Ischia, sequestrate le case crollate:
«Scossa debole, troppi quei danni»

Ischia, sequestrate le case crollate: «Scossa debole, troppi quei danni»
di Massimo Zivelli
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Martedì 12 Settembre 2017, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 10:52
ISCHIA - La Procura a caccia di prove, sul luogo del sisma del 21 agosto. Con il sequestro a scopo cautelativo di alcune delle strutture danneggiate l'inchiesta per disastro colposo si arricchisce di un nuovo capitolo. I magistrati napoletani che si occupano del fascicolo aperto a sole 24 ore dall'evento che ha sconvolto la parte alta della cittadina termale hanno deciso dunque di «congelare» alcune situazioni che nell'area interessata potrebbero costituire le prove che la Procura cerca per dare corpo e sostanza all'inchiesta sulle responsabilità. Nella giornata di ieri, infatti, carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e della compagnia di Ischia hanno sequestrato 17 abitazioni danneggiate dal terremoto in piena zona rossa, fra i comuni di Casamicciola e Lacco Ameno. Questi sequestri seguono a due settimane di distanza quelli già operati sulle macerie dell'unica casa distrutta completamente dal sisma (e dalla quale vennero estratti vivi Ciro ed i suoi fratellini) e da quello notificato alla Diocesi di Ischia e relativo alla chiesa del Purgatorio. Dalla struttura religiosa, il sisma causò il crollo di una sovrastruttura sotto le macerie della quale perse la vita la signora Lina Balestrieri, una delle due vittime del terremoto. 

Disastro colposo in relazione al crollo di costruzioni, è questa l'ipotesi di reato sulla quale si poggia il decreto di sequestro emanato dai pubblici ministeri Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando, ed eseguito ieri dai carabinieri. I militari hanno dunque proceduto al sequestro di 5 corpi di fabbrica - che hanno subìto un cedimento totale o sono stati interessati da cedimento di significative parti strutturali a seguito dell'evento sismico del 21 agosto scorso - in via Montecito, via Speziera e via Ottringolo al confine con Piazza Maio, nella «zona rossa» di Casamicciola. Per quanto concerne l'ipotesi investigativa «i concreti elementi indizianti in ordine alla sussistenza del reato di disastro colposo - scrivono i pubblici ministeri - sussistono dalla circostanza che il crollo degli edifici sottoposti a sequestro si è verificato a seguito di scossa tellurica di non rilevante intensità, laddove la gran parte degli edifici ubicati nel medesimo contesto geografico ha resistito alla sollecitazione sismica, di tal che può ipotizzarsi che il cedimento degli immobili segnalati possa essere scaturito, alternativamente, da difetti di costruzione degli stessi, dalla esecuzione di interventi non autorizzati volti ad alterare l'originario corpo di fabbrica e/o dalla esecuzione, anche in zone limitrofe, di opere in grado di minare la stabilità degli edifici stessi».

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