Sciacallo in giardino, la mamma
lo scambia per una volpe e fa un video

lo sciacallo ripreso in video col cellulare
lo sciacallo ripreso in video col cellulare
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Giovedì 28 Marzo 2019, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 11:45
UDINE - Metti un pomeriggio uno sciacallo in giardino. Non in mezzo alle campagne, ma in città, a Pordenone, in mezzo alle case. Sulle prime, a Marta Conficoni, 42 anni, mamma di due bambini, quello strano animale che nel primo pomeriggio di domenica aveva fatto capolino nel cortile di casa sua, in via Tramontina, era sembrata una volpe. E come tale l'aveva segnalata, prima agli amici forestali e poi, su loro suggerimento, al servizio di recupero della fauna selvatica. Ma, dopo un accurato esame delle foto scattate dalla signora e soprattutto dei fotogrammi del video fatto con il cellulare, l'esperto zoologo del Museo friulano di storia naturale di Udine Luca Lapini ha concluso che, sì, a dispetto di quella lunga coda «anomala», quell'animale, che poi era riuscito a fuggire da un pertugio prima dell'arrivo degli operatori, era uno sciacallo.

LA STORIA «Non si può che concludere che si tratta di uno sciacallo dorato - dice Lapini -. Martedì, dopo l'avvistamento a Pordenone, è scappato verso nord, verso la zona della Comina, che è piena di prati. Non è la prima volta che lo sciacallo si spinge in un centro abitato: già nel maggio del 2009 abbiamo recuperato un giovane esemplare maschio nel centro di San Donà di Piave. In quell'occasione, l'animale era rimasto incastrato nella ringhiera di un giardino e, per liberarlo, fu necessario anestetizzarlo. Dopo tre anni, nel 2012, quello stesso sciacallo fu trovato morto, probabilmente investito, in comune di Sagrado». Non sarà un caso anomalo, per lo zoologo, ma di certo fa rumore a Pordenone l'avvistamento di uno sciacallo fra giardini e villette. «Dalle immagini - prosegue l'esperto - lo sciacallo di Pordenone sembrerebbe un maschio giovane. Domenica sera andremo in zona per vedere se, con i richiami preregistrati, riusciamo ad individuare l'ubicazione del branco di origine». Nella zona, spiega Lapini, «ci sono almeno due diversi branchi: uno nella zona dei magredi a Vivaro e uno nella zona di Aviano, che abbiamo individuato ultimamente e che potrebbe essere il branco di origine dell'animale avvistato a Pordenone. In totale, «nella Destra Tagliamento ci sono tre o forse quattro branchi al massimo, più o meno una quindicina di esemplari. Da quando sono arrivati i lupi nel 2016, li hanno decimati, uccidendo prima una femmina a Cordenons nel Natale di quell'anno e poi inducendo gli altri al silenzio». In senso letterale. «Da quando ci sono i lupi, gli sciacalli dei magredi non ululano più per non farsi predare. Ma, da riprese anche recenti, sappiano che ci sono anche dei cuccioli. Solo che non rispondono più ai richiami preregistrati con il metodo del jackal howling. Per rintracciarli, dobbiamo basarci solo sulle fototrappole. Nella zona di Aviano, invece, non hanno problemi con i lupi e rispondono ai richiami».

LO SCIACALLO FERITO L'avvistamento di Pordenone segue di non molto il ritrovamento di uno sciacallo ferito in un campo 400 metri a sud-ovest del casello autostradale Gemona-Osoppo l'11 marzo scorso.
Dopo le cure al Centro di recupero fauna selvatica di Campoformido l'animale si è ripreso e ora «sta molto meglio - aggiorna Lapini -. Penso che lo libereremo tra qualche giorno. Speriamo che non si faccia investire. Ormai gli investimenti di sciacalli, una delle principali cause di morte di questa specie, sono già tre dall'inizio dell'anno: il primo, il 23 febbraio, il secondo l'11 marzo e il terzo la settimana scorsa, il 21 marzo, vicino ad Aurisina. In quel caso, si è trattato di una femmina giovane di undici mesi e siamo riusciti ad individuarne il gruppo familiare di provenienza, proprio grazie al metodo jackal howling, emettendo dei richiami con la firma acustica tipica dei cuccioli». In provincia di Udine, lo zoologo stima che ci siano «almeno tre o quattro branchi, anche sul Torre e in Carnia». Camilla De Mori 
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