Rendendosi conto di essere finito nel bel mezzo di una truffa sporgeva querela presso il Commissariato Salario Parioli.
Gli investigatori scoprivano, così, che del presunto studio non vi era più traccia, se non per gli ingenti debiti d’affitto lasciati insoluti e che molti dei dipendenti erano stati assunti con l’inganno, non percependo lo stipendio da svariati mesi. Stratagemma che i titolali della società avevano replicato in varie città d’Italia. I responsabili della società, un uomo ed una donna, venivano deferiti in stato di libertà per il reato di truffa.