Asso, ucciso il comandante dei carabinieri: arrestato il brigadiere che ha sparato. «Furceri non voleva rimetterlo in servizio dopo i problemi psichiatrici»

Como, sparatoria nella stazione dei carabinieri di Asso: brigadiere apre il fuoco su maresciallo e si barrica all'interno
Como, sparatoria nella stazione dei carabinieri di Asso: brigadiere apre il fuoco su maresciallo e si barrica all'interno
di Mario Landi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 28 Ottobre 2022, 13:30

Sparatoria nella stazione dei carabinieri ad Asso, in provincia di Como, dove un brigadiere avrebbe aperto il fuoco, con la sua pistola d'ordinanza, contro il comandante di stazione dei carabinieri, uccidendolo e si sarebbe poi barricato all'interno, sempre armato.

Il comandante non voleva rimettere in servizio il brigadiere

Il luogotenente Doriano Furceri non voleva riammettere in servizio il brigadiere Antonio Milia, dopo la sospensione per motivi psichiatrici.

Secondo quanto emerge da indiscrezioni in ambienti investigativi, sarebbe stata questa la causa scatenante, il motivo che ha portato il brigadiere ad avere una discussione con il superiore fino ad ucciderlo.

Milia era stato sospeso in concomitanza con l'arrivo ad Asso di Furceri, nel febbraio scorso: un provvedimento preso dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avevano fatto emergere una tendenza suicida del militare, per via, sembra, di una crisi dei rapporti con la moglie.

Gli era stata inoltre tolta la pistola di ordinanza.

Fino alle scorse settimane, quando Milia ha ottenuto il via libera al reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano, senza alcuna limitazione.

Ma il luogotenente Forceri non lo riteneva in condizioni tali da poter tornare al lavoro, per cui l'aveva messo forzatamente in ferie. Da qui, molto probabilmente, gli attriti e la discussione sfociata in omicidio ieri pomeriggio.

Il blitz all'alba

È stato bloccato all'alba dall'irruzione dei reparti speciali dei carabinieri nella caserma di Asso (Como), dopo una notta infruttosa di trattative, il brigadiere Antonio Milia. Era asserragliato dal tardo pomeriggio di ieri, quando ha sparato con la pistola d'ordinanza al comandante, il luogotenente Doriano Furceri, trovato morto all'interno della stazione.

Arrestato, il brigadiere è accusato di omicidio e del tentato omicidio di un militare del Gis, che ha colpito con un proiettile a un ginocchio nelle fasi concitate dell'irruzione.

Il blitz poco prima delle 6 di questa mattina, dopo che per quasi dodici ore un mediatore dell'Arma ha cercato invano di convincere ad arrendersi Milia, armato e asserragliato dietro la porta blindata della caserma, dove sono state liberate dopo ore di angoscia anche una donna carabiniere, che si trovava in una camerata della caserma, e le famiglie degli altri militari, comunque mai in pericolo. 

Il ricovero nel reparto di Psichiatria

Il brigadiere verrà interrogato già nelle prossime ore per consentire agli inquirenti di far luce sui motivi del suo gesto. Sposato e con tre figli, Milia era stato ricoverato presso il reparto di Psichiatria dell'Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi.

Era stato riammesso in servizio a seguito del giudizio di una Commissione Medico Ospedaliera, ente sanitario esterno all'Arma, e dopo copiosa documentazione medico sanitaria di una struttura Ospedaliera pubblica. Attualmente era in ferie. Sposato e con tre figli anche il luogotenente Furceri, trasferito ad Asso dalla provincia di Lecco.

Prima di arrivare nel Comasco il sottufficiale ammazzato aveva prestato servizio per alcuni anni a Bellano, da dove era stato spostato per incompatibilità ambientale. Nel centro storico della località sulla sponda orientale del lago di Como erano comparse alcune scritte contro il militare: «Giù le mani dalle mogli degli altri». Non si sa se queste accuse siano in qualche modo collegate con il gesto del brigadiere Milia.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA