Rimase cinque ore sotto le macerie, 20 anni dopo Pia ricorda: «Mi restò un senso di colpa per essermi salvata»

Il crollo della scuola molisana nel 2002 e Pia Antignani (facebook)
Il crollo della scuola molisana nel 2002 e Pia Antignani (facebook)
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Mercoledì 16 Novembre 2022, 13:27

VICENZA - Oggi ha trent'anni, vive a Vicenza. Vent'anni fa, a 10 anni, rimase cinque ore sotto le macerie quando, alle 11,32 del 31 ottobre 2002, la scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, provincia di Campobasso, le crollò addosso. Nella città berica Pia Antonietta Antignani lavora come geologa specializzata in mineralogia. È  tornata in Molise, a Isernia, per parlare con gli studenti di prevenzione durante il convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi 20 anni dopo San Giuliano di Puglia. «Se ci sono catastrofi è solo colpa dell'uomo - ha detto all'Ansa Pia Antignani -. Porto avanti l'impegno della prevenzione e, attraverso attività che riguardano le scuole, faccio lezione ai ragazzi sul terremoto, proprio perché vorrei che nessuno più, come me, arrivasse impreparato alla prossima scossa che ci colpisce. Tanti edifici scolastici richiedono interventi urgenti, bisognerebbe che il processo di messa in sicurezza del costruito venisse accelerato e migliorato, alleggerendo la parte burocratica perché non c'è tempo da perdere».

Parlare delle cinque ore più lunghe della sua vita, il tempo trascorso sotto alle macerie, è doloroso per Pia. I suoi occhi diventano lucidi: «Ricordo le nostre grida di aiuto, le mie e quelle dei miei compagni della quinta elementare.

Eravamo sospesi tra il buio delle macerie e l'incredulità per ciò che stavamo vivendo. È stato un attimo e le macerie erano sopra di noi. Non abbiamo avuto neppure il tempo di pensare di metterci sotto il banco. Mi sono ritrovata, sotto la lavagna, in una specie di cunicolo. Sono rimasta sempre sveglia. Ero una bambina, ho vissuto tutto con molta irrazionalità. Dentro di me ero consapevole della gravità del momento, però non riuscivo ad aver paura».

Poi sono arrivati i soccorsi: «Di colpo i vigili del fuoco erano di fronte a me, mi hanno dato l'acqua e le indicazioni su come uscire. L'immagine di loro che vengono da me è impressa nella mia mente». E i compagni? «L'essere sopravvissuta è stato per molto tempo un senso di colpa che, poi, ho riscattato perché ho capito che non doveva essere una vergogna da nascondere, ma doveva essere la mia forza». Tornare a scuola dopo San Giuliano «non è stato semplice. Subito dopo il terremoto mi sono trasferita in Trentino con la mia famiglia. Mio padre, al tempo, lavorava lì e ha ritenuto che quella fosse la soluzione migliore. Ho dovuto fare da subito i conti con le mie paure, affrontarle e superarle. Ho dovuto rimettere piede a scuola, un luogo che, prima, consideravo sacro e poi solo un posto da dove scappare. Ho trovato il coraggio appassionandomi alla geologia, materia che mi ha consentito di comprendere, amare, rispettare tutti i fenomeni naturali del nostro pianeta, che mi ha fatto capire che non esistono catastrofi naturali, ma solo degli eventi naturali che poi diventano catastrofici per le scelte dell'uomo». Con Pia Antignani c'era Dino Di Renzo, anche lui era in quella scuola e anche lui oggi è un geologo. 

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