggiano solo alla violenza, al terrore e alle armi».

Poi si sofferma sui corridoi umanitari, tramite i quali 12.729 persone sono state evacuate sabato, e torna a chiedere più aiuti. All' Ucraina servono aiuti militari ma anche umanitari. Dal 2 al 12 marzo 40.000 tonnellate di aiuti sono arrivati nel Paese: le scorte di beni essenziali non mancano e possono durare per mesi. Nonostante questo, il premier Denys Shmyhal ha vietato le esportazioni di beni come farina, grano saraceno, carne, uova, olio, zucchero e altri prodotti di base. La situazione sta precipitando in molte aree, con i russi che continuano la loro avanzata e che hanno colpito dall'inizio della guerra - secondo le analisi del Washington Post - almeno nove strutture sanitarie. Un dato che, se certificato, sarebbe in violazione delle norme umanitarie internazionale. Il timore per i civili aumenta con il passare delle ore, così come sale la paura che Mosca possa usare le armi chimiche. «Dobbiamo restare vigili, perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche» e questo sarebbe un «crimine di guerra», avverte il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag.

Guarda con preoccupazione all' Ucraina la vicina Moldavia, giunta quasi al «limite» delle sue capacità di accoglienza di rifugiati, dice il ministro degli Esteri, Nicu Popescu, mettendo in guardia sul rischio di una «completa catastrofe per la situazione umanitaria» nel caso di un attacco russo a Odessa, che si trova a soli 48 chilometri dal confine.

La giornata

«Venticinque chilometri? No, no, sono solo a quindici. A breve qui a Kiev assisteremo a qualcosa che la storia non ha mai visto». Sono le sette della sera, l’esercito russo ha bombardato, nella periferia della Capitale ucraina, soprattutto a nord-ovest: sono andati a fuoco due depositi di petrolio e un magazzino di prodotti alimentari congelati. L’obiettivo è chiaro: avanzare e lasciare senza cibo, senza riscaldamento e senza elettricità Kiev, riproporre in scala maggiore ciò che si è visto drammaticamente a Mariupol dove sta avvenendo una catastrofe umanitaria. «Non sarà così semplice per i russi - continua però Michele un quarantenne calabrese che lavorava da qualche anno a Kiev e che ha deciso di restare con la compagna ucraina a difendere la città - io mi aspetto uno scontro militare di grandi proporzioni, gli ucraini non si arrendono, speriamo che non si debba combattere strada per strada».

FEROCIA

Quasi contemporaneamente i servizi di sicurezza ucraini fanno sapere di avere intercettato le conversazioni telefoniche degli invasori: «A Kharkiv hanno ordinato ai soldati russi di sparare anche ai civili, bambini compresi». A Kherson, secondo la testimonianza di un cronista locale, «le forze di sicurezza russe cercano e trattengono attivisti ucraini, giornalisti, ex militari». La grande paura è che uno scenario di questo tipo si possa ripetere anche nelle Capitale. «Ma qui sono pronti a difendersi», giura Michele. Poco dopo un drone russo che volava sui cieli di Kiev è stato abbattuto dagli ucraini. Secondo le autorità ucraine però ieri i russi hanno ucciso sette civili: «Hanno sparato contro un convoglio che li stava evacuando». L’Onu ieri ha diffuso questo bilancio: 579 civili rimasti uccisi dall’inizio dell’invasione, tra cui 42 bambini (ieri Zelensky ha parlato di 79 bimbi vittime dalla guerra), 1.002 i feriti (54 bambini).

