Il furgone-camper della famiglia rom che prese fuoco il 23 dicembre scorso era parcheggiato al villaggio dei Pescatori di Giorgino, alla periferia di Cagliari. Padre, madre e altri quattro bambini si trovavano fuori dal furgone mentre veniva avvolto dalle fiamme e parlarono di rapimento, di un sequestro della piccola da parte di un gruppo di stranieri. Dichiarazione questa che non ha trovato alcun riscontro. Ieri notte è arrivata la svolta con il fermo della polizia.
La piccola Esperanza, 20 mesi di origine rom, era svanita nel nulla il 23 dicembre scorso, quando il furgone dove viveva con la sua famiglia era stato distrutto dalle fiamme. La Procura di Cagliari aveva aperto un fascicolo per incendio doloso, ma ora il caso è passato alla Procura distrettuale antimafia con l'ipotesi di omicidio. È il procuratore Guido Pani della Dda ad occuparsi della vicenda.
Inizialmente si pernsava che la bimba fosse stata sottratta alla famiglia prima del rogo come ritorsione per convincere i genitori a onorare un debito mai pagato.
Un movente che il padre e la madre della piccola, assistiti dall'avvocato Daniele Condemi, avevano suggerito da subito agli investigatori della Squadra Mobile impegnati sul caso. Tuttavia, la tesi della vendetta aveva raccolto poco credito: i genitori, infatti, avrebbero fornito più versioni in diversi interrogatori e mai del tutto coincidenti.