Renzi: "Tasi via dal 2016". In tre anni
45 miliardi di tasse in meno per tutti

Renzi: "Tasi via dal 2016". In tre anni 45 miliardi di tasse in meno per tutti
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Domenica 19 Luglio 2015, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 11:01
ROMA - ​Via dal 2016 la tassa sulla prima casa tanto odiata dagli italiani. E poi nel 2017 Ires e Irap e nel 2018 gli scaglioni Irpef e le pensioni. È una 'road map' da 45 miliardi di tagli alle tasse, la carta del rilancio di Matteo Renzi.



Tra i padiglioni di Expo i «musi lunghi» della minoranza sono venuti a mostrargli le falle del Pd, il calo di consensi delle regionali e rimproverargli una deviazione a destra. Ma lui li scavalca e parla all'Italia. Con promesse 'pesanti': trasformare «l'inversione di rotta» in «salto di qualità» sulle riforme e l'esperimento degli 80 euro in «una rivoluzione copernicana del fisco» che faccia volare non solo l'economia ma anche il consenso del Pd, «mai più partito delle tasse».



«Kairos: cogliere il momento propizio che abbiamo davanti». Lo dice in greco, il segretario-premier. È questo lo spirito che pervade il discorso di un'ora e venti con cui apre l'assemblea del Partito democratico. Alle spalle ci sono le «preoccupazioni» del passato e il successo di aver «sbloccato dalla palude le riforme» riportando l'Italia a essere «colonna» dell'Europa. Di questi giorni sono «i numeri crudi, oscurati dalla grancassa di disfattismo cosmico e autoflagellazione, che mostrano che l'Italia riparte». Davanti, ci sono tre avversari politici: il populismo di Beppe Grillo che «parla di povertà da un golf club», la sinistra «improbabile» che ostacola il riformismo e la destra «becera» di Matteo Salvini che perde «l'umanità» di fronte ai migranti pur di lucrare voti. A tutti loro Renzi rivolge l'appello a sedersi tutti insieme a un tavolo contro il terrorismo.



Ma al suo Pd l'invito, che è anche avvertimento: «non passerò il tempo a sedare liti di corrente, perchè dobbiamo occuparci dell'Italia non di noi e sconfiggere il nemico vero che è la paura». Ecco perchè il taglio delle tasse come priorità politica. Perchè «abbiamo fame di crescita, benessere, lavoro». E nel 2016, con la legge di stabilità del prossimo autunno, si partirà dall'abolizione della tassa sulla prima casa, perchè «l'80% degli italiani ha la casa di proprietà e se sbloccata può far ripartire la fiducia».



Il governo lo farà, sottolinea Renzi tranquillizzando chi ascolta da Bruxelles, rispettando i parametri di Maastricht, a partire dal vincolo del 3% e continuando a ridurre il debito, per non gravare sulle prossime generazioni.
Ma si prenderà un pò di 'libertà' sul percorso di rientro dell'indebitamento, chiedendo a Bruxelles più margini sul fiscal compact, spiega. Il risultato sarà, spiega, una
«sforbiciata alle tasse senza paragoni» che i suoi stimano di 5 miliardi nel 2016, 20 nel 2017 e 20 nel 2018. Cifre che si aggiungono ai 20 mld «non spesi» di investimenti per infrastrutture che Renzi si impegna a spendere entro il 2016.



L'annuncio - osservano dalla minoranza - fa uscire Renzi dall'angolo del calo di consensi degli ultimi mesi e appare in grado di trainare il Pd a partire dalle amministrative del prossimo anno. E oggi riceve il plauso di tutto il partito. Ma con qualche riserva:
«è una priorità togliere l'Imu ai ricchi?», domanda Alfredo D'Attorre; «l'impostazione sarà quella di Berlusconi?», chiede Sandra Zampa. E, evocato, Silvio Berlusconi si affretta a ricordare: «Le tasse sulla casa le abrogammo noi nel 2008. C'è qualcuno che crede che Renzi lo possa fare davvero?», dice scettico il Cav, che però il taglio renziano, se arriverà, si dice pronto a votarlo.



Alla destra Renzi punta a togliere la fama di 'tagliatasse'. Al suo Pd e agli alleati di governo ricorda che c'è una condizione assoluta per fare tutto quanto promesso: fare le riforme. Perciò
«entro l'8 agosto»​ il via libera definitivo alla riforma della Pa. Poi a settembre, prima della stabilità, l'ok alla riforma costituzionale al Senato, per poter tenere il referendum confermativo nel 2016: «Boschi è pronta a discutere con i senatori delle modifiche che non sono un obbligo ma non devono essere un tabù». E entro l'anno la legge sulle unioni civili: un annuncio che induce Ivan Scalfarotto (per lui Renzi conia l'hashtag #magnaIvan) a interrompere lo sciopero della fame e 'festeggiare' con una macedonia di fragole a pranzo. Tanti annunci che oscureranno, pronostica Renzi, l'investimento «più importante», quello sui valori. Per fare dell'Italia una «start up» culturale e «abbattere i muri dell'Europa. Un'Europa che così non va e deve provare a ripartire», come ha suggerito Nicola Zingaretti, da Ventotene, per ritrovare le sue radici.
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