Simone, ucciso a coltellate a 19 anni. La mamma ai funerali: «Chiedo giustizia e non perdono»

Simone, ucciso a coltellate a 19 anni. La mamma ai funerali: «Chiedo giustizia e non perdono»
Simone, ucciso a coltellate a 19 anni. La mamma ai funerali: «Chiedo giustizia e non perdono»
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Domenica 8 Novembre 2020, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12:12

NAPOLI - «Chiederò giustizia per mio figlio e non perdono chi l'ha ucciso, non si può morire così». È questo il discorso pieno di dolore della mamma di Simone Frascogna, il 19enne ucciso a coltellate per una lite nel traffico, durante i funerali del figlio.

I funerali del 19enne ucciso a coltellate a Casalnuovo di Napoli si sono tenuti questa mattina, nella parrocchia di Maria Santissima Annunziata. Al termine della funzione, la mamma si è avvicinata al microfono accolta dai presenti con un commosso applauso: «Io sono la mamma di Simone, voi siete Simone. Io chiederò giustizia per Simone, voi chiederete giustizia per Simone. Io non perdono».

Nella giornata di ieri è stata convalidata la custodia cautelare in carcere per i tre adolescenti coinvolti nell'omicidio di Simone Frascogna: si tratta del 18enne di Acerra, Domenico Iossa, e di un 16enne e un 17enne. Davanti al gip di Nola Sebastiano Napolitano e al suo difensore, l'avvocato Antonio Iorio, il 18enne ha impugnato una penna e scritto poche righe: «Io sottoscritto Domenico Iossa junior, nato ad Acerra il 28 maggio 2002, in relazione a quanto ho commesso la sera del 3 novembre 2020 voglio dire che da quella sera anche io, per un verso, non vivo più.

Non vi sono parole per farvi comprendere come io stia male, non riesco a sopportare il peso di avere tolto la vita a un giovane ragazzo come me. Non ho mai commesso reati in vita mia, ho sempre lavorato da quando avevo 13 anni, il mio amore era ed è fare il carrozziere. Ormai anche io non vivo più dentro di me. Voglio chiedere pubblicamente scusa alla famiglia di Simone, vi chiedo immensamente scusa, vorrei tanto tornare indietro e non fare ciò che invece ho fatto. Ho sbagliato e sono pronto a pagare, sono tre giorni che non mangio e che non bevo perché non riesco sopportare il peso di avere tolto la vita ad un mio coetaneo. Chiedo ancora scusa alla famiglia di Simone. Io, non ho mai scelto una vita di strada».

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