La guerra sul campo vede gli ucraini ritirarsi dalla città-simbolo del Donbass dove si sta combattendo da diverse settimane, Severodonetsk. I russi però sono in affanno perché avanzano lentamente e a costo di perdite di uomini e mezzi. Si apre uno spiraglio sul fronte diplomatico. C’è l’accordo per sbloccare l’esportazione del grano dall’Ucraina. Lo annuncia il ministro della Difesa turco Hulusi Akar: «È stato raggiunto un consenso generale sulla creazione di un centro a Istanbul per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività di trasporto da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu. Nei prossimi giorni ci potrebbero essere sviluppi positivi». Ankara sta svolgendo un ruolo di mediatore per consentire la partenza dai porti sul Mar Nero delle navi cargo con il grano ucraino, la cui mancanza rischia di creare un’emergenza alimentare. Dice Akar: «Le parti hanno vera fiducia nel nostro Paese, stiamo cercando di usarla nel modo più attento».
NUMERI
Perché è fondamentale che il grano non resti fermo nei silos in Ucraina? Spiega il Cai (Consorzi agrari d’Italia): «L’Europa per effetto della siccità e delle conseguenze del conflitto in Ucraina perderà circa 3 milioni di tonnellate di grano». Coldiretti: «L’accordo sullo sblocco dei porti consente all’Ucraina di tornare ad esportare il 95 per cento del grano via mare e di svuotare i magazzini dove si stima la presenza di oltre 20 milioni di tonnellate di cereali destinati a rifornire sia i Paesi ricchi sia quelli più poveri dove si rischiano rivolte e carestie». Putin respinge le accuse: «L’Occidente sta gonfiando artificialmente l’isteria sull’export di grano nonostante il raccolto nella Federazione russa sarà buono». Lo scenario resta complesso: i russi continuano ad alzare i toni, a rivolgere frasi minacciose nei confronti dell’Occidente. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, con un’acrobazia propagandistica paragona Ue e Nato a Hitler, dicendo che «stanno mettendo insieme una coalizione per una guerra contro la Russia, sembra quella di quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale». Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, parla di «accaparramento geopolitico della Ue contro Mosca». E il parlamentare filo Putin Andrey Gurulyov è arrivato a dire che in caso di conflitto «Londra sarà la prima città a essere bombardata».
BATTAGLIE
E poi c’è la guerra sul campo.
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