Salvini e la casa demolita: «Prima gli italiani».
Ma era la cucina di un'anziana malata di cancro

Salvini e la casa demolita: «Prima gli italiani». Ma era la cucina di un'anziana malata di cancro
Salvini e la casa demolita: «Prima gli italiani». Ma era la cucina di un'anziana malata di cancro
di Domenico Zurlo
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 16:43
Ieri aveva esultato su Twitter: una casa abusiva in un campo Sinti, nel torinese, era stata abbattuta. «Dalle parole ai fatti, prima gli italiani», aveva commentato nel suo tweet Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dell’Interno. Ma oggi viene fuori che in quell’abitazione, a Carmagnola, non ci abitavano pericolosi ladri o delinquenti, ma una anziana di 70 anni malata di cancro.

Casa abusiva demolita, Salvini esulta: «Prima gli italiani»

La ruspa in quella casa è arrivata alle 6 di ieri mattina. «E per cosa? Demolire la cucina di una signora di settant’anni, malata di tumore, che andava a dormire nella roulotte di fronte» ha detto al Corriere Lorenzo Debar, che abita a pochi metri. Quell’abitazione, per via di un ordine di demolizione emesso dalla Procura di Asti, doveva essere buttata giù dopo un processo iniziato dieci anni fa: costruita negli anni ’80, era stata occupata da tre persone (tre pregiudicati), poi da altre due, infine da una signora, Fiorangela L., 70 anni, operata di tumore nel 2016 e tuttora in cura.



«Erano 30 metri quadrati - racconta il figlio Alan, che vive invece in una casa del comune - una cucina con un divano letto e un bagnetto. Però c’era troppa umidità, così mia mamma dormiva nella roulotte di fronte». «Il tweet di Salvini? Si dovrebbe vergognare, come si fa a esultare per una cosa del genere?», aggiunge. «Siamo italiani da sette generazioni». Fiorangela è infatti nata a Pisa, mentre sua madre era di Torino.



Ma la beffa è ancora un’altra: in tutta la zona, un campo non autorizzato, quella costruzione non era l’unica abusiva, almeno secondo gli abitanti, che affermano come tutte le altre case siano state tutte condonate. Il sindaco la pensa diversamente: «Sono edifici che non possono essere condonati - le sue parole - ma è una situazione complessa, ogni casa ha la sua storia».
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