Malattie autoimmuni, più colpite le donne
ma alcune patologie migliorano con gravidanza

Malattie autoimmuni, più colpite le donne ma alcune patologie migliorano con gravidanza
di Sofia Guidetti
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Mercoledì 2 Ottobre 2019, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:35

Sono 5 mila donne le italiane che soffrono di patologie autoimmuni ma la buona notizia è che alcune di queste malattie, come la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide, possono migliorare in gravidanza. Gli alti livelli di estrogeni e progesterone aiutano, infatti, a far sentire meglio le future mamme. «Nell'80% dei casi l'esordio è tra i 35 e i 50 anni» spiega Simona Nava, direttore del Centro medico e terapeutico Doctors & Doulas. 

La sindrome di Sjögren, il lupus eritematoso sistemico, le malattie autoimmuni della tiroide e la sclerodermia, colpiscono dalle  7 alle 10 volte più le donne rispetto agli uomini. La sclerosi multipla, inoltre, è caratterizzata da una grande variabilità geografica. In Italia, ci sono 40 casi ogni 100 mila abitanti.

La malattia è molto rara in Giappone (2/100.000);   quasi sconosciuta in Africa mentre è comune in Scandinavia.  «Le disparità geografiche dipendono dalla diversa concentrazione di vitamina D nelle varie popolazioni. Occorre fare ancora tanto per arginare il fenomeno delle patologie autoimmuni che ogni anno colpiscono sempre più donne».

Se la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide possono migliorare in gravidanza, questo non avviene per le tiroiditi e il Lupus eritematoso sistemico che possono invece peggiorare proprio durante la gestazione.  «Un eccesso di funzione tiroidea su base autoimmune (ipertiroidismo) può associarsi spesso a poliabortività o (se non trattato) a tireotossicosi neonatale. L’ipotiroidismo invece, non producendo a sufficienza l’ormone tiroxina, fondamentale per lo sviluppo neurologico del feto, può determinare una riduzione delle capacità cognitivo/intellettive del bimbo, fino all’estrema forma di deficit cognitivo».

Buone notizie sul fronte della cura: ai vecchi farmaci, spesso utilizzati anche in gravidanza, come cortisone e idrossiclorochina (un antimalarico con forte potere immunoinibitore) sono stati affiancati  farmaci biologici la cui introduzione ha determinato un notevole progresso nella terapia di alcune malattie reumatiche. Esistono poi molecole in grado di bloccare selettivamente specifici mediatori del processo infiammatorio. 

 Un articolo, pubblicato, nel 2015, su International Journal of Celiac Disease  riportava una tabella che mostra la crescita annua di alcune malattie autoimmuni. «Spicca su tutti l’incremento della malattia celiaca in Canada. Questo dato è da associare agli usi di prodotti chimici in agricoltura e, in particolare, all’uso del glifosato nella coltivazione del grano.La vera prevenzione sarebbe l’eliminazione di questi tossici epigenetici e disturbatori endocrini piuttosto che la produzione di altri farmaci».

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