Dopo i tacchi alti in azienda, ora le donne giapponesi protestano contro il divieto degli occhiali

Dopo i tacchi alti in azienda ora le donne giapponesi protestano contro il divieto degli occhiali
Dopo i tacchi alti in azienda ora le donne giapponesi protestano contro il divieto degli occhiali
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 4 Dicembre 2019, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 11:30

Le donne giapponesi stanno sbriciolando velocemente un divieto dopo l'altro. Dopo la protesta nazionale dell'obbligo di indossare obbligatoriamente in tante aziende i tacchi alti, a volte persino vertiginosi, adesso sta deflagrando un'altra campagna. Stavolta si tratta di neutralizzare il divieto di portare gli occhiali sul luogo di lavoro perchè renderebbe i volti troppo inespressivi. Un altro dress code che il movimento femminile nato sull'onda del #KuToo -  per dire basta alla imposizione di camminare tutta la giornata su tacchi altissimi - sta avanzando con grande clamore.
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Ancora una volta la protesta è capeggiata da Yumi Ishikawa, una attrice e scrittrice molto amata in Giappone e già protagonista della campagna per mettere al bando assurdi dress-code femminili nelle aziende giapponesi. Se il #KuToo - l'obbligo dei tacchi -  ha provocato un'ampia risonanza internazionale, le donne giapponesi ora si aspettano che anche la mobilitazione iniziata qualche settimana fa per indossare gli occhiali da vista possa riscontrare altrettanto favore. Intanto è già partita una petizione rivolta al governo. 
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Una ragazza contattata dalla agenzia Afp che ha preferito restare anonima per timore di ritorsioni ha spiegato che anche nella sua azienda è vietato indossare gli occhiali perchè non fanno risaltare il volto femminile e spesso rendono i tratti somatici piuttosto freddi e inespressivi. Naturalmente ai colleghi maschi questa imposizione non è richiesta. 
 

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