AVANZATA

Le parole di Michele, nel cuore di una città in cui risuonano le sirene degli allarmi antiaerei, ma in cui ancora i supermercati e le farmacie hanno merce negli scaffali, ricordano quelle pronunciate poco prima dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «I russi possono prendere Kiev solo radendola al suolo». L’avanzata dell’esercito di Putin è stata meno rapida di quanto previsto. Sono già trascorse più di due settimane da quando, il 24 febbraio, è iniziata l’invasione, ma la Capitale non è stata occupata. L’altro obiettivo chiave, il porto di Odessa, il più importante dell’Ucraina, non è stato preso. Il bilancio dei soldati invasori uccisi è molto alto, superiore alle aspettative: secondo gli ucraini sono almeno 12.000 («le più grandi perdite da decenni» osserva Zelensky). E ieri - dicono gli ucraini - è stato catturato un altro combattente della terribile milizia privata Wagner. Certo, sono dati di parte, però il ricorso ai mercenari siriani e ai militari di leva conferma le difficoltà russe. Questo non significa che Putin intenda fermarsi: la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata presa. Mariupol, a est, è semidistrutta e in periferia avanzano i russi (anche se ieri sera è stata diffusa una notizia non confermata, forse l’assedio sta vacillando: Volnovakha, città sull’autostrada verso Donetsk, è stata ripresa dalle truppe ucraine). Nella parte meridionale del Paese, lungo la costa del mar Nero, si sta sviluppando l’offensiva di Mykolaiv, dove ieri sono stati bombardati ospedali e scuole. Questa città è un punto di passaggio fondamentale per i russi che puntano non solo a raggiungere Odessa, ma a occupare senza interruzioni tutta l’area che va da Est fino alla Transnistria, l’anomalo e non riconosciuto pseudo stato che si trova in un lembo della Moldova, dove già ci sono forze armate fedeli a Putin.

Mosca ieri è tornata a minacciare l’Occidente e chiunque tenti di aiutare l’Ucraina nella sua difesa contro l’esercito invasore. Il viceministro della Difesa russo, Sergei Ryabkov, ha avvertito: «I convogli con le armi inviate in Ucraina saranno un legittimo bersaglio. Il trasferimento avventato di sistemi anti aereo e anti carro porteranno a gravi conseguenze». Si tratta di un punto nevralgico della resistenza all’invasione russa. L’Ucraina chiede all’Europa e alla Nato di garantire una no fly zone, il divieto di sorvolo che bloccherebbe i caccia russi. I leader occidentali hanno detto di no, perché significherebbe allargare pericolosamente il conflitto. Però è assicurato il sostegno con l’invio di aiuti. Biden intende mandare armi di ultima generazione, la Casa Bianca ha autorizzato uno stanziamento di 200 milioni di dollari, dopo che il congresso aveva approvato un pacchetto di aiuti per l’emergenza in Ucraina di 13,6 miliardi. Mosca, però, minaccia una risposta militare che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.

 

SIRIA E CECENIA

Se la tensione sale, se le trattative diplomatiche non fanno sostanziali passi avanti, la sofferenza e il dolore che devono affrontare i cittadini ucraini aumenta di giorno in giorno. Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha denunciato: «La Russia nel mio Paese sta usando le stesse tattiche che ha applicato in Siria», vale a dire bombarda spietatamente anche dove ci sono civili, come visto, per altro, anche in Cecenia. Ha aggiunto: «A Kherson i russi vogliono organizzare un referendum farsa». Ha negato che Mariupol sia sotto il controllo delle forze spedite da Putin, ma nella città in cui è stato bombardato l’ospedale, la situazione è drammatica, perché mancano cibo, acqua, corrente elettrica. Ieri i missili sono arrivati anche vicino alla moschea, dove c’erano 30 cittadini turchi. Il presidente dell’Associazione della Moschea Souleiman, Ismail Hacioglu, ha confermato a una tv turca; «I russi bombardano un quartiere a due chilometri, un razzo è caduto a 700 metri dalla moschea».

DENUNCIA

Proseguendo verso ovest, sempre sul Mar d’Azov, dopo meno di 200 chilometri, a Malitopol, i russi hanno prima rapito il sindaco Ivan Fedorov (due giorni fa), poi, di fronte alle proteste della popolazione hanno sequestrato anche l’organizzatrice. In 2.000 erano scesi in piazza, davanti al palazzo regionale presidiato dalle forze armate occupanti. I russi hanno preso Olga Gaisumova, una attivista locale, dopo che una decina di uomini sono scesi da un convoglio di macchine e hanno lanciato fumogeni. Zelensky teme che i russi stiano torturando Fedorov per costringerlo a registrare un video in cui assicura sostegno agli invasori. Ha chiesto a Macron e Sholz di mediare con Putin per la liberazione. Ormai i bombardamenti e i lanci di missili stanno coinvolgendo varie città, in differenti aree dell’Ucraina, dopo il fallimento dell’azione di terra - o più correttamente a fronte di una minore efficace rispetto a quella prevista. Nella regione di Kirovograd (Ucraina centrale) missili contro l’aeroporto militare di Kanatovo. Esplosioni a Dnipro e Kropyvnytskyi, nel centro del Paese. Ha raccontato proprio il sindaco di Dnipro, Borys Filatov: «I nostri sistemi di difesa aerea hanno respinto un attacco russo all’alba».

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