Dentista abusivo: studio odontoiatrico
posto sotto sequestro. Le reazioni

Dentista abusivo: studio odontoiatrico posto sotto sequestro. Le reazioni
2 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Aprile 2019, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 14:24
SAN ZENONE (TREVISO) - Nel suo studio eseguiva visite medico-odontoiatriche e offriva il servizio di pulizia del tartaro. Peccato che non avesse i titoli necessari per farlo. Nel laboratorio di San Zenone degli Ezzelini sono così scattati i sigilli su ordine del Gip del Tribunale di Treviso, Angelo Mascolo. Due persone sono state contestualmente segnalate all'autorità giudiziaria. A condurre l'indagine sono stati i carabinieri del colonnello Vincenzo Nicoletti. I militari del Nucleo antisofisticazione alimentare e di tutela della salute hanno eseguito il controllo lo scorso martedì, scoprendo che chi si occupava dei denti dei pazienti non aveva i requisiti necessari per prestare quel tipo di cure. Il controllo degli studi dentistici e del rispetto delle figure professionali e dei medici che operano all'interno rientra infatti tra i settori che vengono costantemente monitorati dai Nuclei antisofisticazione dell'Arma.
 
IL BLITZ
Per i carabinieri del Nas tutto è cominciato con un'indagine di routine, una come tante. Un controllo alle strutture, una verifica dei documenti e qualche domanda ai pazienti. È proprio in questo contesto che sono emerse le anomalie che hanno portato a una contestazione formale con l'accusa di esercizio abusivo, continuato e in concorso. Un quadro che ha spinto il giudice per le indagini preliminari a procedere con un provvedimento di sequestro preventivo dell'ambiente in cui venivano prestate le cure ai pazienti che soffrivano di mal di denti.
LA STRUTTURA
Sette stanze, tutti i macchinari e i trapani, per un valore di oltre trecentomila euro, sono stati quindi sottoposti al provvedimento di sequestro preventivo. Toccherà alla magistratura, a questo punto, valutare eventuali ricorsi e valutare se sia necessario eseguire ulteriori accertamenti. Al tempo stesso i gestori della struttura avranno la possibilità, attraverso i propri legali, di chiedere il dissequestro. Secondo la ricostruzione eseguita dalle forze dell'ordine l'uomo, che operava all'interno della struttura, godendo della stima dei vertici, non aveva il curriculum necessario per svolgere quel particolare tipo di lavoro. Sempre alla magistratura toccherà il compito di valutare eventuali ricorsi sul fronte del sequestro preventivo della struttura. Un provvedimento che ovviamente ha un elevato impatto economico sull'attività ma che ancor più chiaramente, ad accertamenti in corso, serve a tutelare la salute dei pazienti.
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA