Sora, la moglie è allergica e il marito
per punirla, le getta del profumo sul volto

Sora, la moglie è allergica e il marito per punirla, le getta del profumo sul volto
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Mercoledì 14 Marzo 2018, 20:53 - Ultimo aggiornamento: 21:10
Arriva in pronto soccorso perché suo marito le ha spruzzato al volto del profumo. Lei è allergica e lui lo sa. E' un gesto deliberato di violenza. E' accaduto pochi giorni fa in città e lo ha reso pubblico la consigliera alle Pari Opportunità Serena Petricca nel corso della presentazione del libro su Gilberta Palleschi. Un fatto gravissimo, quello avvenuto a Sora, anche perché tenuto nascosto dalla donna che non ha voluto denunciare ma che ha sentito il bisogno comunque di sfogarsi e di liberarsi da quel dolore. "Mi sono recata in pronto soccorso per motivi personali ed ho notato questa donna su una carrozzina - racconta Petricca che da anni si batte per la donna e contro la violenza di genere -. Mi sono avvicinata a lei e a sua figlia per chiedere cosa fosse successo. Ed è stato in quel momento che ho avuto conferma di quello che temevo. La signora, infatti, aveva dovuto subire dal marito un atto ignobile. Mi hanno riferito che lui le aveva spruzzato in viso del profumo sapendo che lei era allergica e questo avrebbe avuto delle conseguenze gravi su di lei". E così è stato. Pare però che la donna avesse paura a riferire l'accaduto ed infatti non è stato attivato alcun Codice rosa, previsto per casi come questo. Le forze dell'ordine non sanno nulla, nessuno ha sporto denuncia. E a questo punto è plausibile che nemmeno i medici intervenuti ne sappiano nulla. E' plausibile che lei abbia riferito altro, magari un incidente domestico come spesso, purtroppo, accade. La paura ha preso il sopravvento. Ma c'è da dire che tanti sono gli strumenti di supporto, come la stanza rosa che da qualche tempo è stata allestita al Santissima Trinità e che consente alle donne di essere assistite, anche psicologicamente, nel massimo riserbo. Tante quelle che di lì, purtroppo, sono già passate ma forse troppo poche rispetto a tutte quelle che - come la donna in questione - ne avrebbero avuto bisogno. Si chiama Codice Rosa: è un percorso di accoglienza dedicato a chi subisce violenza. Parte da una stanza dedicata nella quale accedono tutti gli specialisti che dovranno visitare il paziente. Il suo punto di forza è una task force interistituzionale formata da personale socio-sanitario, magistrati, ufficiali di Polizia giudiziaria. Questa attività congiunta avviene nella più ampia tutela della privacy e dei "tempi dei silenzi" delle vittime e nel rispetto della loro scelta sul tipo di percorso da seguire dopo le prime cure.
 
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