Nel caos dovuto alla pandemia di coronavirus sono molti i pazienti che restano a casa e sono costretti a curarsi soli, con gli unici contatti medici che avvengono telefonicamente. Nella confusione sui vari metodi di cure a fare chiarezza ci ha pensato la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia che ha pubblicato un vademecum per aiutare gli isolati domiciliari.
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Come comportarsi quindi alla comparsa dei primi sintomi? Tosse, febbre, spossatezza possono essere un primo campanello di allarme per il covid. Se si ha il sospetto di essere stati infettati bisogna subito contattare il medico di base che valuterà il da farsi e potrebbe prescrivere un tampone. Sulla base dell'esito verrà poi valutato il quadro clinico del paziente.
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In caso di febbre il consiglio dei medici è quello di assumere paracetamolo, quindi tachipirina sulle dosi indicate dal medico di base, ma comunque ad almeno 6 ore di distanza una compressa dall'altra per un massimo di 3 compresse giornaliere.
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In base al quadro clinico del paziente i medici di base potrebbero somministrare altri medicinali, come antibiotici o eparina, ma è bene seguire sempre il consiglio di un esperto. La profilassi antitrombotica deve essere evitata in tutti pazienti che corrono un alto rischio di sanguinamento e/o di caduta a terra, così come non va assolutamente assunta dai pazienti che presentino storia di trombocitopenia indotta da eparina.
A ogni paziente viene poi monitorata la saturazione, in caso di necessità sarà il medico a disporre una terapia adeguata con l'ossigeno e in quel caso il paziente dovrà essere monitorato due volte al giorno. Esistono poi delle terapie assolutamente sconsigliare, tra i farmaci da evitare ci sono l’antiretrovirale lopinavir/ritonavir, l’antibiotico azitromicina e l’antimicrobico/immunomodulante idrossiclorochina 6–9. È inoltre fortemente sconsigliato l’utilizzo di azitromicina.