Salman Rushdie, lo scrittore accoltellato a New York è stato staccato dal respiratore: è di nuovo in grado di parlare

Salman Rushdie, lo scrittore accoltellato a New York è stato staccato dal respiratore: è di nuovo in grado di parlare
Salman Rushdie, lo scrittore accoltellato a New York è stato staccato dal respiratore: è di nuovo in grado di parlare
3 Minuti di Lettura
Domenica 14 Agosto 2022, 08:09

Salman Rushdie è stato staccato dal respiratore ed è ora di nuovo in grado di parlare. Lo annuncia la Bbc. Lo scrittore, 75 anni, è stato accoltellato poco più di 24 ore fa durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York ed era in gravi condizioni di salute. A confermare la notizia è stato anche l'agente di Rushdie, Andrew Wylie, il quale ieri aveva parlato di danni al fegato, ai nervi di un braccio e soprattutto del rischio che lo scrittore potesse perdere un occhio. 

L'agguato

Venerdì mattina  lo scrittore anglo-indiano Salman Rushdie, che doveva parlare della “Cities of Asylum”, un’organizzazione da lui creata per l’assistenza agli scrittori in esilio e perseguitati era atteso sul palco.

L’atmosfera era tranquilla, il grande anfiteatro era pieno, tutti i biglietti erano stati venduti con mesi di anticipo, e l’attesa era grande. Rushdie è arrivato senza scorta, come oramai fa da molti anni, e si è seduto su una poltrona bianca rivolto verso la platea. L’intervistatore aveva appena cominciato a presentarlo quando dal pubblico è scattato un uomo con il volto coperto da una maschera nera (che si è poi saputo essere Hadi Matar, 24 anni, del New Jersey; ha origini iraniane ed è ritenuto un fondamentalista vicino agli ayatollah) che è saltato sul palco, si è avvicinato di corsa allo scrittore e all’intervistatore per colpirli ripetutamente: Rushdie, si capirà poi, è stato colpito 10 volte: perderà l'uso di un occhio e forse anche del braccio di cui sono stati recisi i nervi. Il caos è stato immediato e totale.

 

LA TAGLIA
La polizia si è limitata a confermare che l’uomo - Hadi Matar - era stato arrestato, ma non aveva ancora comunicato le ragioni del suo atto. Come è noto, Salman Rushdie entrò nel mirino degli ayatollah iraniani dopo la pubblicazione del suo libro “I versetti satanici”, un’interpretazione fantasiosa della vita del profeta Maometto. Rushdie ha pubblicato altri 14 romanzi, ma i Versetti rimangono oggetto dell’odio dei musulmani integralisti per i quali prendere in giro o offendere il profeta è un peccato che richiede la morte. Sul capo dello scrittore pende una taglia di oltre tre milioni di dollari. E tuttavia negli ultimi anni lo scrittore si era lamentato pubblicamente se nelle occasioni pubbliche si trovava intorno un servizio di sicurezza. Nel 2001, durante un festival a Praga arrivò addirittura a scusarsi con il pubblico: «Ho pensato che fosse davvero inutile e un po’ eccessivo e di certo non è stato organizzato su mia richiesta». Appena lo scorso anno, conversando con il quotidiano The Guardian, ammise: «È vero che sono stato stupidamente ottimista. Credo che sia quel che mi ha fatto superare gli anni brutti. Ero sempre convinto che ci sarebbe stato il lieto fine». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA