La riflessologia plantare, quando il piede riesce a creare il benessere in tutto il corpo

La riflessologia è un'antica tecnica per conquistare il benessere
La riflessologia è un'antica tecnica per conquistare il benessere
di Federica Buroni
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Martedì 2 Marzo 2021, 10:07

ANCONA - La riflessologia plantare ha origini antiche: già gli Egizi la praticavano con successo. Stiamo parlando di una tecnica, molto diffusa oggi, che sfrutta la sollecitazione di aree specifiche del piede per ristabilire l’armonia del corpo. Una metodologia che può risultare utile in caso di congestione, infiammazione, tensione ma anche stress, il mal di schiena e ansia.

«Nel piede si concentrano punti vitali – spiega Marta Maria Racaniello, operatrice olistica con un centro a Jesi e Ostra Vetere -, la riflessologia è lo studio e la pratica di riflessi operanti nei piedi, che corrispondono ad altre parti del corpo. Attraverso la pressione e la digitopressione si provocano risposte in parti del corpo corrispondenti».


Il metodo
Antico, semplice ma tale da necessitare manualità e concentrazione ad alti livelli. Chiarisce l’operatrice: «Il trattamento si concentra sull’equilibrio psicofisico ed energetico della persona con l’obiettivo di eliminare quei disequilibri che hanno portato alla formazione di eventuali disturbi. Il trattamento favorisce la naturale autoguarigione dell’organismo da una parte tramite la stimolazione nervosa dei punti riflessi sui piedi e corrispondenti alle parti del corpo, dall’altra tramite la liberazione della mente da ogni preoccupazione». La premessa? Una sola parola chiave: il piede ha riflessi particolarmente ‘sensibili’ ed è più «semplice individuare, in una sorta di mappa, i vari organi e apparati». La riflessologia che conosciamo è stata codificata all’inizio del XX secolo dall’otorinolaringoiatra William H. Fitzgerald. «Il riflesso è una risposta involontaria e innata ad uno stimolo sensoriale - precisa Marta Racaniello -, che dai ricettori nervosi della pelle viene trasmesso al midollo spinale attraverso vie nervose ben definite». Il principio alla base della riflessologia è quello secondo cui «con varie tecniche, come la digitopressione, i pompaggi, gli sfioramenti e via dicendo, in parti specifiche del piede, si va ad agire su parti interne». Qualche esempio? «Trattando l’alluce, si va ad agire su aree specifiche della testa, se invece si tratta il calcagno si va ad agire su ovaie o testicoli, il mignolo tocca le orecchie».

Questo significa che la riflessologia plantare, rilancia l’operatrice, «funziona rimettendo a nuovo il fluire regolare della circolazione sanguigna, rilassando e tonificando l’organismo. Quindi, lavora sulle periferie per arrivare al centro».


Risultati e tecniche
È sempre l’esperta a fare il punto. «Il primo obiettivo che si realizza è la sensazione di un grande rilassamento, poi, la depurazione. Il terzo aspetto da considerare riguarda il riequilibrio energetico. Il nostro corpo è governato da ritmi precisi e da una circolare di energie; laddove c’è una discrasia, sorge una sofferenza a carico di qualche organo». La riflessologia è una tecnica dolce e non invasiva, «si utilizzano varie manipolazioni eseguite con il pollice e le altre dita della mano. Il tutto in modo molto rilassante». Attraverso la ricerca di punti dolenti e dopo un’attenta osservazione delle caratteristiche del piede, «il riflessologo stabilisce su quali zone concentrare il proprio lavoro e quale trattamento eseguire». La riflessologia, chiude Racaniello, aiuta a «ritrovare le proprie risorse vitali stimolando la capacità di autoguarigione e ripristinando l’equilibrio fisico e mentale». In genere, una seduta dura dai 45 ai 60 minuti ed è consigliabile a tutti. Ci sono però alcune avvertenze e cioè evitare il trattamento subito dopo aver mangiato, durante il primo giorno del ciclo mestruale, nei primi mesi di gestazione o in casi di gravidanza a rischio e nel caso di pazienti particolarmente agitati.

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