Cameriera stuprata e minacciata
di licenziamento: 5 anni al cuoco

Cameriera stuprata e minacciata di licenziamento: 5 anni al cuoco
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Mercoledì 27 Febbraio 2019, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 11:42
BASSANO - Era alla sbarra per aver stuprato una sua sottoposta dopo averla trascinata a forza in uno stanzino della mensa dell'ospedale di Bassano, dove lavoravano entrambi come addetti alla ristorazione interna. Lui ha sempre sostenuto che quel rapporto era consenziente, ma le accuse nei suoi confronti sono state giudicate fondate dal tribunale di Vicenza, che ieri ha condannato Antonio Padovan, 36enne di Segusino, a 5 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti della collega, una vicentina di 37i. La donna, che si è costituita parte civile, ha ottenuto una prima parte di risarcimento danni con una provvisionale di 30mila euro.

Le contestazioni nei confronti del 36enne riguardano due distinti episodi: il primo, avvenuto nell'estate del 2016, quando si consumò lo stupro; il secondo due mesi più tardi, quando la donna, sulla quale l'uomo avrebbe allungato le mani, decise di dire basta e di rivolgersi alle forze dell'ordine su consiglio di una psicologa. All'epoca Padovan copriva il ruolo di responsabile di produzione della mensa dell'ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa (si dimise dopo l'apertura dell'inchiesta). Non era dipendente dell'Usl, ma di una ditta esterna che aveva vinto l'appalto. La 37enne lavorava con lui e, di fatto, era una sua sottoposta. Una domenica pomeriggio, era il 14 agosto 2016, la donna aveva chiamato il collega, nonostante fosse in quel giorno fuori servizio, perchè effettuasse un controllo su alcuni alimenti. Padovan, secondo quanto ricostruito in sede d'indagine, l'aveva raggiunta in ospedale ma, una volta arrivato, l'aveva trascinata per i capelli in uno sgabuzzino e lì l'aveva stuprata. Nessuno poteva sentirli in quel luogo appartato, tanto più considerate le poche persone che, in piena estate, si trovavano in ospedale. Dopo la violenza sessuale il 36enne, riferì la vittima, arrivò addirittura a minacciarla, dicendole di non aprire bocca con nessuno se non voleva essere rovinata. La 37enne non riuscì così a trovare il coraggio di denunciarlo e non lasciò trapelare nulla né ai suoi parenti né tanto meno ai colleghi. Temeva di perdere il posto di lavoro.
L'AIUTO DEGLI PSICOLOGI
A due mesi da quella terribile domenica pomeriggio la 37enne venne avvicinata nuovamente dal superiore. Lui le mise le mani addosso e la toccò dove non dovrebbe dovuto. Lei decise però di non lasciar correre, di ribellarsi, chiedendo aiuto. Parlò con i vertici dell'azienda ma su soprattutto la sua psicologa a convincerla a sporgere denuncia. Da lì partì l'inchiesta penale presso il tribunale di Vicenza, conclusa ieri mattina con la condanna a 5 anni di reclusione per Padovan (5 anni era la richiesta anche della Procura). Il 36enne, tramite il suo legale, ha già annunciato che presenterà ricorso in Appello. Per lui la sentenza è stata uno choc: continua a professarsi innocente, affermando che sì, quel rapporto sessuale c'è stato, ma non vi fu per lui alcuna violenza.
 
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