Robert Hanssen morto, la super spia ex agente Fbi che vendeva segreti Usa ai russi. Aveva 79 anni: era in carcere dal 2002

seguace dell'Opus Dei, conservatore e anticomunista, frequentava di nascosto spogliarelliste che portava con sè in chiesa per convincerle a una vita religiosa

Robert Hanssen morto
Robert Hanssen morto
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Martedì 6 Giugno 2023, 22:20

Una storia da far invidia a The Americans, la serie cult di Amazon su una coppia di spie
sovietiche e sul loro vicino di casa dell'Fbi a Washington negli anni della guerra fredda. Robert Philip Hanssen, l'ex agente del Bureau condannato per spionaggio a favore dell'Urss e della Russia, è stato trovato morto in cella. Aveva 79 anni.

Seguace dell'Opus Dei, conservatore e anticomunista, frequentava di nascosto spogliarelliste

Detenuto dal 2002 nel carcere di massima sicurezza di Florence, in Colorado, Hanssen era una strana spia: seguace dell'Opus Dei, conservatore e anticomunista, frequentava di
nascosto spogliarelliste che portava con sè in chiesa per convincerle a una vita religiosa. Tra le tante informazioni passate al Cremlino in cambio di pagamenti per 1,4 milioni di dollari in banconote e diamanti c'erano i dettagli dei piani di reazione Usa in caso di attacco nucleare. Dopo l'arresto nelfebbraio 2001 l'allora presidente George W. Bush espulse 50 diplomatici russi: una decisione bilanciata da Mosca con
altrettante espulsioni, ma a livello internazionale il caso finì lì tanto era imbarazzante.

Nome in codice "Ramon Garcia"

Conosciuto come “Ramon Garcia"o con il nome in codice 'B', Hanssen ebbe almeno due agenti russi sulla coscienza, Ghennadi Varennik e Dmitri Poliakov, arrestati nel 1985 e 1986 e uccisi con il classico colpo alla nuca: ma potrebbero essere state di
più le vittime del suo tradimento dato che erano una ventina i russi ingaggiati dagli Usa che furono scoperti e giustiziati dopo il 1985, l'anno dell'arrivo al Cremlino di Mikhail Gorbaciov. Al processo, in cui evitò la pena di morte dichiarandosi
colpevole, tanti aspetti della personalità dell'improbabile alleato di Mosca avevano incuriosito.

Ogni domenica Hanssen portava la famiglia - moglie e sei figli - in una chiesa lontana dalla sua abitazione a Vienna (Virginia), solo perché era l'unica della zona in cui la messa veniva celebrata ancora in latino: sui banchi anche l'allora direttore dell'Fbi Louis Freeh e il giudice della Corte Suprema Anthony Scalia.

Il tradimento cominciato nel 1979

Tutti i figli di Hanssen avevano frequentato scuole private gestite dall'Opus Dei: il costo delle rette sarebbe stata, a suo dire, una ragione per cui aveva cominciato a spiare. Ma non c'era solo questo: come ha detto al Washington Post un ex collega, la talpa ambiva «a fare James Bond, mentre l'Fbi l'aveva messo dietro una scrivania». Di qui il tradimento, cominciato nel 1979, tre anni dopo esser stato assunto al Bureau, e continuato nonostante la fine della guerra fredda, il crollo dell'Urss, l'avvento della Russia e la scomparsa dei vecchi servizi. In quello che una commissione federale nel 2002 definì «il peggior disastro nella storia dell'intelligence», le attività di Hanssen misero in luce le crepe dei servizi segreti che poi emersero ancor più vistosamente pochi mesi dopo con le stragi dell'11 settembre.

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