Roma, sigilli al ristorante Assunta madre:
sei arresti per riciclaggio

Roma, sigilli al ristorante Assunta madre: sei arresti per riciclaggio
di Elena Panarella
4 Minuti di Lettura
Martedì 9 Maggio 2017, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 17:45

Avrebbe dovuto inaugurare oggi un ristorante «Assunta Madre» a Montecarlo insieme a Flavio Briatore l’imprenditore Gianni Micalusi, detto Johnny, arrestato nell’ambito di una operazione della Squadra Mobile di Roma e della Guardia di Finanza. L’indagine ha portato all’arresto di altre cinque persone tra cui i suoi figli, un direttore di banca e un commercialista. La direzione distrettuale antimafia coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino li accusa di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. Sottoposti a sequestro preventivo 4 società, numerosi beni, locali e conti correnti, tra cui il noto ristorante di via Giulia, frequentato da personaggi del mondo dello spettacolo e calciatori. Perquisizioni anche all’Assunta Madre di Milano. A finire in manette, oltre a Micalusi, anche Adriano Nicolini (direttore di una filiale romana della Banca del Fucino), Vito Francesco Genovese (che figura come amministratore), Luciano Bozzi (commercialista), Lorenzo e Francesco Micalusi (figli di Johnny): gli ultimi quattro sono ai domiciliari.


Le indagini I provvedimenti cautelari rappresentano la sintesi ed il punto di incontro di un’indagine, condotta, in una prima fase dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma e, successivamente, dal Gruppo Investigativo Antiriciclaggio del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Le indagini da subito si sono concentrate sulla ricostruzione e l’analisi delle circostanze che hanno caratterizzato l’ascesa imprenditoriale di “Johnny” (Gianni Micalusi), con precedenti per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione aggravata, già coinvolto in contesti associativi e destinatario di misure di prevenzione a causa dei suoi rapporti mai cessati con esponenti di spicco della criminalità organizzata. Micalusi, secondo gli investigatori, si è dimostrato capace di costituire numerose e redditizie attività commerciali, tra cui i rinomati ristoranti con il marchio “Assunta Madre”, effettuando svariati investimenti immobiliari, il tutto avendo cura di intestare i beni a prestanome privi di risorse economiche per evitare di figurare come titolare effettivo, pur mantenendone saldamente la direzione.

L’operazione congiunta con la guardia di finanza ha permesso di accertare come Johnny, grazie alla collaborazione dei propri figli, utilizzati quali “teste di legno”, nonché da professionisti che hanno garantito l’apporto tecnico necessario per realizzare un’articolata rete societaria, sia riuscito formalmente a non apparire quale titolare delle attività, sottraendo, in questo modo, parte delle proprie disponibilità economiche all’applicazione di provvedimenti di sequestro. Gli investigatori spiegano che «in particolare proprio il timore di ulteriori provvedimenti ablativi di prevenzione, ha indotto Micalusi a creare innumerevoli società occultando la propria persona dietro una rigorosa intestazione fittizia delle quote sociali, di denaro e di beni immobili, in favore di familiari e di terzi di fiducia, quali i figli Francesco e Lorenzo, l’imprenditore Vito Genovese, pur essendo lui l’effettivo titolare e nel contempo ricoprendo di fatto la carica di amministratore, avvalendosi del contributo causale del commercialista Luciano Bozzi, il quale partecipava alla pianificazione delle operazioni societarie nonché alla loro esecuzione». Anche la figura di Adriano Nicolini, direttore di una filiale romana della Banca del Fucino, ha assunto un rilievo investigativo e probatorio.

Le intercettazioni. Le attività illecite sono state realizzate in un contesto associativo in cui sono maturati dei rapporti privilegiati intrattenuti dall’indagato con esponenti della criminalità organizzata, come emerso nel corso delle indagini da intercettazioni telefoniche e ambientali. In particolare, determinante nel disegno criminoso è stato l’apporto fornito dal commercialista e dal direttore di banca, raggiunto dal provvedimento restrittivo per aver riciclato 888.244,36 euro, provento derivante dalle attività illecite dell’indagato principale.
Gli investimenti. L’attività illecita cui l’imprenditore è ricorso in questi ultimi anni è stata estremamente redditizia, consentendogli importanti investimenti immobiliari ed imprenditoriali. Permettendogli anche un’espansione oltre che in Italia, con l’apertura del ristorante Assunta Madre a Milano, anche all’estero, con l’avviamento di un ristorante a Londra e, successivamente, a Barcellona, pianificando ulteriori espansioni commerciali in Europa.
Importante il contenuto di alcune intercettazioni del Micalusi, da cui si evince che il successivo passo sarebbe stato: “...fare un’operazione a Montecarlo seria e importante...”. Gli accertamenti bancari effettuati dai militari del Gruppo Investigativo Antiriciclaggio sui conti correnti della rete delle società e dei prestanome, hanno permesso di ricostruire i flussi finanziari, rilevando come i proventi illeciti siano stati riciclati in attività imprenditoriali ed immobiliari.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA