Studiare il cancro grazie al ritratto in 3D
La scoperta può rivoluzionare la medicina

Studiare il cancro grazie al ritratto in 3D La scoperta può rivoluzionare la medicina
2 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Febbraio 2016, 18:36
DALLAS - Non più solo vetrini e fotografie piatte e bidimensionali. D'ora in poi sarà possibile studiare il cancro in tre dimensioni: i ricercatori del Southwestern Medical Center dell'università del Texas, guidati da Reto Fiolka, sono infatti riusciti a realizzare il primo ritratto in 3D delle cellule tumorali grazie ad un microscopio ad alta risoluzione.

Il risultato, descritto sulla rivista Cell, aiuterà a comprendere meglio il comportamento e scoprire nuovi punti deboli del tumore. «Ci sono prove chiare che l'ambiente influisce parecchio sul comportamento delle cellule, quindi il valore degli esperimenti sulle colture di cellule sui vetrini deve almeno essere messo in discussione», commenta Fiolka. «Il nostro microscopio ad alta risoluzione - continua - può aiutarci a comprendere meglio i meccanismi molecolari alla base del comportamento cellulare, e avere un'immagine più realistica dell'ambiente tumorale».

Nello studio i ricercatori hanno usato il microscopio per raffigurare diversi tipi di cellule di tumore della pelle di alcuni pazienti. Hanno così scoperto nell'ambiente a 3D, a differenza dei vetrini, che le cellule del melanoma formano molte piccole protuberanze, che si ipotizza aiutino le cellule tumorali a sopravvivere o muoversi in giro, e possano avere un ruolo centrale nell'invasione del tumore o nella resistenza ai farmaci dei pazienti.

Si tratta del primo passo verso la comprensione della biologia in 3D dei microambienti tumorali.
E poiché questo tipo di immagini sono troppo complicate da capire a occhio nudo, il passo successivo dei ricercatori sarà sviluppare delle potenti piattaforme informatiche per estrarre ed elaborare le informazioni. Il software di controllo del miscroscopio e il codice di analisi delle immagini sono già liberamente disponibili per la comunità scientifica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA