«E’ SUFFICIENTE UNA LIBERATORIA»
Se oggi la vita viene filtrata dai telefonini e dai social network, e le immagini finiscono ovunque, un’innocua quanto tradizionale foto di classe, scattata da un professionista e acquistata da mamme e papà, si scontra con il «diritto alla riservatezza propria e altrui». La giornata prescelta per lo scatto di gruppo alle elementari di Cervignano era il 24 maggio, ma dopo vari tira e molla, riunioni e un bando pubblico per la scelta del fotografo, pare sia stata la preside Tullia Trimarchi a dire di no. «Le insegnanti ci hanno comunicato che la dirigente non ha autorizzato la foto, disattendendo quanto in precedenza deliberato dal consiglio d’istituto», spiega Vincenzo Squeo, rappresentate di classe nell’istituto di via Firenze.
Che sulla pagina Facebook della scuola (appunto) affronta la questione: «Visto che sono parte in causa posso dire qualcosa di più. La foto di classe è stata bocciata più volte, ognuna con motivazioni differenti, la privacy l’ultima che abbiamo appreso dai giornali. Inizialmente il problema era che la fotografia non rientra nel piano per l’offerta formativa triennale e che la scuola non può favorire attività private. Proprio per questo la direzione scolastica ha indetto un bando, per ovviare al problema in modo da trovare un professionista unico per tutti. E’ stato trovato, ma l’autorizzazione è stata negata nuovamente, stavolta senza motivazione e senza comunicazione nemmeno al fotografo». Prima, sottolinea Squeo, «è stato detto per problemi organizzativi, oggi scopriamo per la privacy. Premesso che ci sarebbe la privacy adesso come c’era ad aprile, la questione è superabile con una semplice liberatoria come quella che si firma a inizio anno».
DIRITTO ALLA RISERVATEZZA
L’istituto però non lascia spazio a ripensamenti, fa sapere che in una riunione «è stato ripreso il delicato argomento della foto di classe, rivedendone le modalità di effettuazione».
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