Emanuela Orlandi scomparsa nel 1983, il fratello Pietro: «Non mi rassegno, dovrebbe essere ascoltato anche Papa Francesco»

Emanuela Orlandi scomparsa nel 1983, il fratello Pietro: «Non mi rassegno, dovrebbe essere ascoltato anche Papa Francesco»
Emanuela Orlandi scomparsa nel 1983, il fratello Pietro: «Non mi rassegno, dovrebbe essere ascoltato anche Papa Francesco»
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Sabato 14 Gennaio 2023, 17:58

Si è presentato con al collo la locandina originale stampata nel 1983, quella che mostra Emanuela Orlandi sorridente e con una fascetta nera sulla fronte come si usava all'epoca, il fratello Pietro al sit in in corso a largo Giovanni XXIII. Sommerso da applausi e abbracci, Pietro ha acconsentito anche alla richiesta di una mamma di posare per una foto con le sue due figlie. Anche loro hanno indossato la fascetta nera come quella che portava Emanuela. «Oggi è un altro compleanno: Emanuela compie 55 anni. Per me lei non è morta e non mi rassegnerò finché non saranno trovati i resti. E un dovere continuare a cercarla», ha detto Pietro Orlandi alla manifestazione in Largo Giovanni XXIII dove erano presenti circa 200 persone.

Presente anche l'avvocata Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. «Secondo me la vicenda non si è conclusa nel 1983: non ci sono prove - ha sottolineato Pietro Orlandi - Ancora nessuno ci ha comunicato l'apertura dell'inchiesta in Vaticano. Ieri abbiamo presentato un'istanza, speriamo arrivino presto risposte da Diddi».

Pietro Orlandi ha sottolineato che «andrebbero ascoltate tante persone e anche Papa Francesco.

Perché ci ha detto che Emanuela è morta? Dovrebbe spiegare le sue motivazioni, magari qualcuno gli ha detto così.  Noi abbiamo una lista di persone da ascoltare dal 2018, ma alcune persone purtroppo sono venute a mancare».

Padre Georg Gänswein, segretario di Benedetto XVI; il cardinale Tarcisio Bertone e il cardinale Giovanni Battista Re: sono questi alcuni dei nomi presenti nella lista depositata da Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, in Vaticano per far luce sulla scomparsa della giovane  nel 1983. «Noi siamo contenti di essere tanti ed essere qui - ha affermato Sgrò - Ho ricevuto migliaia di lettere di solidarietà dall'Italia. Non abbiamo ancora ricevuto nessuna convocazione ufficiale dal Vaticano e questa comunicazione alla stampa e non alla famiglia la trovo onestamente maleducata», ha poi detto. «Dalla procura che rappresenta il Papa non me lo aspettavo», ha aggiunto la Sgrò. «Ringraziamo il Papa per l'indagine che deve essere immediata, perché tempo non ne abbiamo più: molte persone sono morte, visto che sono passati tanti anni dalla scomparsa».

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