Truffe romantiche, 18 indagati: la polizia di Perugia scopre una vasta organizzazione che colpiva in tutta Europa

Il giro di affari sarebbe stato di oltre un milione di euro in due anni

Truffe romantiche, 18 indagati: la polizia di Perugia scopre una vasta organizzazione che colpiva in tutta Europa
Truffe romantiche, 18 indagati: la polizia di Perugia scopre una vasta organizzazione che colpiva in tutta Europa
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Martedì 9 Maggio 2023, 20:21

Organizzati per colpire e rubare soldi. La rete di truffatori scoperta dalla polizia di Perugia fa intravedere il vasto, e ben oliato, sistema delle truffe romantiche. In breve: si conosce una persona in rete, si continua la frequentazione esclusivamente in rete, ci si innamora sempre e solo online fino a cedere soldi al presunto innamorato che altri non è che un truffatore pronto a mettere in piedi delle estorsioni.

Truffe romantiche, iniziano con la chat e finiscono con l'estorsione

Anche nel caso scoperto dagli agenti umbri la dinamica è sempre la stessa. Coinvolgevano le vittime in legami affettivi virtuali sui social network per indurle a versare denaro che poi utilizzavano per acquistare beni di vario genere, come automobili, materiale edile e condizionatori. Se la vittima si rifiutava di eseguire i bonifici scattava l'estorsione, la minaccia di pubblicare foto e video intimi scambiati precedentemente via chat. 

Al termine di una indagine della polizia, coordinata dalla procura della Repubblica di Spoleto, 18 persone sono state indagate su tutto il territorio nazionale, per i reati di truffa, ricettazione e riciclaggio, legati alle cosiddette «truffe romantiche».

L'organizzazione dei malviventi: i profili finti creati in Africa, i bonifici incassati e il riciclaggio

Stamani il personale della polizia di Stato ha dato esecuzione ad altrettanti decreti di perquisizione. Il giro di affari sarebbe stato di oltre un milione di euro in due anni. Gli accertamenti, avviati dopo la presentazione di numerose querele da parte delle vittime di truffe romantiche e di altri reati, hanno consentito di delineare una rete criminale - riferisce la questura di Perugia - articolata su due livelli: il primo, fortemente gerarchizzato e prevalentemente radicalizzato nei Paesi dell' Africa centro occidentale, si occupava di creare falsi profili sui social al fine di adescare le vittime; il secondo, costituito da decine di persone deputate al riciclaggio del denaro, aveva l'incarico di mettere a disposizione i propri conti o di reclutare chi fosse disposto a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale.

Vittime sparse in Europa e anche in altri continenti

Le vittime sono state raggiunte in svariati paesi europei ed extraeuropei. In caso di loro rifiuto a versare le somme richieste, gli indagati sarebbero arrivati ad mettere in atto vere e proprie estorsioni, minacciando le stesse di pubblicare foto e video intimi.

I proventi venivano poi smistati sui diversi conti correnti ed utilizzati per l'acquisto di beni di varia natura che venivano spediti verso la Nigeria all'interno di container.

La questura sottolinea il decisivo intervento del servizio di polizia postale e delle comunicazioni, anche tramite l'attivazione dei canali di cooperazione internazionale (Europol ed Interpol).

Altrettanto preziosa - viene evidenziato - è stata la collaborazione di Poste Italiane e di istituti di credito.

Le indagini sono state svolte dal centro operativo per la sicurezza cibernetica Umbria anche con la collaborazione dei centri operativi di molte altre regioni.

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